Frasi di Blaise Pascal
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Conoscano almeno qual è la religione che combattono, prima di combatterla. Se questa religione si vantasse d'avere una visione chiara di Dio e di possederlo apertamente e senza veli, la combatterebbe chi dicesse che nel mondo non si vede nulla che lo mostri con evidenza. Ma, poiché, al contrario, la religione afferma che gli uomini sono nelle tenebre e nella lontananza da Dio, che egli s'è nascosto alla loro conoscenza e che il nome che egli stesso si dà nelle Scritture è proprio questo: Deus absconditus.
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Che cos'è in fondo l'uomo nella natura? Un nulla rispetto all'infinito, un tutto rispetto al nulla; un qualcosa di mezzo tra il niente e il tutto. Infinitamente lontano dall'abbracciare gli estremi, la fine delle cose e il loro principio gli sono invincibilmente nascosti in un impenetrabile segreto, ed egli è ugualmente incapace di vedere il nulla da cui è stato tratto e l'infinito dal quale è inghiottito.
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Se si è troppo giovani non si giudica bene, e così se si è troppo vecchi. [...] Così i quadri visti da troppo lontano e da troppo vicino. E c'è un solo, indivisibile punto che è il vero luogo. Gli altri sono troppo vicino, troppo lontano, troppo alto o troppo basso. La prospettiva lo assegna nell'arte della pittura. Ma nella verità e nella morale, chi lo assegnerà?
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L'abitudine rende le nostre prove più forti e più credute; essa spiega l'automa, e questo trascina l'intelletto senza che se ne accorga. Bisogna acquistare una credenza più facile, che è quella dell'abitudine la quale, senza violenza, senza artificio, senza argomentazione, ci fa credere le cose e inclina tutte le nostre facoltà a questa credenza in modo che la nostra anima vi cada naturalmente.
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Ciascuno esamini i propri pensieri: li troverà sempre occupati del passato e dell'avvenire. Non pensiamo quasi mai al presente, o se ci pensiamo, è solo per prenderne il lume al fine di predisporre l'avvenire. Il presente non è mai il nostro fine; il passato e il presente sono i nostri mezzi; solo l'avvenire è il nostro fine. Così, non viviamo mai, ma speriamo di vivere, e, preparandoci sempre ad esser felici, è inevitabile che non siamo mai tali.
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Nell'uno i principi sono evidenti, ma lontani dall'uso comune, di modo che si ha difficoltà a volgere la mente verso di essi per mancanza di abitudine; ma, per poco che la si volga ad essi, i principi si scorgono appieno; e solo una mente del tutto guasta può ragionare malamente su dei principi così evidenti, che è quasi impossibile che sfuggano.
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Proprio come predetto dalle profezie bibliche, i pagani in folla adorano Dio e conducono una vita angelica; le fanciulle consacrano la loro verginità e la loro vita a Dio, gli uomini rinunciano a tutti i piaceri. Laddove Platone non era riuscito a persuadere pochi uomini scelti e ben istruiti, riesce a farlo una forza segreta con milioni di uomini ignoranti, in virtù di poche parole.
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Tre gradi di latitudine capovolgono tutta la giurisprudenza, un meridiano decide della verità. In pochi anni di dominio le leggi fondamentali cambiano, il diritto ha le sue epoche, l'entrata di Saturno nel Leone segna l'origine del tale crimine. Ridicola giustizia, delimitata da un fiume! Verità al di qua dei Pirenei, errore al di là.
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Non si riesce a immaginare Platone e Aristotele se non con gran vesti di pedanti. Erano invece delle persone comuni e ridevano, come gli altri, con i loro amici; e quando si sono divertiti a scrivere le Leggi e la Politica l'hanno fatto per divertirsi; questa era la parte meno filosofica e meno seria della loro vita, mentre la più filosofica era di vivere semplicemente e tranquillamente. Se hanno scritto di politica, l'han fatto come per dar norme per un manicomio; e se hanno finto di parlarne come di cosa seria, l'hanno fatto perché i pazzi a cui si rivolgevano credevano di essere re e imperatori, ed essi si immedesimavano dei princìpi di costoro per rendere la loro follia meno dannosa possibile.
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Niente rivela maggiormente un'estrema debolezza di mente quanto il non conoscere che cosa sia l'infelicità di un uomo senza Dio; niente denota maggiormente una cattiva disposizione del cuore quanto il non desiderare la verità delle promesse eterne; niente è così stupido quanto il fare il gradasso con Dio.
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Quando considero la breve durata della mia vita, assorbita nell'eternità che precede e che segue il piccolo spazio che occupo e che vedo inabissato nell'infinita immensità degli spazi che ignoro e che m'ignorano, mi spavento, e mi stupisco di vedermi qui piuttosto che là, perché non c'è ragione che sia qui piuttosto che là, adesso piuttosto che allora.
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Esistono tre categorie di individui: quelli che servono Dio dopo averlo cercato; quelli che si sforzano di cercarlo senza ancora trovarlo; quelli che vivono senza cercarlo e senza averlo trovato. I primi sono ragionevoli e felici, gli ultimi sono pazzi e infelici, quelli di mezzo sono infelici e ragionevoli.
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Come non so donde vengo, così non so neppure dove vado; e so soltanto che, uscendo da questo mondo, piombo per sempre o nel nulla o nelle mani di un Dio irritato, senza sapere quale di queste due condizioni mi toccherà in eterno.
Chi vorrebbe avere per amico uno che parlasse a questo modo?
A dire il vero, è un onore per la religione avere come nemici uomini così irragionevoli; e la loro opposizione è così poco pericolosa che essa se ne serve addirittura per confermare le sue verità.