251/365
La grandine colpisce anche le messi degli uomini migliori.
252/365
Optimorum virorum segetem grando percussit.
253/365
Il discorso è il bell'ornamento dell'animo.
255/365
Il riposo senza lettere è la morte e la sepoltura dell'uomo vivo.
256/365
Otium sine litteris mors est et hominis vivi sepultura.
257/365
Notate i foruncoli degli altri, mentre voi siete ricoperti di ulcere.
258/365
Papulas observatis alienas, obsiti plurimus ulceribus.
259/365
La maggior parte della bontà consiste nel voler essere buono.
260/365
Pars magna bonitatis est velle fieri bonum.
261/365
Dal momento in cui il denaro cominciò a essere onorato è caduto il vero onore delle cose.
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Pecunia ex quo in honore esse coepit, verus reum honor cecidit.
263/365
Con le lacrime non si sente il dolore, ma lo si ostenta.
264/365
Per lacrimas dolorem non sequimur, sed ostendimus.
265/365
Il pigro ostacola se stesso.
267/365
La filosofia non accolse Platone già nobile, ma lo rese tale.
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Platonem non accepit nobilem philosophia, sed fecit.
269/365
Chi spera di poter scoprire contribuisce molto alle ricerche.
270/365
Plurimum ad inveniendum contulit qui speravit posse reperiri.
271/365
Il colpo del male previsto arriva più dolcemente.
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Praecogitati mali mollis ictus venit.
273/365
È proprio della vera magnanimità non sentire l'offesa.
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Proprium est magnitudinis verae non sentire percussum.
275/365
L'aver paura è proprio del colpevole.
276/365
Proprium est nocentium trepidare.
277/365
Una scelleratezza ben riuscita e fortunata prende il nome di virtù.
278/365
Prosperum ac felix scelus, virtus vocatur.
279/365
Un albero, anche se vecchio, può essere trapiantato.
280/365
Quamvis vetus arbustum posse transferri
281/365
Chi ha fatto un beneficio taccia: lo dica chi l'ha ricevuto.
282/365
Qui dedit beneficium taceat:narret qui accepit.
283/365
Chi entra in casa nostra ammiri noi piuttosto che le nostre suppellettili.
284/365
Qui domum intraverit nos potius miretur quam supellectilem nostram.
285/365
Chi molto ha più desidera.
286/365
Qui multum habet plus cupit.
287/365
Chi domanda timorosamente insegna a negare.
288/365
Qui timide rogat, docet negare.
289/365
Ciò che gli infelici desiderano ardentemente, lo reputano facile.
290/365
Quod nimis miseri volunt, hoc facile credunt.
291/365
È un'inutile fatica fare qualcosa che ripugna alla nostra natura.
292/365
Reluctante natura irritus labor est.
293/365
Il saggio sta con se stesso.
295/365
Dopo la sua morte la terra si mescoli pure al fuoco.
296/365
Se mortuo terram misceri ignibus iubet.
297/365
La vecchiaia è una malattia inguaribile.
298/365
Senectus enim insanabilis morbus est.
299/365
Tardi si risparmia quando si è agli sgoccioli.
300/365
Sera parsimonia in fundo est.