Frasi di Seneca

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La grandine colpisce anche le messi degli uomini migliori.

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Optimorum virorum segetem grando percussit.

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Il discorso è il bell'ornamento dell'animo.

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Oratio cultus animi est.

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Il riposo senza lettere è la morte e la sepoltura dell'uomo vivo.

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Otium sine litteris mors est et hominis vivi sepultura.

257/365

Notate i foruncoli degli altri, mentre voi siete ricoperti di ulcere.

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Papulas observatis alienas, obsiti plurimus ulceribus.

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La maggior parte della bontà consiste nel voler essere buono.

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Pars magna bonitatis est velle fieri bonum.

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Dal momento in cui il denaro cominciò a essere onorato è caduto il vero onore delle cose.

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Pecunia ex quo in honore esse coepit, verus reum honor cecidit.

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Con le lacrime non si sente il dolore, ma lo si ostenta.

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Per lacrimas dolorem non sequimur, sed ostendimus.

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Il pigro ostacola se stesso.

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Piger ipse sibi obstat.

267/365

La filosofia non accolse Platone già nobile, ma lo rese tale.

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Platonem non accepit nobilem philosophia, sed fecit.

269/365

Chi spera di poter scoprire contribuisce molto alle ricerche.

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Plurimum ad inveniendum contulit qui speravit posse reperiri.

271/365

Il colpo del male previsto arriva più dolcemente.

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Praecogitati mali mollis ictus venit.

273/365

È proprio della vera magnanimità non sentire l'offesa.

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Proprium est magnitudinis verae non sentire percussum.

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L'aver paura è proprio del colpevole.

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Proprium est nocentium trepidare.

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Una scelleratezza ben riuscita e fortunata prende il nome di virtù.

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Prosperum ac felix scelus, virtus vocatur.

279/365

Un albero, anche se vecchio, può essere trapiantato.

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Quamvis vetus arbustum posse transferri

281/365

Chi ha fatto un beneficio taccia: lo dica chi l'ha ricevuto.

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Qui dedit beneficium taceat:narret qui accepit.

283/365

Chi entra in casa nostra ammiri noi piuttosto che le nostre suppellettili.

284/365

Qui domum intraverit nos potius miretur quam supellectilem nostram.

285/365

Chi molto ha più desidera.

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Qui multum habet plus cupit.

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Chi domanda timorosamente insegna a negare.

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Qui timide rogat, docet negare.

289/365

Ciò che gli infelici desiderano ardentemente, lo reputano facile.

290/365

Quod nimis miseri volunt, hoc facile credunt.

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È un'inutile fatica fare qualcosa che ripugna alla nostra natura.

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Reluctante natura irritus labor est.

293/365

Il saggio sta con se stesso.

294/365

Sapiens... secum est,

295/365

Dopo la sua morte la terra si mescoli pure al fuoco.

296/365

Se mortuo terram misceri ignibus iubet.

297/365

La vecchiaia è una malattia inguaribile.

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Senectus enim insanabilis morbus est.

299/365

Tardi si risparmia quando si è agli sgoccioli.

300/365

Sera parsimonia in fundo est.


Biografia di Seneca