Biografia di Filippo Marinetti
Nazione: Italia
Filippo Tommaso Marinetti nacque ad Alessandria d'Egitto il 22 dicembre 1876 e morì a Bellagio (CO) il 2 dicembre 1944. Fu scrittore, poeta, militare e drammaturgo.
Nacque in una famiglia italiana benestante: suo padre, Enrico Marinetti, era un avvocato civilista, mentre sua madre, Amalia Grolli, proveniva da Milano. Cresciuto in un ambiente colto, Marinetti mostrò fin da giovane una passione per la letteratura, fondando a soli diciassette anni una rivista scolastica intitolata Le Papyrus. Dopo aver completato gli studi presso un collegio gesuita e ottenuto il baccalaureato a Parigi nel 1893, si trasferì in Italia per studiare giurisprudenza a Pavia e Genova, laureandosi nel 1899.
Negli anni successivi, Marinetti iniziò a scrivere poesie e articoli per riviste letterarie, collaborando con pubblicazioni come Antologie revue e La Vogue. Le sue prime opere risentirono dell'influenza del simbolismo e del liberty, ma già nel 1905 fondò la rivista Poesia, che divenne un importante punto di riferimento per il nascente movimento futurista. Nel 1909, pubblicò il manifesto futurista su Le Figaro, segnando ufficialmente l'inizio di questa avanguardia artistica che mirava a rompere con il passato e celebrare la modernità.
Le sue idee furono rapidamente adottate in Italia, dove gli scrittori Aldo Palazzeschi, Corrado Govoni e Ardengo Soffici furono tra i suoi discepoli più importanti. Il manifesto di Marinetti fu anche approvato dai pittori futuristi, che pubblicarono un proprio manifesto nel 1910. Pittori e scultori come Umberto Boccioni, Giacomo Balla e Gino Severini portarono poi avanti le sue idee anche in altre discipline artistiche.
Marinetti si distinse per il suo fervore e la sua capacità di coinvolgere artisti di diverse discipline. Le sue idee sul "vitalismo meccanico" si concretizzarono in opere come Mafarka il futurista (1910) e Zang Tumb Tumb (1914), che riflettevano il suo entusiasmo per la tecnologia e la guerra. In un volume di poesie, Guerra sola igiene del mondo (1915), Marinetti esultò per lo scoppio della prima guerra mondiale e sollecitò che l'Italia fosse coinvolta. La sua adesione al futurismo non fu solo teorica; si arruolò come volontario nella Prima Guerra Mondiale e ricevette due medaglie al valore.
Nel 1923 sposò Benedetta Cappa, una pittrice futurista con cui ebbe tre figlie. Nonostante le sue posizioni anarchiche e anticlericali, si avvicinò al fascismo negli anni '20 e sostenne in Futurismo e Fascismo (1924) che il fascismo era la naturale estensione del futurismo. Tuttavia, mantenne sempre una certa autonomia critica rispetto al regime, opponendosi alle leggi razziali.
Sebbene le sue opinioni aiutassero temporaneamente ad accendere il patriottismo italiano, Marinetti perse la maggior parte del suo seguito entro il secondo decennio del XX secolo, ma continuò a scrivere e a promuovere il futurismo fino alla sua morte.
La sua eredità è complessa: sebbene le sue opere letterarie siano state spesso considerate secondarie rispetto ai suoi manifesti e alle sue attività di promotore culturale, egli rimane una figura centrale nella storia delle avanguardie artistiche del XX secolo. La sua visione audace e provocatoria ha influenzato non solo la letteratura ma anche le arti visive e la cultura contemporanea.
Nacque in una famiglia italiana benestante: suo padre, Enrico Marinetti, era un avvocato civilista, mentre sua madre, Amalia Grolli, proveniva da Milano. Cresciuto in un ambiente colto, Marinetti mostrò fin da giovane una passione per la letteratura, fondando a soli diciassette anni una rivista scolastica intitolata Le Papyrus. Dopo aver completato gli studi presso un collegio gesuita e ottenuto il baccalaureato a Parigi nel 1893, si trasferì in Italia per studiare giurisprudenza a Pavia e Genova, laureandosi nel 1899.
Negli anni successivi, Marinetti iniziò a scrivere poesie e articoli per riviste letterarie, collaborando con pubblicazioni come Antologie revue e La Vogue. Le sue prime opere risentirono dell'influenza del simbolismo e del liberty, ma già nel 1905 fondò la rivista Poesia, che divenne un importante punto di riferimento per il nascente movimento futurista. Nel 1909, pubblicò il manifesto futurista su Le Figaro, segnando ufficialmente l'inizio di questa avanguardia artistica che mirava a rompere con il passato e celebrare la modernità.
Le sue idee furono rapidamente adottate in Italia, dove gli scrittori Aldo Palazzeschi, Corrado Govoni e Ardengo Soffici furono tra i suoi discepoli più importanti. Il manifesto di Marinetti fu anche approvato dai pittori futuristi, che pubblicarono un proprio manifesto nel 1910. Pittori e scultori come Umberto Boccioni, Giacomo Balla e Gino Severini portarono poi avanti le sue idee anche in altre discipline artistiche.
Marinetti si distinse per il suo fervore e la sua capacità di coinvolgere artisti di diverse discipline. Le sue idee sul "vitalismo meccanico" si concretizzarono in opere come Mafarka il futurista (1910) e Zang Tumb Tumb (1914), che riflettevano il suo entusiasmo per la tecnologia e la guerra. In un volume di poesie, Guerra sola igiene del mondo (1915), Marinetti esultò per lo scoppio della prima guerra mondiale e sollecitò che l'Italia fosse coinvolta. La sua adesione al futurismo non fu solo teorica; si arruolò come volontario nella Prima Guerra Mondiale e ricevette due medaglie al valore.
Nel 1923 sposò Benedetta Cappa, una pittrice futurista con cui ebbe tre figlie. Nonostante le sue posizioni anarchiche e anticlericali, si avvicinò al fascismo negli anni '20 e sostenne in Futurismo e Fascismo (1924) che il fascismo era la naturale estensione del futurismo. Tuttavia, mantenne sempre una certa autonomia critica rispetto al regime, opponendosi alle leggi razziali.
Sebbene le sue opinioni aiutassero temporaneamente ad accendere il patriottismo italiano, Marinetti perse la maggior parte del suo seguito entro il secondo decennio del XX secolo, ma continuò a scrivere e a promuovere il futurismo fino alla sua morte.
La sua eredità è complessa: sebbene le sue opere letterarie siano state spesso considerate secondarie rispetto ai suoi manifesti e alle sue attività di promotore culturale, egli rimane una figura centrale nella storia delle avanguardie artistiche del XX secolo. La sua visione audace e provocatoria ha influenzato non solo la letteratura ma anche le arti visive e la cultura contemporanea.
Frasi di Filippo Marinetti
Abbiamo un totale di 11 frasi.
Ove necessario le abbiamo suddivise in pagine da 50 frasi ciascuna.
Intanto te ne inseriamo una qui come stuzzichino.
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Il comunismo è l'esasperazione del cancro burocratico che ha sempre roso l'umanità.
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