Biografia di Robert Burton
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Nazione: Regno Unito
Robert Burton nacque a Lindley, Inghilterra il giorno 8 febbraio 1577 e morì a Oxford, Inghilterra il 25 gennaio 1640. Fu un saggista.
Dopo aver frequentato la grammar school a Sutton Coldfield, proseguì gli studi all'Università di Oxford, dove conseguì un dottorato. Rimase legato a Oxford per gran parte della sua vita, lavorando come bibliotecario e pastore anglicano al Christ Church College.
Burton è principalmente conosciuto per la sua opera monumentale Anatomia della malinconia, pubblicata nel 1621 con lo pseudonimo di Democritus junior. Questo trattato è un'opera enciclopedica che, attingendo a fonti classiche e medievali, e integrando le teorie di Ippocrate e Galeno con le riflessioni di filosofi come Aristotele e Marsilio Ficino, esplora la condizione della malinconia attraverso una vasta gamma di citazioni e riferimenti a oltre 1500 autori.
La struttura dell'opera è complessa e ricca di humor, con un linguaggio che mescola citazioni in latino e greco, rendendola sia un saggio filosofico che un'opera letteraria. In essa vengono analizzati quattro temi principali:
la natura della malinconia
le cause della malinconia
il rimedio alla malinconia
la malinconia come fonte di creatività.
Nel corso della sua vita, Burton pubblicò diverse edizioni del suo lavoro, ampliando il contenuto da circa 900 pagine nella prima edizione a oltre 1500 nell'ultima del 1651.
Nonostante il suo approccio umoristico, l'autore non nascondeva le sue personali lotte con la depressione, rendendo il testo una riflessione profonda sulla condizione umana.
Burton scrisse anche Philosophaster, una commedia satirica in latino che evidenziava le sue doti di scrittore e la sua erudizione. Sebbene fosse meno noto per questa opera, essa contribuì a definire il suo stile letterario. La sua influenza si estese anche ad altri pensatori e scrittori del suo tempo e la sua eredità continua a essere studiata e apprezzata per la sua capacità di affrontare temi complessi con un linguaggio ricco e variegato.
Robert Burton morì a Oxford il 25 gennaio 1640, lasciando un'impronta indelebile nella letteratura inglese attraverso il suo approccio unico alla malinconia e alla condizione umana. Fra gli scrittori nei quali si ritrovano cenni del suo lavoro o che addirittura ammisero apertamente di essere stati influenzati dalle sue opere possiamo citare Keats, Laurence Sterne, John Milton, Virginia Woolfe, George Eliot, fino a Jorge Luis Borges e ad un insospettabile Nick Cave.
Dopo aver frequentato la grammar school a Sutton Coldfield, proseguì gli studi all'Università di Oxford, dove conseguì un dottorato. Rimase legato a Oxford per gran parte della sua vita, lavorando come bibliotecario e pastore anglicano al Christ Church College.
Burton è principalmente conosciuto per la sua opera monumentale Anatomia della malinconia, pubblicata nel 1621 con lo pseudonimo di Democritus junior. Questo trattato è un'opera enciclopedica che, attingendo a fonti classiche e medievali, e integrando le teorie di Ippocrate e Galeno con le riflessioni di filosofi come Aristotele e Marsilio Ficino, esplora la condizione della malinconia attraverso una vasta gamma di citazioni e riferimenti a oltre 1500 autori.
La struttura dell'opera è complessa e ricca di humor, con un linguaggio che mescola citazioni in latino e greco, rendendola sia un saggio filosofico che un'opera letteraria. In essa vengono analizzati quattro temi principali:
la natura della malinconia
le cause della malinconia
il rimedio alla malinconia
la malinconia come fonte di creatività.
Nel corso della sua vita, Burton pubblicò diverse edizioni del suo lavoro, ampliando il contenuto da circa 900 pagine nella prima edizione a oltre 1500 nell'ultima del 1651.
Nonostante il suo approccio umoristico, l'autore non nascondeva le sue personali lotte con la depressione, rendendo il testo una riflessione profonda sulla condizione umana.
Burton scrisse anche Philosophaster, una commedia satirica in latino che evidenziava le sue doti di scrittore e la sua erudizione. Sebbene fosse meno noto per questa opera, essa contribuì a definire il suo stile letterario. La sua influenza si estese anche ad altri pensatori e scrittori del suo tempo e la sua eredità continua a essere studiata e apprezzata per la sua capacità di affrontare temi complessi con un linguaggio ricco e variegato.
Robert Burton morì a Oxford il 25 gennaio 1640, lasciando un'impronta indelebile nella letteratura inglese attraverso il suo approccio unico alla malinconia e alla condizione umana. Fra gli scrittori nei quali si ritrovano cenni del suo lavoro o che addirittura ammisero apertamente di essere stati influenzati dalle sue opere possiamo citare Keats, Laurence Sterne, John Milton, Virginia Woolfe, George Eliot, fino a Jorge Luis Borges e ad un insospettabile Nick Cave.
Frasi di Robert Burton
Abbiamo un totale di 7 frasi.
Ove necessario le abbiamo suddivise in pagine da 50 frasi ciascuna.
Intanto te ne inseriamo una qui come stuzzichino.
Leggi le frasi di Robert Burton
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Tutti i poeti sono pazzi.
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