Frasi di Arthur Schopenhauer

101/210

Predicare la morale è facile, difficile è fondarla.

102/210

Quando pensiamo con orrore alla morte, la consolazione più sicura ed efficace che ci è data è sapere che essa ha almeno questo di buono, che è la fine della vita.

103/210

Quanto più uno possiede in se stesso, di tanto meno egli necessita del mondo esterno. Ecco perché la superiorità dello spirito rende poco socievoli.

104/210

Quanto più in basso l'uomo si trova dal punto di vista intellettuale, tanto meno misteriosa è per lui l'esistenza: anzi, gli sembra ovvio che tutto quello che esiste, esista ed esista così com'è.

105/210

Quanto uno ha pensato di vero o ha portato alla luce dalle tenebre, dovrà pure un giorno o l'altro venir colto da un qualsiasi spirito pensante e colpirlo, rallegrarlo e confortarlo; ed è proprio per costui che si parla, come per noi hanno parlato quelli che ci somigliano e che son diventati il nostro conforto nel deserto della vita.

106/210

Quei signori (i professori difilosofia) vogliono vivere, e precisamente vivere della filosofia: da questa traggono sostentamento con moglie e prole, e tutto – nonostante il "povera e nuda vai filosofia" del Petrarca – tutto essi hanno arrischiato su di lei.

107/210

Questa generazione non ha più corone da elargire: il suo plauso si è ormai prostituito né ha valore alcuno il suo biasimo.

108/210

Scuri in viso lasciamo passare senza goderne, infinite ore piacevoli e serene; ma quando poi arrivano quelle brutte, riguardiamo con vana nostalgia alle prime.

109/210

Se la nostra vita fosse senza fine e senza dolore a nessuno forse verrebbe in mente di domandarsi perché il mondo esista e perché sia fatto proprio così, ma tutto ciò sarebbe ovvio.

110/210

Si ha ragione di cercare gli esseri umani o di evitarli, a seconda che si tema di più la noia o il dispiacere.

111/210

Si può essere saggi solo alla condizione di vivere in un mondo di stolti.

112/210

Le menti scadenti sono la regola, le buone l'eccezione, le eminenti rarissime e il genio un miracolo.

113/210

Solo il cambiamento è eterno, perpetuo, immortale.

114/210

Templi e chiese, pagode e moschee, in tutti i paesi e in tutte le epoche, sono una testimonianza, nel loro splendore e nella loro grandezza, del bisogno metafisico dell'uomo che, potente e indistruttibile, segue a ruota il bisogno fisico.

115/210

Tutti gli uomini vogliono vivere, ma nessuno sa perché vive.

116/210

La fine della vita avviene come la fine di un ballo mascherato quando tutti si tolgono la maschera. Allora si vede chi erano veramente coloro coi quali si è venuti in contatto durante la vita.

117/210

All'uomo intellettualmente dotato la solitudine offre due vantaggi: prima di tutto quello di essere con sé stesso e, in secondo luogo, quello di non essere con gli altri.

118/210

Anche l'uomo più sano e più sereno può risolversi per il suicidio, quando l'enormità dei dolori e della sventura che si avanza inevitabile sopraffà il terrore della morte.

119/210

Bisogna guardarsi bene dal concepire un'opinione molto favorevole delle persone di nuova conoscenza; altrimenti nella maggior parte dei casi si rimarrà delusi con proprio scorno o magari danno.

120/210

Chi si attende che nel mondo i diavoli vadano in giro con le corna e i buffoni con i campanelli, ne diventerà sempre preda e lo zimbello.

121/210

Chi vuole che il suo giudizio sia creduto lo pronunci freddamente e senza passione.

122/210

Ciò che rende socievoli gli uomini è la loro incapacità di sopportare la solitudine e, in questa, se stessi.

123/210

Ciò che uno può essere per l'altro ha limiti molto ristretti: alla fine ognuno rimane solo.

124/210

Come la carta moneta al posto dell'argento, così hanno corso nel mondo, al posto della vera stima e della vera amicizia, le dimostrazioni esteriori di esse e i gesti mimati con la massima naturalezza possibile.

125/210

Come si porta il peso del proprio corpo senza sentirlo, mentre invece si sente quello di ogni corpo estraneo che si voglia muovere, così non si notano i propri difetti, ma solo quelli degli altri.

126/210

Come su una nave si nota il proprio movimento dal ritirarsi e quindi rimpicciolirsi degli oggetti sulla riva, così ci si accorge del proprio invecchiare quando persone di sempre maggiore età ci sembrano giovani.

127/210

Cortesia è saggezza, scortesia quindi è stupidità: il crearsi nemici con questa senza bisogno e per capriccio, è pazzia, come quella di chi appicca il fuoco alla propria casa.

128/210

Dei beni ai quali non è mai venuto in mente a un uomo di aspirare, egli non sente la mancanza.

129/210

Di fronte agli sciocchi e agli imbecilli esiste un modo solo per rivelare la propria intelligenza: quello di non parlare con loro.

130/210

Discorsi o idee intelligenti si possono esporre soltanto a una società intelligente; nella comune invece riescono odiosi poiché per piacere a questa è assolutamente necessario essere superficiali e di cervello limitato.

131/210

Gli amici di casa si chiamano così giustamente perché sono più amici della casa che del padrone, paragonabili quindi, più ai gatti che ai cani.

132/210

Gli avvenimenti della nostra vita sono come le immagini del caleidoscopio nel quale ad ogni giro vediamo una cosa diversa, mentre in fondo abbiamo davanti agli occhi sempre la stessa.

133/210

Gli uomini mutano sentimenti e comportamento con la stessa rapidità con cui si modificano i loro interessi.

134/210

Gli uomini sono per lo più così soggettivi che in fondo nulla ha interesse per loro se non unicamente loro stessi.

135/210

I fatti e le nostre intenzioni sono paragonabili per lo più a due forze che tirano in due direzioni diverse e la loro diagonale è il corso della nostra vita.

136/210

I medesimi avvenimenti esteriori o le medesime condizioni toccano ognuno in modo diverso o, a parità di ambiente, ognuno vive tuttavia in un altro mondo.

137/210

I piccoli infortuni che ci tormentano a ogni ora si possono considerare destinati a tenerci in esercizio, affinché nella fortuna non si afflosci del tutto la forza di sopportare i guai grossi.

138/210

I pregi della posizione sociale, della nascita, sia pure regale, della ricchezza e simili stanno agli autentici pregi personali, il grande spirito o il grande cuore, come ire da palcoscenico stanno a quelli veri.

139/210

Il denaro è il bene assoluto perché non solo soddisfa un bisogno in concreto ma il bisogno in genere, inastratto.

140/210

Il destino può mutare, la nostra natura mai.

141/210

Il grado di socievolezza di ciascuno sta in rapporto inverso al suo valore intellettuale.

142/210

Il sesso femminile pretende e si aspetta tutto da quello maschile: tutto quello, cioè, che desidera e di cui ha bisogno; il sesso maschile, a quello femminile, chiede, prima di tutto e direttamente, una cosa sola.

143/210

La bellezza è una lettera aperta di raccomandazione che conquista subito i cuori.

144/210

La cortesia è un tacito accordo di ignorare reciprocamente la misera natura morale e intellettuale e di non rinfacciarsela a vicenda; di modo che con reciproco vantaggio essa viene a galla un po' meno facilmente.

145/210

La cosiddetta buona società riconosce il valore di pregi d'ogni specie, tranne quelli spirituali: anzi questi sono contrabbando.

146/210

La gloria, quanto più dovrà durare, tanto più tardi giungerà.

147/210

La lontananza e la lunga assenza vanno a scapito di ogni amicizia.

148/210

La lontananza rimpicciolisce gli oggetti all'occhio, li ingrandisce al pensiero.

149/210

La miseria e le preoccupazioni generano il dolore, la sicurezza, invece, e l'abbondanza la noia.

150/210

La nostra felicità dipende da quello che siamo, dalla nostra individualità, mentre per lo più prendiamo in considerazione soltanto il nostro destino, vale a dire ciò che abbiamo e ciò che rappresentiamo.


Biografia di Arthur Schopenhauer