Frasi di Marcel Proust



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L'istinto detta il dovere e l'intelligenza fornisce i pretesti per eluderlo.

2/39

I paradossi di oggi sono i pregiudizi di domani.

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La fotografia acquista un po' della dignità che le manca quando cessa di essere una riproduzione della realtà e ci mostra cose che non esistono più.

4/39

L'unico vero viaggio verso la scoperta non consiste nella ricerca di nuovi paesaggi, ma nell'avere nuovi occhi.

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Lasciamo le belle donne agli uomini senza immaginazione.

6/39

Siamo costretti, per rendere la realtà sopportabile, a coltivare in noi qualche piccola follia.

7/39

Quando si fa quel che si può, si fa quel che si deve.

8/39

É più facile rinunciare ad un sentimento che perdere un'abitudine.

9/39

Se sognare un poco è pericoloso, la sua cura non è sognare meno ma sognare di più, sognare tutto il tempo.

10/39

Tutte le decisioni definitive sono prese in uno stato d'animo che non è destinato a durare.

11/39

Le teorie e le scuole, come i microbi e i globuli, si divorano tra di loro e assicurano, con la loro lotta, la continuità della vita.

12/39

Viviamo di solito nell'abitudine, con il nostro essere ridotto al minimo. Le nostre facoltà restano addormentate, riposando sui guanciali dell'abitudine: essa sa quello che c'è da fare e non ha bisogno di loro.

13/39

Amore è spazio e tempo misurati dal cuore.

14/39

L'amore è l'esempio lampante di quanto poco significhi per noi la realtà.

15/39

Dobbiamo essere grati alle persone che ci rendono felici. Sono i premurosi giardinieri che fanno fiorire la nostra anima.

16/39

La nostra personalità sociale è una creazione del pensiero degli altri.

17/39

C'è una cosa dotata di una capacità d'esasperare che una persona non raggiungerà mai: un pianoforte.

18/39

Capii soltanto che ripetere quello che tutti pensavano, non era, in politica, un segno d'infeiorità ma di superiorità.

19/39

Un'opera si crea da sola la sua posterità.

20/39

La realtà è il più abile dei nemici. Lancia i suoi attacchi contro quel punto del nostro cuore dove non ce li aspettavamo e dove non avevamo preparato difese.

21/39

C'è una cosa ancora più difficile che costringersi a un regime: non imporlo agli altri.

22/39

La saggezza è un punto di vista sulle cose.

23/39

Non soltanto l'educazione dei bambini, anche quella dei poeti si fa a suon di schiaffi.

24/39

Coloro che producono opere geniali, sono coloro che hanno avuto il potere, cessando bruscamente di vivere per se stessi, di rendere la propria personalità simile a uno specchio, nel quale la loro vita si rifletta.

25/39

Il libro essenziale, il solo libro vero, un grande scrittore non deve, nel senso corrente, inventarlo, poiché esiste già in ciascuno di noi, ma tradurlo. Il dovere e il compito di uno scrittore sono quelli di un traduttore.

26/39

Le stranezze delle persone simpatiche riescono esasperanti, ma non c'è persona simpatica che non sia per qualche verso strana.

27/39

Lo snobismo è una malattia grave dell'anima, ma localizzata e che non la guasta tutta.

28/39

La sofferenza è una specie di bisogno dell'organismo di prendere coscienza di uno stato nuovo.

29/39

Gli storici, se non hanno avuto torto di rinunciare a spiegare le azioni dei popoli con la volontà dei re, devono però sostituirla con la psicologia dell'individuo, dell'individuo mediocre.

30/39

Il tempo che abbiamo quotidianamente a nostra disposizione è elastico: le passioni che sentiamo lo espandono, quelle che ispiriamo lo contraggono; e l'abitudine riempie quello che rimane.

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Non c'è donna il cui possesso sia tanto prezioso quanto quello delle verità che ci rivela facendoci soffrire.

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Spesso le donne ci piacciono soltanto a causa del contrappeso di uomini a cui abbiamo dovuto disputarle.

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Non si lusingano mai tanto i giovani come facendo loro la morale, dando loro importanza, facendosi trattare da reazionari.

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Il nostro amore della vita non è altro che una vecchia liaison della quale non ci sappiamo sbarazzare.

35/39

Meglio sognare la propria vita che viverla, benché viverla sia ancora sognarla.

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Riceviamo dalla nostra famiglia così le idee di cui viviamo come la malattia di cui moriremo.

37/39

I fatti non penetrano nel mondo dove vivono le nostre convinzioni, non le hanno fatte nascere, non le distruggono; possono infliggere loro le più costanti smentite senza indebolirle.

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Quel prolungamento, quella moltiplicazione possibile di sé stessi, che è la felicità.

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Non è affatto certo che la felicità giunta troppo tardi, sia esattamente la stessa la cui mancanza ci rendeva un tempo tanto infelici.




Biografia di Marcel Proust