Biografia di Alphonse de Lamartine
Nazione: Francia
Alphonse Marie Louis de Prat de Lamartine nacque a Mâcon, Francia il 21 ottobre 1790 e morì a Parigi il 28 febbraio 1869. Fu poeta, scrittore, storico, diplomatico e politico.
Proveniva da una famiglia di nobili di origine borbonica. Suo padre, Pierre de Lamartine, era un proprietario terriero e sua madre, una donna di forte religiosità e fervente vegetariana, influenzò profondamente la sua educazione. Dopo aver completato gli studi al Collegio Pères de la Foi, Lamartine intraprese un viaggio in Italia nel 1811, dove visse esperienze formative e sentimentali che avrebbero influenzato la sua poesia.
Il debutto poetico di Lamartine avvenne con la pubblicazione di Méditations poétiques nel 1820, una raccolta che ebbe un grande successo e contribuì a definirlo come il primo poeta romantico francese, influenzato senza dubbio da Chateaubriand. La sua poesia si caratterizza per l'intensità emotiva e la fusione di elementi elegiaci con le nuove aspirazioni romantiche. Altre opere significative includono Nouvelles méditations poétiques (1823), Graziella (1849) e Jocelyn (1836), quest'ultimo concepito all'interno di un vasto disegno epico e religioso.
Lamartine fu anche un abile traduttore e scrittore di prosa. La sua interpretazione cristiana del Fedone platonico è presente in La mort de Socrate (1825). Le sue opere riflettono una profonda introspezione personale e una forte connessione con la natura, tipiche del periodo romantico, le cui idee furono da lui condivise con Victor Hugo.
Oltre alla sua carriera letteraria, Lamartine fu attivamente coinvolto nella politica francese. Ricoprì ruoli diplomatici come ambasciatore a Napoli nel 1820 e segretario d'ambasciata a Firenze a partire dal 1825.
Proprio in Toscana ebbe luogo il famoso duello con Gabriele Pepe, un patriota napoletano che si sentì offeso da un verso della poesia Le dernier chant du pèlerinage d'Harold di Lamartine, nel quale l'Italia veniva definita "terra dei morti". Pepe criticò apertamente il francese e la diatriba degenerò in una sfida a duello. All'epoca, a Firenze, i duelli erano illegali, ma entrambi presero la cosa sul serio ed il duello, nonostante la mobilitazione della polizia per impedirlo, ebbe quindi luogo a Porta San Frediano.
Nessuno dei due morì ma Lamartine fu ferito ad un braccio: protetto dall'immunità diplomatica non subì conseguenze, mentre Pepe fu messo agli arresti domiciliari. La reputazione di quest'ultimo però crebbe notevolmente e gli fece ricevere lettere di congratulazioni da tutta Italia, assurgendo così al ruolo di difensore dell'onor patrio.
Pepe venne presto rilasciato e tornò alla vita pubblica e all'attività politica, anche se in un clima di censura. Lamartine tornò in Francia per intraprendere a sua volta una carriera politica. Fu eletto deputato nel 1833 e si schierò inizialmente come monarchico costituzionale.
Durante la Rivoluzione di luglio del 1830, Lamartine si oppose alla monarchia di Luigi Filippo. Nel 1848, dopo la caduta della monarchia, divenne membro del governo provvisorio e ministro degli Esteri. In questo ruolo cercò di mediare tra le tensioni sociali e lavorative del periodo. Tuttavia, dopo le elezioni presidenziali del dicembre 1848, in cui fu sconfitto da Luigi Bonaparte, si ritirò dalla vita politica attiva.
Negli anni successivi, Lamartine si dedicò alla scrittura letteraria e autobiografica. Le sue opere più tarde includono Confidences (1849) e Nouvelles confidences (1851). Nonostante il suo declino politico, continuò a scrivere opere storiche come Histoire des Girondins (1847) e Histoire de la Restauration (1851-1853). Morto nel 1869 a Parigi, è considerato uno dei padri del Romanticismo francese.
Proveniva da una famiglia di nobili di origine borbonica. Suo padre, Pierre de Lamartine, era un proprietario terriero e sua madre, una donna di forte religiosità e fervente vegetariana, influenzò profondamente la sua educazione. Dopo aver completato gli studi al Collegio Pères de la Foi, Lamartine intraprese un viaggio in Italia nel 1811, dove visse esperienze formative e sentimentali che avrebbero influenzato la sua poesia.
Il debutto poetico di Lamartine avvenne con la pubblicazione di Méditations poétiques nel 1820, una raccolta che ebbe un grande successo e contribuì a definirlo come il primo poeta romantico francese, influenzato senza dubbio da Chateaubriand. La sua poesia si caratterizza per l'intensità emotiva e la fusione di elementi elegiaci con le nuove aspirazioni romantiche. Altre opere significative includono Nouvelles méditations poétiques (1823), Graziella (1849) e Jocelyn (1836), quest'ultimo concepito all'interno di un vasto disegno epico e religioso.
Lamartine fu anche un abile traduttore e scrittore di prosa. La sua interpretazione cristiana del Fedone platonico è presente in La mort de Socrate (1825). Le sue opere riflettono una profonda introspezione personale e una forte connessione con la natura, tipiche del periodo romantico, le cui idee furono da lui condivise con Victor Hugo.
Oltre alla sua carriera letteraria, Lamartine fu attivamente coinvolto nella politica francese. Ricoprì ruoli diplomatici come ambasciatore a Napoli nel 1820 e segretario d'ambasciata a Firenze a partire dal 1825.
Proprio in Toscana ebbe luogo il famoso duello con Gabriele Pepe, un patriota napoletano che si sentì offeso da un verso della poesia Le dernier chant du pèlerinage d'Harold di Lamartine, nel quale l'Italia veniva definita "terra dei morti". Pepe criticò apertamente il francese e la diatriba degenerò in una sfida a duello. All'epoca, a Firenze, i duelli erano illegali, ma entrambi presero la cosa sul serio ed il duello, nonostante la mobilitazione della polizia per impedirlo, ebbe quindi luogo a Porta San Frediano.
Nessuno dei due morì ma Lamartine fu ferito ad un braccio: protetto dall'immunità diplomatica non subì conseguenze, mentre Pepe fu messo agli arresti domiciliari. La reputazione di quest'ultimo però crebbe notevolmente e gli fece ricevere lettere di congratulazioni da tutta Italia, assurgendo così al ruolo di difensore dell'onor patrio.
Pepe venne presto rilasciato e tornò alla vita pubblica e all'attività politica, anche se in un clima di censura. Lamartine tornò in Francia per intraprendere a sua volta una carriera politica. Fu eletto deputato nel 1833 e si schierò inizialmente come monarchico costituzionale.
Durante la Rivoluzione di luglio del 1830, Lamartine si oppose alla monarchia di Luigi Filippo. Nel 1848, dopo la caduta della monarchia, divenne membro del governo provvisorio e ministro degli Esteri. In questo ruolo cercò di mediare tra le tensioni sociali e lavorative del periodo. Tuttavia, dopo le elezioni presidenziali del dicembre 1848, in cui fu sconfitto da Luigi Bonaparte, si ritirò dalla vita politica attiva.
Negli anni successivi, Lamartine si dedicò alla scrittura letteraria e autobiografica. Le sue opere più tarde includono Confidences (1849) e Nouvelles confidences (1851). Nonostante il suo declino politico, continuò a scrivere opere storiche come Histoire des Girondins (1847) e Histoire de la Restauration (1851-1853). Morto nel 1869 a Parigi, è considerato uno dei padri del Romanticismo francese.
Frasi di Alphonse de Lamartine
Abbiamo un totale di 6 frasi.
Ove necessario le abbiamo suddivise in pagine da 50 frasi ciascuna.
Intanto te ne inseriamo una qui come stuzzichino.
Leggi le frasi di Alphonse de Lamartine
Ove necessario le abbiamo suddivise in pagine da 50 frasi ciascuna.
Intanto te ne inseriamo una qui come stuzzichino.
L'uomo è Dio grazie al pensiero.
Leggi le frasi di Alphonse de Lamartine