Frasi di Honoré de Balzac

51/77

Mai nessuno sforzo amministrativo o scolastico sostituirà i miracoli del caso cui si debbono i grandi uomini.

52/77

L'uomo di buon gusto dev'essere semplice nei suoi bisogni.

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Un sentimento non è il mondo in un pensiero?

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Tutti i sentimenti sono così: il nostro cuore è un tesoro, spendetelo in un sol colpo e sarete rovinati. Non perdoniamo a un sentimento di essersi mostrato tutt'intero, più di quanto perdoniamo a un uomo di non possedere più un soldo.

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Forse che la società non fa dell'uomo, a seconda dell'ambiente dove si svolge la sua attività, uomini diversi, tanti quante sono le varietà zoologiche? Sono dunque sempre esistite e sempre esisteranno specie sociali, così ci sono specie zoologiche.

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Non sai che ognuno ha la pretesa di soffrire molto più degli altri?

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"Il giornale", disse Lousteau, "dà per vero tutto ciò che è probabile. Questo è il nostro punto di partenza."

58/77

La malattia del nostro tempo è la superiorità. Ci sono più santi che nicchie.

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I fatti non sono mai assoluti, i loro effetti dipendono interamente dagli individui: la sventura è un marciapiede per il genio, una piscina per il cristiano, un tesoro per l'uomo abile, per i deboli un abisso.

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Uno strappo è una disgrazia, una macchia è un vizio.

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Otto giorni di febbre! Avrei avuto il tempo di scrivere ancora un libro.

62/77

La gioventù non osa guardarsi nello specchio della coscienza, quando inclina dalla parte dell'ingiustizia, mentre l'età matura vi si è vista: qui sta tutta la differenza fra queste due età della vita.

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Quei vasti sentimenti concentrati che gli ingenui chiamano vizi.

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Le vocazioni mancate stingono su tutta l'esistenza.

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La volontà può e deve essere motivo d'orgoglio più dell'ingegno.

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Tutte le cose vere somigliano a favole, tanto più che al nostro tempo le favole fanno l'impossibile per somigliare alla verità.

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Gli uomini riuniti in gregge sono ancora più ipocriti di quanto non siano quando il loro interesse li spinge a recitare la commedia.

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Le donne che si ravvedono delle loro follie si pentono del loro amore.

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Questa grande, nobile, deliziosa passione, l'unico simbolo autentico dell'amore, se non addirittura il suo alter ego.

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Il giornalismo è un inferno, un abisso d'iniquità, di menzogne, di tradimenti, che non si può traversare e dal quale non si può uscire puri a meno di essere protetti, come Dante, dal divino alloro di Virgilio.

71/77

Ah! La gloria, pessima merce. Si paga cara e non si conserva. Non sarebbe l'egoismo dei grandi uomini, come la felicità è quello degli sciocchi?

72/77

La gloria è il sole dei morti.

73/77

Quei bordelli del pensiero che si chiamano giornali.

74/77

Tutti moriamo incompresi: è il destino delle donne e degli scrittori.

75/77

L'interesse e il talento sono i soli consiglieri coscienziosi e utili.

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Il dispotismo fa illegalmente grandi cose, la libertà non si dà neppure la briga di farne legalmente di piccolissime.

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La stampa, come la donna, è ammirevole e sublime quando sostiene una bugia, non vi molla finché non vi ha costretti a crederci e mette in opera le più grandi qualità in questa lotta in cui il pubblico, stupido come il marito, soccombe sempre.


Biografia di Honoré de Balzac