251/355
La grandine colpisce anche le messi degli uomini migliori.
252/355
Optimorum virorum segetem grando percussit.
253/355
Il discorso è il bell'ornamento dell'animo.
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Il riposo senza lettere è la morte e la sepoltura dell'uomo vivo.
256/355
Otium sine litteris mors est et hominis vivi sepultura.
257/355
Notate i foruncoli degli altri, mentre voi siete ricoperti di ulcere.
258/355
Papulas observatis alienas, obsiti plurimus ulceribus.
259/355
La maggior parte della bontà consiste nel voler essere buono.
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Pars magna bonitatis est velle fieri bonum.
261/355
Dal momento in cui il denaro cominciò a essere onorato è caduto il vero onore delle cose.
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Pecunia ex quo in honore esse coepit, verus reum honor cecidit.
263/355
Con le lacrime non si sente il dolore, ma lo si ostenta.
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Per lacrimas dolorem non sequimur, sed ostendimus.
265/355
Il pigro ostacola se stesso.
267/355
La filosofia non accolse Platone già nobile, ma lo rese tale.
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Platonem non accepit nobilem philosophia, sed fecit.
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Chi spera di poter scoprire contribuisce molto alle ricerche.
270/355
Plurimum ad inveniendum contulit qui speravit posse reperiri.
271/355
Il colpo del male previsto arriva più dolcemente.
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Praecogitati mali mollis ictus venit.
273/355
È proprio della vera magnanimità non sentire l'offesa.
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Proprium est magnitudinis verae non sentire percussum.
275/355
L'aver paura è proprio del colpevole.
276/355
Proprium est nocentium trepidare.
277/355
Una scelleratezza ben riuscita e fortunata prende il nome di virtù.
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Prosperum ac felix scelus, virtus vocatur.
279/355
Un albero, anche se vecchio, può essere trapiantato.
280/355
Quamvis vetus arbustum posse transferri
281/355
Chi ha fatto un beneficio taccia: lo dica chi l'ha ricevuto.
282/355
Qui dedit beneficium taceat:narret qui accepit.
283/355
Chi entra in casa nostra ammiri noi piuttosto che le nostre suppellettili.
284/355
Qui domum intraverit nos potius miretur quam supellectilem nostram.
285/355
Chi molto ha più desidera.
286/355
Qui multum habet plus cupit.
287/355
Chi domanda timorosamente insegna a negare.
288/355
Qui timide rogat, docet negare.
289/355
Ciò che gli infelici desiderano ardentemente, lo reputano facile.
290/355
Quod nimis miseri volunt, hoc facile credunt.
291/355
È un'inutile fatica fare qualcosa che ripugna alla nostra natura.
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Reluctante natura irritus labor est.
293/355
Il saggio sta con se stesso.
295/355
Dopo la sua morte la terra si mescoli pure al fuoco.
296/355
Se mortuo terram misceri ignibus iubet.
297/355
La vecchiaia è una malattia inguaribile.
298/355
Senectus enim insanabilis morbus est.
299/355
Tardi si risparmia quando si è agli sgoccioli.
300/355
Sera parsimonia in fundo est.