Biografia di Paolo Villaggio

Paolo Villaggio
Nazione: Italia    
Paolo Villaggio nacque a Genova il 30 dicembre 1932 e morì a Roma il 3 luglio 2017. Fu attore, comico, scrittore e sceneggiatore.

Il padre Ettore era un ingegnere edile di origine palermitana, trasferitosi al Nord per lavoro, mentre sua madre Maria, di origini veneziane, era un'insegnante di lingua tedesca. Aveva anche un fratello gemello, Pietro, detto Piero.
Crebbe frequentando la scuola elementare Diaz a Genova, insieme a compagni come Paolo Fresco, che sarebbe diventato un importante manager industriale.

Gli anni della giovinezza di Villaggio rimasero impressi nel suo immaginario e li raccontò più volte nelle sue opere teatrali e buffe narrazioni, dove riviveva l'impatto con eventi storici come lo sbarco degli alleati e le stranezze di quel periodo, come per esempio l'assaggio di cibi e bevande allora sconosciuti come la Coca-Cola.

Villaggio intraprese studi universitari che però non completò mai, nonostante fosse un lettore appassionato soprattutto di letteratura e storia. La sua carriera artistica iniziò in ambito comico e televisivo, scoperto da Maurizio Costanzo nel 1967, ma la fama arrivò soprattutto grazie alla sua capacità di creare personaggi grotteschi e al tempo stesso profondamente umani, caratterizzati da un'ironia tragica e innovativa.

Il suo personaggio più famoso fu senza dubbio il ragionier Ugo Fantozzi, centrale in una serie di romanzi (il primo pubblicato nel 1971) e in una saga cinematografica lunga dieci pellicole, che lo rese una vera maschera della commedia italiana, originale per il suo linguaggio fatto di neologismi e termini burocratici divenuti parte integrante della lingua italiana comune.

Oltre a Fantozzi, Villaggio costruì altri personaggi come il timido Giandomenico Fracchia e il professor Kranz, entrambi parte di una comicità surreale e spesso amara. La sua presenza nel cinema non si limitò alla commedia; Villaggio lavorò con registi di grande rilievo come Federico Fellini, con cui realizzò La voce della luna nel 1989, Marco Ferreri, Lina Wertmüller, Ermanno Olmi e Mario Monicelli, cimentandosi anche in ruoli più drammatici.

La sua filmografia include titoli che hanno segnato la storia della comicità italiana come Il terribile ispettore (1969), Fracchia la belva umana (1981) e Fantozzi va in pensione (1988), film che hanno consolidato il suo ruolo di attore poliedrico e autore.

Oltre alle amicizie nate sui banchi di scuola, come quella con Paolo Fresco, compagno di studi al liceo, Villaggio poteva vantare uno strettissimo rapporto con Fabrizio De André, conosciuto durante l'adolescenza a Cortina. I due coltivarono una stretta amicizia e collaborarono poi anche artisticamente: di Villaggio sono infatti i testi delle canzoni Il fannullone e Carlo Martello ritorna dalla battaglia di Poitiers scritte poi da De Andrè. Villaggio visse anche un rapporto complesso con i suoi figli Elisabetta e Pierfrancesco, con i quali ultimamente collaborò professionalmente e che parlarono di una figura paterna non semplice ma capace di insegnare molto attraverso la sua personalità unica.

Alla sua morte lasciò un'impronta talmente vasta e influente, ricca delle collaborazioni cinematografiche, teatrali e televisive con personaggi come Luciano Salce, Sergio Corbucci, Steno, Monicelli, Gassman, Nanny Loy, Renato Pozzetto, Gaber e molti altri, tale da essere considerato da personaggi come Beppe Grillo e Enrico Giacovelli al pari di comici quali Buster Keaton, Charlie Chaplin e Stanlio e Ollio.


Frasi di Paolo Villaggio

Per ora abbiamo un totale di 1 frasi.
Ove necessario le abbiamo suddivise in pagine da 50 frasi ciascuna.
Intanto te ne inseriamo una qui come stuzzichino.

Il comico non diventa mai adulto, resta sempre un bambino.


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