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L'istinto detta il dovere e l'intelligenza fornisce i pretesti per eluderlo.
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I paradossi di oggi sono i pregiudizi di domani.
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La fotografia acquista un po' della dignità che le manca quando cessa di essere una riproduzione della realtà e ci mostra cose che non esistono più.
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L'unico vero viaggio verso la scoperta non consiste nella ricerca di nuovi paesaggi, ma nell'avere nuovi occhi.
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Lasciamo le belle donne agli uomini senza immaginazione.
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Siamo costretti, per rendere la realtà sopportabile, a coltivare in noi qualche piccola follia.
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Quando si fa quel che si può, si fa quel che si deve.
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É più facile rinunciare ad un sentimento che perdere un'abitudine.
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Se sognare un poco è pericoloso, la sua cura non è sognare meno ma sognare di più, sognare tutto il tempo.
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Tutte le decisioni definitive sono prese in uno stato d'animo che non è destinato a durare.
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Le teorie e le scuole, come i microbi e i globuli, si divorano tra di loro e assicurano, con la loro lotta, la continuità della vita.
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Viviamo di solito nell'abitudine, con il nostro essere ridotto al minimo. Le nostre facoltà restano addormentate, riposando sui guanciali dell'abitudine: essa sa quello che c'è da fare e non ha bisogno di loro.
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Amore è spazio e tempo misurati dal cuore.
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L'amore è l'esempio lampante di quanto poco significhi per noi la realtà.
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Dobbiamo essere grati alle persone che ci rendono felici.
Sono i premurosi giardinieri che fanno fiorire la nostra anima.
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La nostra personalità sociale è una creazione del pensiero degli altri.
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C'è una cosa dotata di una capacità d'esasperare che una persona non raggiungerà mai: un pianoforte.
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Capii soltanto che ripetere quello che tutti pensavano, non era, in politica, un segno d'infeiorità ma di superiorità.
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Un'opera si crea da sola la sua posterità.
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La realtà è il più abile dei nemici. Lancia i suoi attacchi contro quel punto del nostro cuore dove non ce li aspettavamo e dove non avevamo preparato difese.
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C'è una cosa ancora più difficile che costringersi a un regime: non imporlo agli altri.
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La saggezza è un punto di vista sulle cose.
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Non soltanto l'educazione dei bambini, anche quella dei poeti si fa a suon di schiaffi.
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Coloro che producono opere geniali, sono coloro che hanno avuto il potere, cessando bruscamente di vivere per se stessi, di rendere la propria personalità simile a uno specchio, nel quale la loro vita si rifletta.
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Il libro essenziale, il solo libro vero, un grande scrittore non deve, nel senso corrente, inventarlo, poiché esiste già in ciascuno di noi, ma tradurlo. Il dovere e il compito di uno scrittore sono quelli di un traduttore.
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Le stranezze delle persone simpatiche riescono esasperanti, ma non c'è persona simpatica che non sia per qualche verso strana.
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Lo snobismo è una malattia grave dell'anima, ma localizzata e che non la guasta tutta.
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La sofferenza è una specie di bisogno dell'organismo di prendere coscienza di uno stato nuovo.
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Gli storici, se non hanno avuto torto di rinunciare a spiegare le azioni dei popoli con la volontà dei re, devono però sostituirla con la psicologia dell'individuo, dell'individuo mediocre.
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Il tempo che abbiamo quotidianamente a nostra disposizione è elastico: le passioni che sentiamo lo espandono, quelle che ispiriamo lo contraggono; e l'abitudine riempie quello che rimane.
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Non c'è donna il cui possesso sia tanto prezioso quanto quello delle verità che ci rivela facendoci soffrire.
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Spesso le donne ci piacciono soltanto a causa del contrappeso di uomini a cui abbiamo dovuto disputarle.
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Non si lusingano mai tanto i giovani come facendo loro la morale, dando loro importanza, facendosi trattare da reazionari.
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Il nostro amore della vita non è altro che una vecchia liaison della quale non ci sappiamo sbarazzare.
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Meglio sognare la propria vita che viverla, benché viverla sia ancora sognarla.
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Riceviamo dalla nostra famiglia così le idee di cui viviamo come la malattia di cui moriremo.
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I fatti non penetrano nel mondo dove vivono le nostre convinzioni, non le hanno fatte nascere, non le distruggono; possono infliggere loro le più costanti smentite senza indebolirle.
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Quel prolungamento, quella moltiplicazione possibile di sé stessi, che è la felicità.
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Non è affatto certo che la felicità giunta troppo tardi, sia esattamente la stessa la cui mancanza ci rendeva un tempo tanto infelici.