Biografia di Ugo Foscolo
Nazione: Italia
Niccolò Foscolo nacque a Zacinto, Grecia il 6 febbraio 1778 e morì a Londra il 10 settembre 1827. Fu poeta, scrittore, critico letterario, drammaturgo e traduttore.
Nato da madre greca e padre veneziano, fu educato a Spalato (oggi Spalato, Croazia) e a Padova, in Italia, e si trasferì con la famiglia a Venezia intorno al 1793. Qui si muove nei circoli letterari. Nel 1797 la rappresentazione della sua tragedia Tieste lo rese famoso.
L'entusiasmo iniziale per Napoleone, proclamato nell'ode A Bonaparte liberatore (1797), si trasformò rapidamente in disillusione quando Napoleone cedette Venezia all'Austria nel trattato di Campo Formio (1797). Il popolarissimo romanzo Ultime lettere di Jacopo Ortis (1802) contiene un'aspra denuncia di quella transazione e mostra il disgusto dell'autore per la situazione sociale e politica dell'Italia. Alcuni critici considerano questo racconto il primo romanzo italiano moderno.
Quando gli austriaci e i russi invasero l'Italia nel 1799, insieme ad altri patrioti italiani, si schierò con i francesi. Fatto capitano nella divisione italiana dell'esercito francese dopo la difesa di Genova nel 1800, ebbe incarichi a Milano, Bologna e Firenze, dove trovò il tempo di coinvolgersi in numerose relazioni amorose.
Infine fu inviato a prestare servizio in Francia (1804-06): in questo periodo tradusse in italiano alcune opere classiche e il Viaggio sentimentale di Laurence Sterne e scrisse odi e sonetti.
Nel 1807 tornò a Milano e si affermò con Dei sepolcri (1820 circa), un poema patriottico in versi bianchi, scritto come protesta contro il decreto napoleonico che vietava le iscrizioni sulle tombe. Nel 1808 il poema valse al suo autore la cattedra di retorica italiana all'Università di Pavia. Quando l'anno successivo la cattedra fu abolita da Napoleone, si trasferì a Milano. I riferimenti satirici a Napoleone nella sua tragedia Aiace (rappresentata per la prima volta nel 1811) lo insospettirono nuovamente; nel 1812 si trasferì a Firenze, dove scrisse un'altra tragedia, Ricciarda, e la maggior parte del suo acclamato poema incompiuto, Le grazie (pubblicato in frammenti nel 1803 e nel 1818, per intero nel 1822). Nel 1813 Foscolo tornò a Milano.
L'anno successivo Napoleone cadde, gli austriaci tornarono in Italia e lui, rifiutandosi di prestare giuramento di fedeltà, fuggì prima in Svizzera e poi, nel 1816, in Inghilterra. Popolare per un certo periodo nella società inglese perché patriota italiano, si mantenne insegnando e scrivendo commenti su Dante, Boccaccio e Petrarca per 'The Edinburgh Review' e 'The Quarterly Review'.
Morì in povertà. Nel 1871, con grande cerimonia nazionale, le sue spoglie furono traslate dall'Inghilterra e inumate nella chiesa di Santa Croce, a Firenze.
Nato da madre greca e padre veneziano, fu educato a Spalato (oggi Spalato, Croazia) e a Padova, in Italia, e si trasferì con la famiglia a Venezia intorno al 1793. Qui si muove nei circoli letterari. Nel 1797 la rappresentazione della sua tragedia Tieste lo rese famoso.
L'entusiasmo iniziale per Napoleone, proclamato nell'ode A Bonaparte liberatore (1797), si trasformò rapidamente in disillusione quando Napoleone cedette Venezia all'Austria nel trattato di Campo Formio (1797). Il popolarissimo romanzo Ultime lettere di Jacopo Ortis (1802) contiene un'aspra denuncia di quella transazione e mostra il disgusto dell'autore per la situazione sociale e politica dell'Italia. Alcuni critici considerano questo racconto il primo romanzo italiano moderno.
Quando gli austriaci e i russi invasero l'Italia nel 1799, insieme ad altri patrioti italiani, si schierò con i francesi. Fatto capitano nella divisione italiana dell'esercito francese dopo la difesa di Genova nel 1800, ebbe incarichi a Milano, Bologna e Firenze, dove trovò il tempo di coinvolgersi in numerose relazioni amorose.
Infine fu inviato a prestare servizio in Francia (1804-06): in questo periodo tradusse in italiano alcune opere classiche e il Viaggio sentimentale di Laurence Sterne e scrisse odi e sonetti.
Nel 1807 tornò a Milano e si affermò con Dei sepolcri (1820 circa), un poema patriottico in versi bianchi, scritto come protesta contro il decreto napoleonico che vietava le iscrizioni sulle tombe. Nel 1808 il poema valse al suo autore la cattedra di retorica italiana all'Università di Pavia. Quando l'anno successivo la cattedra fu abolita da Napoleone, si trasferì a Milano. I riferimenti satirici a Napoleone nella sua tragedia Aiace (rappresentata per la prima volta nel 1811) lo insospettirono nuovamente; nel 1812 si trasferì a Firenze, dove scrisse un'altra tragedia, Ricciarda, e la maggior parte del suo acclamato poema incompiuto, Le grazie (pubblicato in frammenti nel 1803 e nel 1818, per intero nel 1822). Nel 1813 Foscolo tornò a Milano.
L'anno successivo Napoleone cadde, gli austriaci tornarono in Italia e lui, rifiutandosi di prestare giuramento di fedeltà, fuggì prima in Svizzera e poi, nel 1816, in Inghilterra. Popolare per un certo periodo nella società inglese perché patriota italiano, si mantenne insegnando e scrivendo commenti su Dante, Boccaccio e Petrarca per 'The Edinburgh Review' e 'The Quarterly Review'.
Morì in povertà. Nel 1871, con grande cerimonia nazionale, le sue spoglie furono traslate dall'Inghilterra e inumate nella chiesa di Santa Croce, a Firenze.
Frasi di Ugo Foscolo
Abbiamo un totale di 8 frasi.
Ove necessario le abbiamo suddivise in pagine da 50 frasi ciascuna.
Intanto te ne inseriamo una qui come stuzzichino.
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Noi chiamiamo pomposamente virtù tutte quelle azioni che giovano
alla sicurezza di chi comanda e alla paura di chi serve.
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