Frasi di Blaise Pascal

101/168

Due cose istruiscono l'uomo su tutta la sua natura; l'istinto e l'esperienza.

102/168

Quelli che scrivono contro la vanità vogliono avere la gloria d'aver scritto bene; e quelli che li leggono vogliono avere la gloria di averli letti; e forse anch'io che scrivo queste cose ne ho voglia; e forse quelli che mi leggeranno...

103/168

Le impressioni antiche non sono le sole a ingannarci: anche il fascino della novità ha lo stesso potere.

104/168

Le fiumane sono strade che camminano e che portano dove si vuole andare.

105/168

È molto più bello sapere qualcosa di tutto, che tutto di una cosa.

106/168

Se vuoi che la gente pensi bene di te, non parlare bene di te stesso.

107/168

La grandezza dell'uomo è così evidente che si deduce anche dalla sua miseria. Infatti ciò che è natura negli animali lo chiamiamo miseria nell'uomo; dal che deduciamo che essendo oggi la sua natura simile a quella degli animali, egli è decaduto da una migliore natura, che un tempo gli era propria.

108/168

Ci sono due categorie di uomini: i giusti che si credono peccatori, e i peccatori che si credono giusti.

109/168

Non devo chiedere la mia dignità allo spazio, ma al retto uso del mio pensiero. Non otterrei nulla di più col possesso delle terre; mediante lo spazio, l'universo mi circonda e mi inghiottisce come un punto; mediante il pensiero, io lo comprendo.

110/168

Bisogna dunque unire la giustizia e la forza; e perciò bisogna far sì che ciò che è giusto sia forte e che ciò che è forte sia giusto.

111/168

Significa proprio essere superstizioso voler fondare la propria speranza nelle formalità; ma significa essere superbo non volersi sottomettere ad esse.

112/168

Chi dicesse che l'uomo è troppo basso per meritare la comunione con Dio, dev'essere abbastanza grande per dare questo giudizio.

113/168

Cominciare col compiangere gli increduli: sono abbastanza infelici per la loro stessa condizione. Non bisognerebbe ingiuriarli, tranne il caso che ciò possa servire a qualcosa; ma ad essi questo nuoce.

114/168

Bisogna obbedire ai superiori, non perché sono giusti, ma perché sono superiori.

115/168

L'anima del piacere è nella ricerca del piacere stesso.

116/168

Basta poco a consolarci perché basta poco ad affliggerci.

117/168

La volontà è uno dei principali organi della credenza; non già che formi la credenza, ma perché le cose sono vere o false secondo il lato da cui si considerano. La volontà, che si compiace più di una cosa che di un'altra, distoglie la mente dal considerare le qualità di quelle cose che essa non ama vedere; e così la mente, che cammina di pari passo con la volontà, si ferma a guardare il lato che piace a questa e così giudica da quel che vede.

118/168

La cosa più importante di tutta la vita è la scelta di un lavoro ed è spesso affidata al caso.

119/168

Dicitore di motti di spirito, cattivo carattere.

120/168

Cerca altrove per qualcuno che ti possa seguire nelle tue ricerche riguardo ai numeri. Da parte mia, ti confesso che sono molto oltre la mia portata, e mi sento in grado solamente di ammirarli.

121/168

Di solito siamo meglio convinti dalle ragioni che troviamo da noi stessi, che da quelle che ci provengono dagli altri.

122/168

C'è una differenza universale ed essenziale tra le azioni della volontà e tutte le altre.

123/168

Un artigiano che parli delle ricchezze, un procuratore che parli della guerra, della regalità, ecc.; ma il ricco parla bene delle ricchezze, il re parla con freddezza d'un gran dono appena fatto e Dio parla con proprietà di Dio.

124/168

L'ateismo è un segno di forza di spirito, ma fino a un certo punto soltanto.

125/168

La giustizia senza forza è inerme, la forza senza giustizia è tirannia.

126/168

Le menti piccole sono preoccupate dalle cose straordinarie, le menti grandi da quelle ordinarie.

127/168

Ciò che misura la virtù di un uomo non sono gli sforzi, ma la normalità.

128/168

Ognuno può giustificare, nessuno vietare.

129/168

Dio è nascosto. Ma si lascia trovare da quanti lo cercano.

130/168

La grandezza dell'uomo è grande in questo: che si riconosce miserabile. Un albero non sa di essere miserabile. Dunque essere miserabile equivale a conoscersi miserabile; ma essere grande equivale a conoscere di essere miserabile.

131/168

Negare bene, credere bene, dubitare bene sono per l'uomo quel che è il correre per il cavallo.

132/168

La religione è una cosa tanto grande che è giusto che coloro che non vogliono darsi pena di cercarla, se essa è oscura, ne siano privati.

133/168

Non posso giudicare la mia opera mentre la faccio; è necessario che mi comporti come i pittori, e che me ne allontani; non troppo però. Quanto allora? Vattelapesca.

134/168

Non si comprendono le profezie se non quando le cose sono accadute.

135/168

Le belle azioni nascoste sono le più stimabili.

136/168

Tutta l'infelicità degli uomini proviene da una cosa sola: dal non saper restare tranquilli in una camera.

137/168

L'uomo non agisce con la ragione che costituisce il suo essere.

138/168

Nel mondo ci sono tutte le buone massime; manca soltanto l'applicazione.

139/168

Gli uomini si interessano a inseguire una palla o una lepre: è anche il piacere dei re.

140/168

L'ultima cosa che si pensa scrivendo un libro è sapere che cosa bisogna mettere in principio.

141/168

Siamo così presuntuosi che vorremmo essere conosciuti da tutta la terra e anche dagli uomini che verranno quando noi non saremo più.

142/168

La giustizia deve essere congiunta al potere, così che ciò che è giusto possa anche aver potere, e che ciò che ha potere possa essere giusto.

143/168

Che vanità la pittura, la quale richiama l'attenzione per la somiglianza con le cose di cui non si ammirano gli originali.

144/168

Il pensiero costituisce la grandezza dell'uomo.

145/168

Le bestie non s'ammirano tra loro. Un cavallo non ammira il suo compagno.

146/168

L'uomo è così infelice che si annoierebbe anche senza alcuna causa di noia per lo stato proprio della sua natura.

147/168

Quando siamo di fronte a uno stile naturale, restiamo stupiti e incantati, perché ci aspettavamo di vedere un autore e troviamo invece un uomo.

148/168

I pagani non conoscono Dio e amano soltanto la terra. Gli ebrei conoscono il vero Dio e amano soltanto la terra. I cristiani conoscono il vero Dio e non amano affatto la terra.

149/168

Nella misura in cui si ha più spirito si trova che ci sono più uomini originali. La gente comune non trova affatto differenza tra gli uomini.

150/168

Non si fa mai il male così pienamente e così allegramente come quando lo si fa per coscienza.


Biografia di Blaise Pascal