Biografia di Jean Genet
Nazione: Francia
Jean Genet nacque a Parigi il 19 dicembre 1910 e morì sempre a Parigi il 15 aprile 1986. Fu drammaturgo, scrittore e poeta.
Nato da Gabrielle Genet e da un padre sconosciuto, dopo essere stato affidato a una famiglia adottiva, compì il suo primo furto all'età di dieci anni, segnando l'inizio della sua vita da delinquente. A diciotto anni, si arruolò nella Legione Straniera, dove scoprì l'Africa del Nord e il Medio Oriente, esperienze che lo segnarono profondamente. Tornato a Parigi, visse una vita di vagabondaggio e piccoli crimini, trascorrendo periodi in diverse prigioni, tra cui quella di Fresnes, dove scrisse molti dei suoi lavori più celebri.
La sua vita e la sua opera si intrecciano in modo profondo, rendendo difficile distinguere tra realtà e finzione; fra le sue opere citiamo: Notre dame des fleurs (1943), nella quale esplora la vita degli omosessuali nella Parigi di prima della guerra, Le miracle de la rose (1946), libro di carattere autobiografico che descrive i suoi anni in prigione, Journal du voleur ("Diario di un ladro") (1949), altra autobiografia in cui racconta la sua esperienza di ladro e vagabondo.
La sua produzione letteraria venne spesso censurata a causa dei contenuti ritenuti pornografici, ma le accuse penali vennero derubricate grazie all'intervento di personaggi influenti quali Cocteau e Sartre. Soprattutto quest'ultimo vedeva in Genet un ribelle, ma anche un artista il quale, avendo scritto molte delle sue opere in carcere, poteva essere paragonato ad un monaco nella sua cella. Anche Simone de Beauvoir, compagna di vita di Sartre, condivideva l'interesse per le questioni esistenziali e sociali che permeavano l'opera di Genet ed entrambi furono influenzati dalle sue opere e dalla sua vita ribelle.
Genet, coinvolto nei movimenti radicali degli anni '60, ebbe anche modo di incontrare Yasser Arafat, il quale gli chiese di scrivere un libro sulla situazione dei palestinesi. Fu così che nacque il suo ultimo lavoro: Le captif amoureux (1986).
Nato da Gabrielle Genet e da un padre sconosciuto, dopo essere stato affidato a una famiglia adottiva, compì il suo primo furto all'età di dieci anni, segnando l'inizio della sua vita da delinquente. A diciotto anni, si arruolò nella Legione Straniera, dove scoprì l'Africa del Nord e il Medio Oriente, esperienze che lo segnarono profondamente. Tornato a Parigi, visse una vita di vagabondaggio e piccoli crimini, trascorrendo periodi in diverse prigioni, tra cui quella di Fresnes, dove scrisse molti dei suoi lavori più celebri.
La sua vita e la sua opera si intrecciano in modo profondo, rendendo difficile distinguere tra realtà e finzione; fra le sue opere citiamo: Notre dame des fleurs (1943), nella quale esplora la vita degli omosessuali nella Parigi di prima della guerra, Le miracle de la rose (1946), libro di carattere autobiografico che descrive i suoi anni in prigione, Journal du voleur ("Diario di un ladro") (1949), altra autobiografia in cui racconta la sua esperienza di ladro e vagabondo.
La sua produzione letteraria venne spesso censurata a causa dei contenuti ritenuti pornografici, ma le accuse penali vennero derubricate grazie all'intervento di personaggi influenti quali Cocteau e Sartre. Soprattutto quest'ultimo vedeva in Genet un ribelle, ma anche un artista il quale, avendo scritto molte delle sue opere in carcere, poteva essere paragonato ad un monaco nella sua cella. Anche Simone de Beauvoir, compagna di vita di Sartre, condivideva l'interesse per le questioni esistenziali e sociali che permeavano l'opera di Genet ed entrambi furono influenzati dalle sue opere e dalla sua vita ribelle.
Genet, coinvolto nei movimenti radicali degli anni '60, ebbe anche modo di incontrare Yasser Arafat, il quale gli chiese di scrivere un libro sulla situazione dei palestinesi. Fu così che nacque il suo ultimo lavoro: Le captif amoureux (1986).
Frasi di Jean Genet
Abbiamo un totale di 6 frasi.
Ove necessario le abbiamo suddivise in pagine da 50 frasi ciascuna.
Intanto te ne inseriamo una qui come stuzzichino.
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Quel che ci serve è l'odio. Da esso nasceranno le nostre idee.
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