Biografia di Ivan Aleksandrovič Gončarov

Ivan Aleksandrovič Gončarov
Nazione: Russia    
Ivan Aleksandrovič Gončarov nacque a Simbirsk, Russia il 18 giugno 1812 e morì a San Pietroburgo, Russia il 27 settembre 1891. Fu un romanziere e narratore classico della letteratura russa.

I suoi genitori erano mercanti benestanti e la sua infanzia trascorsa nella casa della cittadina fu serena nonostante la morte del padre quando il piccolo Ivan aveva solo 7 anni. Il padrino Nicola Tregubov, si occupò della sua educazione con lungimiranza, mentre la madre gestiva le case e amministrava i beni di famiglia. Frequentò l'università moscovita: in quegli anni sentì l'influenza della filosofia hegeliana, della letteratura francese e degli scrittori Thackerary e Dickens.

Successivamente divenne funzionario presso il Ministero delle Finanze: fu un conservatore moderato, conducendo una vita tranquilla in cui l'unica 'avventura' che si concesse fu quella di aver guidato per conto del governo russo una missione commerciale in Giappone. Decise poi di descrivere il viaggio in un racconto, La fregata Pallada, a cavallo tra il 1855 e il 1857.

Tradusse anche gli scrittori tedeschi Johann Wolfgang von Goethe e Friedrich Schiller, e si diede alla frequentazione assidua del pittore Nikolaj Apollonovič Majkov. Si distinse per la stesura di Una storia comune, romanzo che narrava della sconfitta di un giovane idealista e sognatore di provincia. In seguito andò a vivere in Germania per riprendere la scrittura della seconda parte dell'opera Oblomov. Considerata ancora oggi il capolavoro dell'autore, è la storia di un proprietario terriero che simboleggia il fatalismo che porta alla all'inerzia fisica e spirituale: per questo fu coniato addirittura il termine oblovismo, che indica un temperamento passivo e rassegnato. Tornò poi a a San Pietroburgo, dove morì nel 1891.


Frasi di Ivan Aleksandrovič Gončarov

Abbiamo un totale di 4 frasi.
Ove necessario le abbiamo suddivise in pagine da 50 frasi ciascuna.
Intanto te ne inseriamo una qui come stuzzichino.

La miglior arma con cui si deve combattere la donna è la condiscendenza e quella più crudele è l'oblio.


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