Biografia di Stéphane Mallarmé
Nazione: Francia
Étienne Mallarmé, detto Stéphane, nacque a Parigi il 18 marzo 1842 e morì a Valvins, Francia il 9 settembre 1898. Fu poeta, scrittore e drammaturgo.
Da giovane fu uno studente talmente mediocre da vedersi rifiutare l'iscrizione in collegio nel 1855. Due anni dopo perse la sorella Maria e in quel periodo cominciò a produrre i primi lavori adolescenziali, ispirati da autori come Victor Hugo. Nel 1860 venne a conoscenza de Le fleurs du mal (I fiori del male) di Baudelaire che influenzò le sue prime opere adulte.
Alcune sue opere cominciarono ad apparire in diverse riviste, ma lui si trasferì a Londra insieme ad una tedesca conosciuta in precedenza, dove contava di diventare insegnante di inglese. Potè farlo solo quando fu riformato al servizio militare nel 1863. Venne poi nominato titolare di una cattedra in un liceo di Tournon, nella regione meridionale francese dell'Ardèche. Vi si stabilì, pur sentendosi come in esilio, e lì nacque sua figlia Geneviève.
Nel 1865 scrisse il suo poema più famoso, L'après-midi d'un faune (Il pomeriggio di un fauno). Mallarmé avrebbe voluto vedere questa sua opera rappresentata al Teatro Francese ma gli venne rifiutata. Ne seguì un periodo di crisi durante il quale però ebbe modo di conoscere personaggi del calibro di Rimbaud e Manet. Nel 1876 proprio Manet illustrò la prima edizione de "L'après-midi d'un faune" che finalmente venne data alle stampe.
La notorietà di Mallarmé fu successivamente ampliata dal terzo capitolo del saggio di Paul Verlaine I poeti maledetti (gli altri due dedicati ad Arthur Rimbaud e Tristan Corbière). Alcuni anni dopo gli vennero presentati Oscar Wilde e Paul Valéry, che più tardi disse di considerare "L'après-midi d'un faune" il più grande poema della letteratura francese. Tra il 1891 e il 1894, il grande compositore francese Claude Debussy iniziò a mettere in musica il poema che inizialmente doveva essere diviso in tre parti, ma alla fine Debussy scrisse solo il Preludio. Il Prélude à l'après-midi d'un faune è considerato uno dei capolavori dell'impressionismo musicale.
Nel 1894 scoppiò il cosiddetto affare Dreyfus.
Come nei migliori gialli, il tutto ebbe inizio da un ritrovamento casuale, da parte di una donna delle pulizie nell'ambasciata di Germania a Parigi, di una nota scritta, dove un anonimo autore si offriva di vendere alcuni segreti militari ai tedeschi. Un frettoloso ragionamento stabilì che il colpevole doveva essere un ufficiale di stato maggiore di servizio nell'artiglieria e un confronto della calligrafia della nota con quella di alcuni ufficiali sospettati fecero cadere la colpa su Alfred Dreyfus, un ufficiale ebreo alsaziano assegnato allo Stato Maggiore dell'esercito francese. L'ufficiale venne arrestato e degradato e spedito alla colonia penale dell'Isola del Diavolo, nella Guyana Francese (la stessa di cui si parla nel romanzo Papillon). In patria però le indagini proseguirono perchè, apparentemente, lo spionaggio a favore dei tedeschi continuava. Tali indagini portarono molti addetti ai lavori a convincersi dell'innocenza di Dreyfus ma il fatto che fosse ebreo rendeva le autorità restie a ritornare sulla loro decisione.
Il 13 gennaio 1898 lo scrittore e giornalista Émile Zola fece pubblicare un articolo a sei colonne sulla prima pagina del quotidiano "L'aurore" intitolato J'accuse, dove si schierava apertamente in favore di Dreyfus. Molti altri intellettuali francesi, fra i quali Jules Renard, André Gide, Proust e lo stesso Mallarmé, si schierarono a fianco di Zola. Quest'ultimo venne comunque accusato di vilipendio delle forze armate, al che riparò in Inghilterra. Il caso Dreyfus ebbe così una visibilità inimmaginabile, ed ebbe un inaspettato colpo di scena nell'agosto del 1898 quando il colonnello Henry, principale accusatore di Dreyfus, venne arrestato con l'accusa di aver falsificato dei documenti del caso e si suicidò in carcere (anche se alcuni pensano che sia stato assassinato).
Dreyfus fu rimpatriato e il processo subì una revisione. Intrighi di palazzo e il coinvolgimento degli alti ranghi dell'establishment militare fecero sì che Dreyfus venisse comunque condannato a 10 anni per tradimento. L'eco di questa seconda condanna fu tale che alle elezioni venne eletta una parte politica completamente diversa. Il nuovo Presidente del Consiglio, Pierre Waldeck-Rousseau, nel tentativo di risolvere la questione una volta per tutte, consigliò a Dreyfus di presentare domanda di grazia. Dreyfus e i suoi avvocati accettarono e Dreyfus fu graziato dal presidente della Repubblica Émile Loubet. A conclusione della vicenda vale la pena di citare quanto scritto dalla filosofa Hannah Arendt, la quale sostenne che era improbabile che la grazia a Dreyfus fosse il risultato del movimento di indignazione dei "dreyfusard"; molto più probabile, invece, era che avesse avuto molto più peso la pressione internazionale delle nazioni che minacciavano di disertare l'esposizione mondiale di Parigi del 1900.
Mallarmé, comunque, non potè mai vedere la conclusione della vicenda, perchè morì pochi giorni dopo il suicidio del colonnello Henry.
Da giovane fu uno studente talmente mediocre da vedersi rifiutare l'iscrizione in collegio nel 1855. Due anni dopo perse la sorella Maria e in quel periodo cominciò a produrre i primi lavori adolescenziali, ispirati da autori come Victor Hugo. Nel 1860 venne a conoscenza de Le fleurs du mal (I fiori del male) di Baudelaire che influenzò le sue prime opere adulte.
Alcune sue opere cominciarono ad apparire in diverse riviste, ma lui si trasferì a Londra insieme ad una tedesca conosciuta in precedenza, dove contava di diventare insegnante di inglese. Potè farlo solo quando fu riformato al servizio militare nel 1863. Venne poi nominato titolare di una cattedra in un liceo di Tournon, nella regione meridionale francese dell'Ardèche. Vi si stabilì, pur sentendosi come in esilio, e lì nacque sua figlia Geneviève.
Nel 1865 scrisse il suo poema più famoso, L'après-midi d'un faune (Il pomeriggio di un fauno). Mallarmé avrebbe voluto vedere questa sua opera rappresentata al Teatro Francese ma gli venne rifiutata. Ne seguì un periodo di crisi durante il quale però ebbe modo di conoscere personaggi del calibro di Rimbaud e Manet. Nel 1876 proprio Manet illustrò la prima edizione de "L'après-midi d'un faune" che finalmente venne data alle stampe.
La notorietà di Mallarmé fu successivamente ampliata dal terzo capitolo del saggio di Paul Verlaine I poeti maledetti (gli altri due dedicati ad Arthur Rimbaud e Tristan Corbière). Alcuni anni dopo gli vennero presentati Oscar Wilde e Paul Valéry, che più tardi disse di considerare "L'après-midi d'un faune" il più grande poema della letteratura francese. Tra il 1891 e il 1894, il grande compositore francese Claude Debussy iniziò a mettere in musica il poema che inizialmente doveva essere diviso in tre parti, ma alla fine Debussy scrisse solo il Preludio. Il Prélude à l'après-midi d'un faune è considerato uno dei capolavori dell'impressionismo musicale.
Nel 1894 scoppiò il cosiddetto affare Dreyfus.
Come nei migliori gialli, il tutto ebbe inizio da un ritrovamento casuale, da parte di una donna delle pulizie nell'ambasciata di Germania a Parigi, di una nota scritta, dove un anonimo autore si offriva di vendere alcuni segreti militari ai tedeschi. Un frettoloso ragionamento stabilì che il colpevole doveva essere un ufficiale di stato maggiore di servizio nell'artiglieria e un confronto della calligrafia della nota con quella di alcuni ufficiali sospettati fecero cadere la colpa su Alfred Dreyfus, un ufficiale ebreo alsaziano assegnato allo Stato Maggiore dell'esercito francese. L'ufficiale venne arrestato e degradato e spedito alla colonia penale dell'Isola del Diavolo, nella Guyana Francese (la stessa di cui si parla nel romanzo Papillon). In patria però le indagini proseguirono perchè, apparentemente, lo spionaggio a favore dei tedeschi continuava. Tali indagini portarono molti addetti ai lavori a convincersi dell'innocenza di Dreyfus ma il fatto che fosse ebreo rendeva le autorità restie a ritornare sulla loro decisione.
Il 13 gennaio 1898 lo scrittore e giornalista Émile Zola fece pubblicare un articolo a sei colonne sulla prima pagina del quotidiano "L'aurore" intitolato J'accuse, dove si schierava apertamente in favore di Dreyfus. Molti altri intellettuali francesi, fra i quali Jules Renard, André Gide, Proust e lo stesso Mallarmé, si schierarono a fianco di Zola. Quest'ultimo venne comunque accusato di vilipendio delle forze armate, al che riparò in Inghilterra. Il caso Dreyfus ebbe così una visibilità inimmaginabile, ed ebbe un inaspettato colpo di scena nell'agosto del 1898 quando il colonnello Henry, principale accusatore di Dreyfus, venne arrestato con l'accusa di aver falsificato dei documenti del caso e si suicidò in carcere (anche se alcuni pensano che sia stato assassinato).
Dreyfus fu rimpatriato e il processo subì una revisione. Intrighi di palazzo e il coinvolgimento degli alti ranghi dell'establishment militare fecero sì che Dreyfus venisse comunque condannato a 10 anni per tradimento. L'eco di questa seconda condanna fu tale che alle elezioni venne eletta una parte politica completamente diversa. Il nuovo Presidente del Consiglio, Pierre Waldeck-Rousseau, nel tentativo di risolvere la questione una volta per tutte, consigliò a Dreyfus di presentare domanda di grazia. Dreyfus e i suoi avvocati accettarono e Dreyfus fu graziato dal presidente della Repubblica Émile Loubet. A conclusione della vicenda vale la pena di citare quanto scritto dalla filosofa Hannah Arendt, la quale sostenne che era improbabile che la grazia a Dreyfus fosse il risultato del movimento di indignazione dei "dreyfusard"; molto più probabile, invece, era che avesse avuto molto più peso la pressione internazionale delle nazioni che minacciavano di disertare l'esposizione mondiale di Parigi del 1900.
Mallarmé, comunque, non potè mai vedere la conclusione della vicenda, perchè morì pochi giorni dopo il suicidio del colonnello Henry.
Frasi di Stéphane Mallarmé
Abbiamo un totale di 15 frasi.
Le abbiamo suddivise in pagine da 50 frasi ciascuna.
Intanto te ne inseriamo una qui come stuzzichino.
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Non si scrive un poema con le idee, ma con le parole.
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