Biografia di Nicolas Boileau

Nicolas Boileau
Nazione: Francia    
Nicolas Boileau nacque a Parigi il giorno 1 novembre 1636 e morì sempre a Parigi il 13 marzo 1711. Fu poeta, scrittore e critico letterario.

Fu uno degli ultimi dei sedici figli di Gilles Boileau, notaio alla Corte dei Conti, e crebbe in un ambiente borghese colto che gli assicurò un'educazione classica presso il Collège d'Harcourt e poi in quello di Beauvais, dove studiò retorica, filosofia e teologia.

Pur essendosi laureato in diritto nel 1656 e iscritto all'ordine degli avvocati, abbandonò presto la professione legale dopo la morte del padre nel 1657, preferendo dedicarsi alla letteratura grazie a una modesta rendita dal priorato di Saint-Paterne.

In questi primi anni scrisse satire corrosive contro i vizi della società parigina, leggendole in privato nei salotti letterari, e nel 1666 pubblicò le prime sette Satires, che lo imposero come poeta satirico di talento, seguito da altre due nel 1668 e dalle Épîtres a partire dal medesimo anno.

Frequentò i circoli intellettuali di Parigi, stringendo amicizie profonde con Molière, La Fontaine e Racine, coi quali condivise dibattiti sul teatro e la poesia, e fu protetto da madame de Montespan, favorita di Luigi XIV, che lo introdusse alla corte nel 1674.

Nello stesso anno pubblicò l'opera più celebre, L'Art poétique, un trattato didascalico in versi in dodici canti che codificava i principi del classicismo francese ispirandosi a Orazio e Aristotele: propugnava l'imitazione della natura, la razionalità, il rispetto delle unità aristoteliche e la superiorità dei "moderni" purché fedeli ai modelli antichi, influenzando profondamente la letteratura europea e ponendosi come manifesto del gusto neoclassico, tanto da guadagnarsi il soprannome di legislatore del Parnaso.

Tra il 1674 e il 1683 compose il poema eroicomico Le lutrin, satira delle dispute ecclesiastiche ispirata all'Adelphi di Terenzio, che consolidò la sua fama di poeta versatile.

Nel 1677 Luigi XIV lo nominò, insieme a Racine, storiografo di corte con una pensione annua, e nel 1684 lo elesse membro dell'Académie française, dove difese con vigore i "Quaranta" contro i "moderni" nella celebre querelle, opponendosi a Charles Perrault con satire come la Réflexions critiques sur Longin (1694) e le Lettres à Perrault (1700).

Negli ultimi anni accentuò le venature gianseniste nelle satire conclusive, tra cui l'ultima censurata dal re per il suo tono anticlericale, vivendo ritiratamente fino alla morte. Boileau lasciò un'eredità di rigore estetico che plasmò il Grand Siècle, influenzando Voltaire, Pope e Dryden, e rimane un pilastro della teoria letteraria francese.


Frasi di Nicolas Boileau

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L'uomo più saggio è colui che non crede affatto di esserlo.


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