1/13
La vita io l'ho castigata vivendola.
2/13
Poesia potrebbe anche definirsi: la fiducia di parlare a sé stessi.
3/13
Fin dove il cuore mi resse, arditamente mi spinsi.
4/13
L'idea che ci facciamo d'ogni cosa
è cagione che tutto ci deluda.
5/13
Dovevamo saperlo che l'amore
brucia la vita e fa volare il tempo.
6/13
Così la fanciullezza fa ruzzolare il mondo e il saggio non è che un fanciullo che si duole di essere cresciuto.
7/13
I ricordi, queste ombre troppo lunghe
del nostro breve corpo,
questo strascico di morte
che noi lasciamo vivendo,
i lugubri e durevoli ricordi.
8/13
Il saggio non è che un fanciullo
che si duole di essere cresciuto.
9/13
Ce ne sono di chiese e di chiesuole,
al mio paese, quante se ne vuole!
E santi che dai loro tabernacoli
son sempre fuori a compiere miracoli.
Santi alla buona, santi famigliari,
non stanno inoperosi sugli altari.
E chi ha cara la subbia, chi la pialla,
chi guarda il focolare e chi la stalla,
chi col maltempo, di prima mattina,
comanda ai venti, alla pioggia, alla brina,
che fra cotanti e così vari stati,
ha cura dei mariti disgraziati.
10/13
La speranza è nell'opera.
Io sono un cinico a cui rimane
per la sua fede questo al di là.
Io sono un cinico che ha fede in quel che fa.
11/13
Vaga e triste è degli uomini la sorte:
degli uomini che passano
con non maggior fragore d'una foglia
che si tramuta in terra. Il sole è stanco di contemplare
una tanto monotona vicenda.
12/13
Invano, invano lotto
per possedere i giorni
che mi travolgono rumorosi.
Io annego nel tempo.
13/13
O gioventù, innocenza, illusioni,
tempo senza peccato, secol d'oro!
Poi che trascorsi siete
si costuma rimpiangervi
quale un perduto bene.
Io so che foste un male.