Biografia di Albert Schweitzer

Nazione: Germania
Albert Schweitzer nacque a Kaysersberg, Francia il 14 gennaio 1875 e morì a Lambaréné, Gabon (Africa) il 4 settembre 1965. Fu medico, musicista, filosofo, teologo, pastore e missionario.
Nato in una famiglia di insegnanti e pastori protestanti, fin da giovane si distinse per la sua versatilità e profondità intellettuale, studiando filosofia, teologia e musicologia all'Università imperiale di Strasburgo, dove conseguì dottorati in filosofia e teologia.
La sua passione per la musica lo portò a specializzarsi in particolare su Johann Sebastian Bach, di cui divenne un apprezzato interprete e studioso, pubblicando nel 1905 il suo primo importante saggio, J.S. Bach, il musicista poeta, che pose le basi per una rivalutazione critica del compositore.
Schweitzer fu anche organista di fama, esibendosi e registrando musiche bachiane, e questo amore per la musica continuò a far parte della sua vita anche durante i lunghi anni dedicati all'attività medico-missionaria.
A trent'anni, spinto da un profondo ideale di servizio verso il prossimo e da una filosofia etica basata sul rispetto della vita, decise di intraprendere gli studi di medicina, con l'obiettivo di poter dedicarsi personalmente alla cura delle popolazioni più bisognose.
Ottenuta la laurea con specializzazione in malattie tropicali, nel 1913 partì con la moglie per l'Africa, dove fondò un ospedale a Lambaréné, nel cuore dell'attuale Gabon, impegnandosi a lungo in condizioni estremamente difficili per curare malattie come la lebbra, la febbre gialla e altre patologie tropicali.
Il suo lavoro medico fu caratterizzato da grande umanità e rigore scientifico, ma anche da un rispetto profondo per la vita di ogni essere vivente, che divenne la base della sua filosofia etica, formalizzata nel libro Filosofia della civiltà (1923), dove espone il concetto di "riverenza per la vita" come principio fondante della convivenza umana.
Nel corso della Prima Guerra Mondiale, Schweitzer e la moglie furono internati in Europa in quanto cittadini tedeschi; giravano voci che la moglie fosse una spia tedesca, che il Kaiser avesse promesso a lui il ruolo di governatore dell'Africa equatoriale se la Germania avesse vinto la guerra e pare che i servizi segreti francesi avessero anche trovato un documento che comprovava questa offerta. Al termine del conflitto, Schweitzer riprese il suo impegno umanitario e teologico tornando, nel 1924, in Africa e fondando un nuovo ospedale.
Circa vent'anni dopo, al termine del secondo conflitto mondiale, divenne un fermo oppositore del razzismo e della guerra, preoccupandosi in particolare dei pericoli delle armi nucleari e della corsa al riarmo. Grazie al prestigio acquisito, tra i suoi contatti di rilievo si annoverano figure come Albert Einstein, con cui mantenne una profonda amicizia e con cui condivise ideali pacifisti, così come Martin Luther King, il Dalai Lama e l'Abbé Pierre.
La sua notorietà e influenza raggiunsero l'apice quando gli fu assegnato il Premio Nobel per la Pace nel 1952, riconoscimento per la sua instancabile opera medico-missionaria e per il suo impegno in favore della pace e dei diritti umani.
Tra le sue opere più importanti, oltre al già citato studio su Bach, si ricordano Storia della ricerca sulla vita di Gesù (1906), in cui propone un'interpretazione critica e innovativa del Nuovo Testamento, e Il regno di Dio e la cristianità delle origini, pubblicato postumo nel 1967. Schweitzer scrisse anche numerosi saggi e prediche, come le Prediche di Strasburgo, che raccolgono la sua riflessione spirituale e filosofica.
La sua autobiografia, La mia vita e il mio pensiero, offre un quadro completo della sua poliedrica esistenza. Schweitzer continuò la sua missione a Lambaréné fino alla sua morte, avvenuta il 4 settembre 1965, lasciando una testimonianza di straordinaria umanità e un'eredità che unisce medicina, filosofia, musica e impegno civile in un'unica, esemplare vita dedicata al servizio degli altri.
Nato in una famiglia di insegnanti e pastori protestanti, fin da giovane si distinse per la sua versatilità e profondità intellettuale, studiando filosofia, teologia e musicologia all'Università imperiale di Strasburgo, dove conseguì dottorati in filosofia e teologia.
La sua passione per la musica lo portò a specializzarsi in particolare su Johann Sebastian Bach, di cui divenne un apprezzato interprete e studioso, pubblicando nel 1905 il suo primo importante saggio, J.S. Bach, il musicista poeta, che pose le basi per una rivalutazione critica del compositore.
Schweitzer fu anche organista di fama, esibendosi e registrando musiche bachiane, e questo amore per la musica continuò a far parte della sua vita anche durante i lunghi anni dedicati all'attività medico-missionaria.
A trent'anni, spinto da un profondo ideale di servizio verso il prossimo e da una filosofia etica basata sul rispetto della vita, decise di intraprendere gli studi di medicina, con l'obiettivo di poter dedicarsi personalmente alla cura delle popolazioni più bisognose.
Ottenuta la laurea con specializzazione in malattie tropicali, nel 1913 partì con la moglie per l'Africa, dove fondò un ospedale a Lambaréné, nel cuore dell'attuale Gabon, impegnandosi a lungo in condizioni estremamente difficili per curare malattie come la lebbra, la febbre gialla e altre patologie tropicali.
Il suo lavoro medico fu caratterizzato da grande umanità e rigore scientifico, ma anche da un rispetto profondo per la vita di ogni essere vivente, che divenne la base della sua filosofia etica, formalizzata nel libro Filosofia della civiltà (1923), dove espone il concetto di "riverenza per la vita" come principio fondante della convivenza umana.
Nel corso della Prima Guerra Mondiale, Schweitzer e la moglie furono internati in Europa in quanto cittadini tedeschi; giravano voci che la moglie fosse una spia tedesca, che il Kaiser avesse promesso a lui il ruolo di governatore dell'Africa equatoriale se la Germania avesse vinto la guerra e pare che i servizi segreti francesi avessero anche trovato un documento che comprovava questa offerta. Al termine del conflitto, Schweitzer riprese il suo impegno umanitario e teologico tornando, nel 1924, in Africa e fondando un nuovo ospedale.
Circa vent'anni dopo, al termine del secondo conflitto mondiale, divenne un fermo oppositore del razzismo e della guerra, preoccupandosi in particolare dei pericoli delle armi nucleari e della corsa al riarmo. Grazie al prestigio acquisito, tra i suoi contatti di rilievo si annoverano figure come Albert Einstein, con cui mantenne una profonda amicizia e con cui condivise ideali pacifisti, così come Martin Luther King, il Dalai Lama e l'Abbé Pierre.
La sua notorietà e influenza raggiunsero l'apice quando gli fu assegnato il Premio Nobel per la Pace nel 1952, riconoscimento per la sua instancabile opera medico-missionaria e per il suo impegno in favore della pace e dei diritti umani.
Tra le sue opere più importanti, oltre al già citato studio su Bach, si ricordano Storia della ricerca sulla vita di Gesù (1906), in cui propone un'interpretazione critica e innovativa del Nuovo Testamento, e Il regno di Dio e la cristianità delle origini, pubblicato postumo nel 1967. Schweitzer scrisse anche numerosi saggi e prediche, come le Prediche di Strasburgo, che raccolgono la sua riflessione spirituale e filosofica.
La sua autobiografia, La mia vita e il mio pensiero, offre un quadro completo della sua poliedrica esistenza. Schweitzer continuò la sua missione a Lambaréné fino alla sua morte, avvenuta il 4 settembre 1965, lasciando una testimonianza di straordinaria umanità e un'eredità che unisce medicina, filosofia, musica e impegno civile in un'unica, esemplare vita dedicata al servizio degli altri.
Frasi di Albert Schweitzer
Abbiamo un totale di 4 frasi.
Ove necessario le abbiamo suddivise in pagine da 50 frasi ciascuna.
Intanto te ne inseriamo una qui come stuzzichino.
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La coscienza tranquilla è un'invenzione del diavolo.
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