Biografia di Curzio Malaparte
Nazione: Italia
Curt Erich Suckert nacque a Prato (PO) il 9 giugno 1898 e morì a Roma il 19 luglio 1957. Acquisì il suo nome d'arte, Curzio Malaparte, nel 1925. Fu giornalista, scrittore e poeta, ma anche agente segreto, diplomatico e regista.
Da giovane frequentò il liceo classico a Prato, lo stesso in cui studiò anche D'Annunzio. Fece parte del Partito Repubblicano Italiano e della Massoneria e, allo scopiio della prima guerra mondiale, si arruolò. Al fronte, visse un episodio che gli segnò il carattere per sempre. Un suo commilitone venne colpito da una granata tedesca ma non morì sul colpo e Malaparte fu costretto a finirlo con un colpo di fucile, su richiesta del soldato stesso, per evitargli gli atroci dolori dell'agonia. Successivamente il suo stesso plotone subì un attacco con gas di iprite e subì danni ai polmoni. Persino l'ospedale in cui era ricoverato venne bombardato e si salvò lanciandosi da una finestra. Tentò di far pubblicare un libro, intitolato Viva Caporetto! ma nessun editore volle aiutarlo. Lo pubblicò allora a proprie spese nel 1921 ma venne costretto a cambiarne il titolo in La rivolta dei santi maledetti perchè secondo le autorità il titolo originale costituiva vilipendio delle forze armate. Nel 1920 aderì al movimento fascista e nel 1925 al partito nel quale fu sempre molto attivo. Nello stesso anno scrisse il saggio Italia barbara firmandolo col nome di Curzio Malaparte Suckert. A partire dal dicembre di quell'anno, si firmò sempre solo Curzio Malaparte, prendendo spunto da un libro dell'800 intitolato "I Malaparte e i Bonaparte nel primo centenario di un Malaparte-Bonaparte". Nel 1929 venne nominato direttore de La stampa di Torino mentre nel 1931 pubblicò in Francia il libro Tecnica del colpo di Stato, scritto in francese e solo successivamente tradotto in italiano nel 1948. A causa di quest'opera venne cacciato dal quotidiano torinese. Nel 1933 venne arrestato, poi confinato per 5 anni sull'isola di Lipari, ma poi trasferito in Toscana, da dove continuò a scrivere articoli per il Corriere della Sera usando lo pseudonimo di "Candido". Pare che avesse una tresca con la vedova di Edoardo Agnelli, fin da prima che lei restasse vedova. Giovanni Agnelli, fondatore della FIAT, aveva una profonda antipatia per Malaparte e fece di tutto per allontanarlo dalla famiglia, anche per paura che potesse sposare la vedova ed entrare nel consiglio di amministrazione della società.
Nel 1938, in disaccordo con le leggi razziali fasciste assume nella redazione di Prospettive, rivista fondata due anni prima, Alberto Moravia e Umberto Saba, entrambi di origini ebraiche.
Quando l'Italia entrò in guerra fu assegnato al quinto Alpini e mandato in Grecia. Divenne corrispondente per il Corriere e descrisse diversi fronti di guerra. Quando però criticò il regime nazista lodando invece l'organizzazione dell'esercito sovietico, le autorità tedesche lo allontanarono dal fronte. Passò un anno in Finlandia ma poi, dopoo la caduta di Mussolini, tornò in Italia e andò a vivere nella sua villa a Capri. Fu arrestato per un breve periodo per aver auspicato la rivolta contro i tedeschi; di quel periodo, 1940-1943, non si sa molto della sua vita, ma in alcuni documenti venuti alla luce successivamente da archivi americani pare che avesse avuto rapporti con le forze americane di stanza in Italia. Di sicuro, dopo l'8 settembre del 1943 si schierò con il governo Badoglio, e fu anche arrestato dal CIC (Counter Intelligence Corps) col quale poi collaborò. Il romanzo La pelle (che inizialmente doveva intotolarsi "La peste" ma il cui titolo venne cambiato perchè nel frattempo Albert Camus aveva pubblicato un romanzo con lo stesso titolo) fu scritto tra il 1944 e il 1945 e narra delle quattro giornate di Napoli. Fu pubblicato nel 1949 e messo all'indice dalla Chiesa Cattolica nel 1950 perchè ritenuto infamante nei confronti della religione stessa, almeno nel capitolo dove si parla degli ebrei crocifissi dai nazisti in Ucraina.
Nel 1947, si trasferì a Parigi. Poi viaggiò in URSS e in Cina dove ebbe modo di intervistare Mao e di ammirarne la generosità (Malaparte gli chiede si rilasciare alcuni preti e cattolici arrestati e Mao acconsentì). Nel 1957 i suoi problemi polmonari si aggravarono e dovette tornare in Italia, rinunciando anche al viaggio che aveva programmato negli Stati Uniti, ma con il materiale raccolto in quel viaggio venne poi pubblicato (postumo) Io, in Russia e in Cina. Negli anni precedenti, dopo svariati rifiuti, il Partito Comunista gli aveva concesso la tessera del partito, e per questo motivo pare strana la sua conversione al Cattolicesimo degli ultimi mesi della sua vita. C'è che dice che fosse una conversione di facciata, mentre altri la ritengono vera. Ancora, si dice che la tessera del partito fosse stata concessa a Malaparte solo quando questi era ormai in punto di morte e che l'adesione al comunismo fosse una farsa e che negli ultimi giorni della sua vita fosse stato battezzato, comunicato e cresimato addirittura nello stesso giorno. La curia di Prato e di Roma non hanno documenti a riguardo e le contrastanti testimonianze dei presenti lasciano la questione avvolta nel mistero. Di lui, Longanesi disse:"Malaparte è così egocentrico che se va ad un matrimonio vorrebbe essere la sposa, a un funerale il morto". Riposa in un piccolo mausoleo sulla cima del monte Spazzavento, che domina la città di Prato.
Da giovane frequentò il liceo classico a Prato, lo stesso in cui studiò anche D'Annunzio. Fece parte del Partito Repubblicano Italiano e della Massoneria e, allo scopiio della prima guerra mondiale, si arruolò. Al fronte, visse un episodio che gli segnò il carattere per sempre. Un suo commilitone venne colpito da una granata tedesca ma non morì sul colpo e Malaparte fu costretto a finirlo con un colpo di fucile, su richiesta del soldato stesso, per evitargli gli atroci dolori dell'agonia. Successivamente il suo stesso plotone subì un attacco con gas di iprite e subì danni ai polmoni. Persino l'ospedale in cui era ricoverato venne bombardato e si salvò lanciandosi da una finestra. Tentò di far pubblicare un libro, intitolato Viva Caporetto! ma nessun editore volle aiutarlo. Lo pubblicò allora a proprie spese nel 1921 ma venne costretto a cambiarne il titolo in La rivolta dei santi maledetti perchè secondo le autorità il titolo originale costituiva vilipendio delle forze armate. Nel 1920 aderì al movimento fascista e nel 1925 al partito nel quale fu sempre molto attivo. Nello stesso anno scrisse il saggio Italia barbara firmandolo col nome di Curzio Malaparte Suckert. A partire dal dicembre di quell'anno, si firmò sempre solo Curzio Malaparte, prendendo spunto da un libro dell'800 intitolato "I Malaparte e i Bonaparte nel primo centenario di un Malaparte-Bonaparte". Nel 1929 venne nominato direttore de La stampa di Torino mentre nel 1931 pubblicò in Francia il libro Tecnica del colpo di Stato, scritto in francese e solo successivamente tradotto in italiano nel 1948. A causa di quest'opera venne cacciato dal quotidiano torinese. Nel 1933 venne arrestato, poi confinato per 5 anni sull'isola di Lipari, ma poi trasferito in Toscana, da dove continuò a scrivere articoli per il Corriere della Sera usando lo pseudonimo di "Candido". Pare che avesse una tresca con la vedova di Edoardo Agnelli, fin da prima che lei restasse vedova. Giovanni Agnelli, fondatore della FIAT, aveva una profonda antipatia per Malaparte e fece di tutto per allontanarlo dalla famiglia, anche per paura che potesse sposare la vedova ed entrare nel consiglio di amministrazione della società.
Nel 1938, in disaccordo con le leggi razziali fasciste assume nella redazione di Prospettive, rivista fondata due anni prima, Alberto Moravia e Umberto Saba, entrambi di origini ebraiche.
Quando l'Italia entrò in guerra fu assegnato al quinto Alpini e mandato in Grecia. Divenne corrispondente per il Corriere e descrisse diversi fronti di guerra. Quando però criticò il regime nazista lodando invece l'organizzazione dell'esercito sovietico, le autorità tedesche lo allontanarono dal fronte. Passò un anno in Finlandia ma poi, dopoo la caduta di Mussolini, tornò in Italia e andò a vivere nella sua villa a Capri. Fu arrestato per un breve periodo per aver auspicato la rivolta contro i tedeschi; di quel periodo, 1940-1943, non si sa molto della sua vita, ma in alcuni documenti venuti alla luce successivamente da archivi americani pare che avesse avuto rapporti con le forze americane di stanza in Italia. Di sicuro, dopo l'8 settembre del 1943 si schierò con il governo Badoglio, e fu anche arrestato dal CIC (Counter Intelligence Corps) col quale poi collaborò. Il romanzo La pelle (che inizialmente doveva intotolarsi "La peste" ma il cui titolo venne cambiato perchè nel frattempo Albert Camus aveva pubblicato un romanzo con lo stesso titolo) fu scritto tra il 1944 e il 1945 e narra delle quattro giornate di Napoli. Fu pubblicato nel 1949 e messo all'indice dalla Chiesa Cattolica nel 1950 perchè ritenuto infamante nei confronti della religione stessa, almeno nel capitolo dove si parla degli ebrei crocifissi dai nazisti in Ucraina.
Nel 1947, si trasferì a Parigi. Poi viaggiò in URSS e in Cina dove ebbe modo di intervistare Mao e di ammirarne la generosità (Malaparte gli chiede si rilasciare alcuni preti e cattolici arrestati e Mao acconsentì). Nel 1957 i suoi problemi polmonari si aggravarono e dovette tornare in Italia, rinunciando anche al viaggio che aveva programmato negli Stati Uniti, ma con il materiale raccolto in quel viaggio venne poi pubblicato (postumo) Io, in Russia e in Cina. Negli anni precedenti, dopo svariati rifiuti, il Partito Comunista gli aveva concesso la tessera del partito, e per questo motivo pare strana la sua conversione al Cattolicesimo degli ultimi mesi della sua vita. C'è che dice che fosse una conversione di facciata, mentre altri la ritengono vera. Ancora, si dice che la tessera del partito fosse stata concessa a Malaparte solo quando questi era ormai in punto di morte e che l'adesione al comunismo fosse una farsa e che negli ultimi giorni della sua vita fosse stato battezzato, comunicato e cresimato addirittura nello stesso giorno. La curia di Prato e di Roma non hanno documenti a riguardo e le contrastanti testimonianze dei presenti lasciano la questione avvolta nel mistero. Di lui, Longanesi disse:"Malaparte è così egocentrico che se va ad un matrimonio vorrebbe essere la sposa, a un funerale il morto". Riposa in un piccolo mausoleo sulla cima del monte Spazzavento, che domina la città di Prato.
Frasi di Curzio Malaparte
Abbiamo un totale di 6 frasi.
Ove necessario le abbiamo suddivise in pagine da 50 frasi ciascuna.
Intanto te ne inseriamo una qui come stuzzichino.
Leggi le frasi di Curzio Malaparte
Ove necessario le abbiamo suddivise in pagine da 50 frasi ciascuna.
Intanto te ne inseriamo una qui come stuzzichino.
L'Italia: culla del diritto... e del rovescio.
Leggi le frasi di Curzio Malaparte