Biografia di Vincenzo Cardarelli
Nazione: Italia
Nazareno Caldarelli nacque a Corneto Tarquinia (VT) il giorno 1 maggio 1887 e morì a Roma il 18 giugno 1959. Fu poeta, scrittore e giornalista.
Figlio illegittimo, visse un'infanzia segnata dalla mancanza della madre e da una situazione familiare complessa. Il padre gestiva il buffet della stazione ferroviaria, e la sua giovinezza fu caratterizzata da un'istruzione irregolare; tuttavia, sviluppò una solida cultura come autodidatta.
A diciassette anni, Cardarelli si trasferì a Roma, dove dovette adattarsi a vari lavori umili per mantenersi. Qui entrò in contatto con i circoli intellettuali della città e iniziò la sua carriera nel giornalismo, collaborando con diverse riviste letterarie. Lavorò come correttore di bozze per l'Avanti! e divenne uno dei redattori di questa testata, espandendo successivamente la sua collaborazione ad altre riviste importanti come Il marzocco, La voce e Il resto del Carlino.
La carriera poetica di Cardarelli iniziò nel 1916 con la pubblicazione di Prologhi, seguita da Viaggi nel tempo (1920), Favole e memorie (1925) e Il sole a picco (1929), quest'ultimo vincitore del Premio Bagutta. La sua poesia si distingueva per la limpidezza stilistica e un equilibrio tra forma classica e inquietudine esistenziale. Temi ricorrenti nelle sue opere includevano i ricordi legati all'infanzia, il passare del tempo e una profonda nostalgia per il suo paese natale.
Nel 1919, Cardarelli co-fondò, insieme a Baldini, Aurelio Saffi e altri, la rivista La ronda, che mirava a restituire dignità classica alla letteratura italiana (prendendo come esempi Manzoni e Leopardi), minacciata dai movimenti culturali dell'epoca come il Futurismo di Marinetti. Dopo la chiusura della rivista nel 1922, continuò a scrivere per quotidiani come Il Tevere e Il tempo, occupandosi di critica teatrale e letteraria.
Durante la sua vita riservata, scrisse opere significative come Il cielo sulla città (1939), Lettere non spedite (1946) e Villa Tarantola (1948); con quest'ultima vinse il Premio Strega. Alcuni anni dopo, nel 1954, pubblicò Viaggio d'un poeta in Russia, vincendo la prima edizione del Premio Napoli.
Morì cinque anni dopo, povero e in solitudine, lasciando un'eredità letteraria significativa; le sue opere sono state tradotte in diverse lingue e la sua capacità di coniugare classicità e modernità lo hanno reso per sempre una figura centrale nel panorama poetico del XX secolo.
Alcuni aneddoti degli ultimi tempi di Cardarelli sono narrati da Ennio Flaiano ne La solitudine del satiro e da Andrea Camilleri (suo inquilino del piano di sopra nel periodo studentesco) in Esercizi di memoria.
Figlio illegittimo, visse un'infanzia segnata dalla mancanza della madre e da una situazione familiare complessa. Il padre gestiva il buffet della stazione ferroviaria, e la sua giovinezza fu caratterizzata da un'istruzione irregolare; tuttavia, sviluppò una solida cultura come autodidatta.
A diciassette anni, Cardarelli si trasferì a Roma, dove dovette adattarsi a vari lavori umili per mantenersi. Qui entrò in contatto con i circoli intellettuali della città e iniziò la sua carriera nel giornalismo, collaborando con diverse riviste letterarie. Lavorò come correttore di bozze per l'Avanti! e divenne uno dei redattori di questa testata, espandendo successivamente la sua collaborazione ad altre riviste importanti come Il marzocco, La voce e Il resto del Carlino.
La carriera poetica di Cardarelli iniziò nel 1916 con la pubblicazione di Prologhi, seguita da Viaggi nel tempo (1920), Favole e memorie (1925) e Il sole a picco (1929), quest'ultimo vincitore del Premio Bagutta. La sua poesia si distingueva per la limpidezza stilistica e un equilibrio tra forma classica e inquietudine esistenziale. Temi ricorrenti nelle sue opere includevano i ricordi legati all'infanzia, il passare del tempo e una profonda nostalgia per il suo paese natale.
Nel 1919, Cardarelli co-fondò, insieme a Baldini, Aurelio Saffi e altri, la rivista La ronda, che mirava a restituire dignità classica alla letteratura italiana (prendendo come esempi Manzoni e Leopardi), minacciata dai movimenti culturali dell'epoca come il Futurismo di Marinetti. Dopo la chiusura della rivista nel 1922, continuò a scrivere per quotidiani come Il Tevere e Il tempo, occupandosi di critica teatrale e letteraria.
Durante la sua vita riservata, scrisse opere significative come Il cielo sulla città (1939), Lettere non spedite (1946) e Villa Tarantola (1948); con quest'ultima vinse il Premio Strega. Alcuni anni dopo, nel 1954, pubblicò Viaggio d'un poeta in Russia, vincendo la prima edizione del Premio Napoli.
Morì cinque anni dopo, povero e in solitudine, lasciando un'eredità letteraria significativa; le sue opere sono state tradotte in diverse lingue e la sua capacità di coniugare classicità e modernità lo hanno reso per sempre una figura centrale nel panorama poetico del XX secolo.
Alcuni aneddoti degli ultimi tempi di Cardarelli sono narrati da Ennio Flaiano ne La solitudine del satiro e da Andrea Camilleri (suo inquilino del piano di sopra nel periodo studentesco) in Esercizi di memoria.
Frasi di Vincenzo Cardarelli
Abbiamo un totale di 10 frasi.
Ove necessario le abbiamo suddivise in pagine da 50 frasi ciascuna.
Intanto te ne inseriamo una qui come stuzzichino.
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La vita io l'ho castigata vivendola.
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