Biografia di Matteo Bandello

Nazione: Italia
Matteo Bandello nacque a Castelnuovo Scrivia (AL) nel 1485 e morì a Bazens, Francia nel 1561. Fu vescovo cattolico e scrittore.
Cresciuto in una famiglia nobile, entrò nell'ordine domenicano e pronunciò i voti nel 1500. La sua formazione avvenne presso il convento di Santa Maria delle Grazie a Milano, dove ebbe l'opportunità di assistere alla creazione de "L'ultima cena" di Leonardo da Vinci. Bandello proseguì gli studi a Pavia e Genova, dove sviluppò relazioni con figure significative dell'epoca, come Giovanni Battista Cattaneo.
La sua vita fu segnata da eventi tumultuosi, tra cui la Battaglia di Pavia nel 1525, che lo costrinse a fuggire da Milano a causa dell'occupazione spagnola. Durante il suo esilio, Bandello si unì a Cesare Fregoso, un generale al servizio della Francia, e visse in diverse corti italiane, acquisendo esperienza e conoscenze che avrebbero arricchito il suo lavoro letterario.
La sua fama è principalmente legata alla raccolta di Novelle, pubblicata nel 1554 e ampliata nel 1573, composta da 214 racconti che si ispirano a modelli come il Decameron di Boccaccio. Le sue storie affrontano temi universali come l'amore, la vendetta e la fortuna, presentando una varietà di personaggi e situazioni che riflettono la complessità della vita umana.
Le novelle di Bandello ebbero un impatto significativo sulla letteratura successiva; tra le più celebri vi sono quelle che ispirarono opere di William Shakespeare, come Romeo e Giulietta e Much ado about nothing. La sua scrittura è caratterizzata da uno stile narrativo vivace e diretto, sebbene alcuni critici dell'epoca lo accusassero di trascuratezza stilistica. Nel 1550, Bandello fu nominato vescovo di Agen, dove trascorse gli ultimi anni della sua vita fino alla morte avvenuta nel 1561.
Cresciuto in una famiglia nobile, entrò nell'ordine domenicano e pronunciò i voti nel 1500. La sua formazione avvenne presso il convento di Santa Maria delle Grazie a Milano, dove ebbe l'opportunità di assistere alla creazione de "L'ultima cena" di Leonardo da Vinci. Bandello proseguì gli studi a Pavia e Genova, dove sviluppò relazioni con figure significative dell'epoca, come Giovanni Battista Cattaneo.
La sua vita fu segnata da eventi tumultuosi, tra cui la Battaglia di Pavia nel 1525, che lo costrinse a fuggire da Milano a causa dell'occupazione spagnola. Durante il suo esilio, Bandello si unì a Cesare Fregoso, un generale al servizio della Francia, e visse in diverse corti italiane, acquisendo esperienza e conoscenze che avrebbero arricchito il suo lavoro letterario.
La sua fama è principalmente legata alla raccolta di Novelle, pubblicata nel 1554 e ampliata nel 1573, composta da 214 racconti che si ispirano a modelli come il Decameron di Boccaccio. Le sue storie affrontano temi universali come l'amore, la vendetta e la fortuna, presentando una varietà di personaggi e situazioni che riflettono la complessità della vita umana.
Le novelle di Bandello ebbero un impatto significativo sulla letteratura successiva; tra le più celebri vi sono quelle che ispirarono opere di William Shakespeare, come Romeo e Giulietta e Much ado about nothing. La sua scrittura è caratterizzata da uno stile narrativo vivace e diretto, sebbene alcuni critici dell'epoca lo accusassero di trascuratezza stilistica. Nel 1550, Bandello fu nominato vescovo di Agen, dove trascorse gli ultimi anni della sua vita fino alla morte avvenuta nel 1561.
Frasi di Matteo Bandello
Abbiamo un totale di 1 frasi.
Ove necessario le abbiamo suddivise in pagine da 50 frasi ciascuna.
Intanto te ne inseriamo una qui come stuzzichino.
Leggi le frasi di Matteo Bandello
Ove necessario le abbiamo suddivise in pagine da 50 frasi ciascuna.
Intanto te ne inseriamo una qui come stuzzichino.
Se i savii talora non errassero, i pazzi si dispererebbero.
Leggi le frasi di Matteo Bandello