Biografia di Jean-Paul Sartre
Nazione: Francia
Jean-Paul-Charles-Aymard Sartre nacque a Parigi il 21 giugno 1905 e morì a Parigi il 15 aprile 1980. Fu scrittore, filosofo, critico letterario e drammaturgo.
Sartre nacque praticamente già orfano, in quanto il padre morì di febbre gialla quando lui aveva 15 mesi. Il posto del padre venne preso dal nonno, che iniziò a istruire Jean-Paul mettendogli a disposizione una ricca biblioteca fino ai 10 anni. Poi il ragazzo cominciò ad andare a scuola. Affetto da alcuni problemi fisici (strabismo, bassa statura e, probabilmente, anche una lieve forma di autismo), fu oggetto di bullismo.
Dopo il liceo, si iscrisse alla École Normale Supérieure dove si laureò in filosofia. Qui conobbe Simone de Beauvoir con la quale ebbe una tormentata storia sentimentale durata tutta la vita. Nel 1933 vinse una borsa di studio che gli permise di prendere una specializzazione a Berlino, entrando in contatto con le ideologie di Heidegger, Marx e Rousseau.
Durante la seconda guerra mondiale venne fatto prigioniero dai tedeschi ma riuscì a fuggire e ad entrare nella Resistenza nella stessa formazione in cui militò anche Camus. Per circa un decennio dopo la fine della guerra Sartre conobbe un successo strepitoso, anche attraverso la rivista Les Temps Modernes da lui fondata. La sua filosofia diede vita all'esistenzialismo, il cui fulcro è l'esistenza umana come spunto di riflessione.
Nel 1949 venne creato un comitato internazionale per la liberazione del poeta turco Nazim Hikmet, di cui fecero parte Sartre, Picasso, Neruda e altri, che riuscì nell'intento di ottenere la liberazione di Hikmet. Nel 1953, invece, Sartre scrisse un appello al governo americano per graziare i coniugi Rosenberg, accusati di spionaggio a favore dell'URSS. L'appello fu firmato anche da Picasso, Simone de Beauvoir e Frida Kahlo, ma i Rosenberg furono comunque giustiziati.
Anche negli anni successivi Sartre continuò questa attività nei confronti dell'uomo e del valore della sua esistenza. Nel 1964 venne insignito del premio Nobel per la letteratura ma lo rifiutò, così come aveva già rifiutato la Legion d'Onore nel 1945 e una cattedra al Collegio di Francia. Durante la sua vita Sartre fece uso di farmaci e droghe, queste ultime per sostenere i suoi elevatissimi ritmi di lavoro. Minato nel fisico, morì di edema polmonare qualche anno dopo aver già avuto un ictus e una emorragia retinica all'occhio sano.
Il presidente francese, Valery Giscard d'Estaing, propose dei funerali di Stato, onore fino a quel momento concesso solo a Victor Hugo, ma la famiglia rifiutò. Dopo essere stato sepolto al cimitero Père-Lachaise per qualche giorno, venne cremato e sepolto a Montparnasse dove successivamente venne seppellita anche Simone de Beauvoir.
Sartre nacque praticamente già orfano, in quanto il padre morì di febbre gialla quando lui aveva 15 mesi. Il posto del padre venne preso dal nonno, che iniziò a istruire Jean-Paul mettendogli a disposizione una ricca biblioteca fino ai 10 anni. Poi il ragazzo cominciò ad andare a scuola. Affetto da alcuni problemi fisici (strabismo, bassa statura e, probabilmente, anche una lieve forma di autismo), fu oggetto di bullismo.
Dopo il liceo, si iscrisse alla École Normale Supérieure dove si laureò in filosofia. Qui conobbe Simone de Beauvoir con la quale ebbe una tormentata storia sentimentale durata tutta la vita. Nel 1933 vinse una borsa di studio che gli permise di prendere una specializzazione a Berlino, entrando in contatto con le ideologie di Heidegger, Marx e Rousseau.
Durante la seconda guerra mondiale venne fatto prigioniero dai tedeschi ma riuscì a fuggire e ad entrare nella Resistenza nella stessa formazione in cui militò anche Camus. Per circa un decennio dopo la fine della guerra Sartre conobbe un successo strepitoso, anche attraverso la rivista Les Temps Modernes da lui fondata. La sua filosofia diede vita all'esistenzialismo, il cui fulcro è l'esistenza umana come spunto di riflessione.
Nel 1949 venne creato un comitato internazionale per la liberazione del poeta turco Nazim Hikmet, di cui fecero parte Sartre, Picasso, Neruda e altri, che riuscì nell'intento di ottenere la liberazione di Hikmet. Nel 1953, invece, Sartre scrisse un appello al governo americano per graziare i coniugi Rosenberg, accusati di spionaggio a favore dell'URSS. L'appello fu firmato anche da Picasso, Simone de Beauvoir e Frida Kahlo, ma i Rosenberg furono comunque giustiziati.
Anche negli anni successivi Sartre continuò questa attività nei confronti dell'uomo e del valore della sua esistenza. Nel 1964 venne insignito del premio Nobel per la letteratura ma lo rifiutò, così come aveva già rifiutato la Legion d'Onore nel 1945 e una cattedra al Collegio di Francia. Durante la sua vita Sartre fece uso di farmaci e droghe, queste ultime per sostenere i suoi elevatissimi ritmi di lavoro. Minato nel fisico, morì di edema polmonare qualche anno dopo aver già avuto un ictus e una emorragia retinica all'occhio sano.
Il presidente francese, Valery Giscard d'Estaing, propose dei funerali di Stato, onore fino a quel momento concesso solo a Victor Hugo, ma la famiglia rifiutò. Dopo essere stato sepolto al cimitero Père-Lachaise per qualche giorno, venne cremato e sepolto a Montparnasse dove successivamente venne seppellita anche Simone de Beauvoir.
Frasi di Jean-Paul Sartre
Abbiamo un totale di 36 frasi.
Le abbiamo suddivise in pagine da 50 frasi ciascuna.
Intanto te ne inseriamo una qui come stuzzichino.
Leggi le frasi di Jean-Paul Sartre
Le abbiamo suddivise in pagine da 50 frasi ciascuna.
Intanto te ne inseriamo una qui come stuzzichino.
Ogni parola ha delle conseguenze.
Ogni silenzio anche.
Ogni silenzio anche.
Leggi le frasi di Jean-Paul Sartre