Biografia di Thomas Jefferson
Nazione: Stati Uniti d'America
Thomas Jefferson macque a Shadwell, Virginia il 13 aprile 1743 e morì a Charlottesville, Virginia il 4 luglio 1826. Fu politico, scienziato e architetto.
Nato in una famiglia benestante, a nove anni cominciò a studiare francese, greco e latino. A 14 rimase orfano di padre ed ereditò 5000 acri di terreno e molti schiavi.
Nel 1760 si iscrisse al William and Mary College dove studiò filosofia e matematica. Si laureò poi in giurisprudenza a soli vent'anni.
Si dedicò alla professione di avvocato, ma nel 1765 morì una delle sue sorelle e altre due si sposarono, lasciandolo solo con le due sorelle minori. Subì un periodo di depressione, ma nonostante questo riuscì ad affermarsi nella sua professione. Nel 1772 si sposò con una ragazza di ventitrè anni, vedova. Dopo un periodo come giudice di pace, divenne deputato nella Camera Bassa del Parlamento della Virginia. Nel 1774 venne deputato anche al congresso continentale e alla commissione per la stesura della dichiarazione d'indipendenza. Nonostante la dichiarazione sia stata scritta dalla Commissione dei Cinque (Thomas Jefferson, John Adams, Benjamin Franklin, Robert R. Livingston e Roger Sherman) le parole qui riportate, forse fra le più famose al mondo, sono attribuite proprio a Jefferson.
Noi riteniamo che le seguenti verità siano di per sé stesse evidenti; che tutti gli uomini sono stati creati uguali, che essi sono dotati dal loro Creatore di alcuni Diritti inalienabili, che fra questi vi sono la Vita, la Libertà e la ricerca della Felicità.
Dal 1779 al 1781 fu governatore della Virginia ma quando il suo mandato terminò se ne andò senza passare le consegne al successore. Per questo motivo subì un processo ma venne assolto. Per un po' si ritirò dalla vita politica, ma nel 1785 venne inviato come diplomatico in Francia, dove appoggiò la rivoluzione francese. Al suo ritorno, George Washington lo nominò Segretario di Stato. In questo ruolo, ebbe spesso dei contrasti con l'altro braccio destro di Washington, il Segretario al Tesoro Alexander Hamilton. Le loro divergenze portarono alla creazione dei primi due partiti politici d'America: quello Democratico-Repubblicano di Jefferson e quello Federalista di Hamilton. Nel 1793, non essendo riuscito a mitigare i contrasti, lasciò nuovamente la politica e si ritirò nella sua tenuta.
Dopo soli tre anni però venne candidato dal suo partito alla corsa per la presidenza. Nel 1796 John Adams divenne il secondo presidente degli Stati Uniti e il primo a risiedere nella Casa Bianca. Jefferson divenne suo vice, e capo del Senato, pur essendo dello schieramente opposto a causa del numero di voti che all'epoca determinava chi veniva eletto. In quel periodo, i rapporti con la Francia, che era stata alleata delle 13 colonie durante la guerra di Indipendenza, si inasprirono al punto da diventare una quasi-guerra come fu definita all'epoca. Da lì a poco l'esito del quasi-conflitto avrebbe modificato non di poco la forma degli Stati Uniti.
Nel 1800 ci furono nuove elezioni presidenziali e stavolta Jefferson ebbe la meglio, con un altro membro del suo partito (Aaron Burr) come vice. Secondo la legge dell'epoca, la ratifica dell'esito delle votazioni doveva arrivare dalla Camera dei Rappresentanti, a maggioranza Federalista, che quindi non ratificò creando una situazione di stallo. Solo dopo la trentaseieseima votazione finita in parità, alcuni membri del partito Federalista decisero di astenersi permettendo a Jefferson di diventare a tutti gli effetti il terzo presidente degli Stati Uniti.
Durante il suo mandato, l'evento più importante fu l'acquisto del territorio della Louisiana dalla Francia. Solo poco tempo prima Napoleone aveva riportato il territorio sotto il controllo francese sottraendolo alla Spagna, ma aveva bisogno di soldi per le sue campagne in Europa. Va sottolineato che il territorio di cui si parla non corrisponde affatto all'attuale stato della Louisiana, ma si estendeva per più di 2 milioni di Km quadrati e comprendeva una fascia di territorio che si estendeva dal golfo del Messico fino al confine col Canada. Di fatto, questa annessione duplicò istantaneamente l'estensione del territorio dei neonati Stati Uniti d'America.
Durante il suo mandato ci fu anche la famosa spedizione di Lewis e Clark, incaricati di trovare una via navigabile dall'entroterra alla costa pacifica. La spedizione durò più di due anni e riportò specie animali e vegetali fino ad allora sconosciute. Nonostante fosse un pacifista e avesse ridotto drasticamente le spese militari, Jefferson fu costretto a dichiarare guerra ai corsari libici che rapinavano le navi mercantili americane nel Mediterraneo. Fino a poco tempo prima protette dalla Royal Navy, erano a quell'epoca lasciate navigare da sole e subivano continui attacchi e richieste di pagamento di pedaggio. Dopo alcune battaglie la situazione venne risolta più o meno pacificamente.
Jefferson, al termine del mandato, si ricandidò e vinse ancora. Varò una legge contro l'importazione di schiavi, per prevenire una possibile rivolta degli stessi, ma la legge cadde nel vuoto.
Al termine del mandato, il suo partito volle candidarlo per la terza volta (come citato anche nella biografia di F.D. Roosevelt, all'epoca non era vietato) ma lui rifiutò, aderendo alla convinzione di George Washington che fosse pericoloso concentrare il potere troppo a lungo nelle mani di un uomo solo.
Ritiratosi dalla vita politica, si adoperò alla ristrutturazione della sua tenuta influenzato dall'architettura del Palladio di Villa Capra detta la Rotonda, vicina a Vicenza e al Pantheon di Roma. Per tenere il ritmo della sua intensa corrispondenza epistolare, inventò il poligrafo di Jefferson, il precursore della moderna fotocopiatrice. Inoltre si prodigò per fondare l'Università della Virginia contribuendo anche ai lavori di progettazione. Morì nel giorno del cinquantesimo anniversario della Dichiarazione di Indipendenza, lo stesso 4 luglio 1826 in cui morì anche il suo amico ma avversario politico John Adams, che fu presidente prima di lui.
Nato in una famiglia benestante, a nove anni cominciò a studiare francese, greco e latino. A 14 rimase orfano di padre ed ereditò 5000 acri di terreno e molti schiavi.
Nel 1760 si iscrisse al William and Mary College dove studiò filosofia e matematica. Si laureò poi in giurisprudenza a soli vent'anni.
Si dedicò alla professione di avvocato, ma nel 1765 morì una delle sue sorelle e altre due si sposarono, lasciandolo solo con le due sorelle minori. Subì un periodo di depressione, ma nonostante questo riuscì ad affermarsi nella sua professione. Nel 1772 si sposò con una ragazza di ventitrè anni, vedova. Dopo un periodo come giudice di pace, divenne deputato nella Camera Bassa del Parlamento della Virginia. Nel 1774 venne deputato anche al congresso continentale e alla commissione per la stesura della dichiarazione d'indipendenza. Nonostante la dichiarazione sia stata scritta dalla Commissione dei Cinque (Thomas Jefferson, John Adams, Benjamin Franklin, Robert R. Livingston e Roger Sherman) le parole qui riportate, forse fra le più famose al mondo, sono attribuite proprio a Jefferson.
Noi riteniamo che le seguenti verità siano di per sé stesse evidenti; che tutti gli uomini sono stati creati uguali, che essi sono dotati dal loro Creatore di alcuni Diritti inalienabili, che fra questi vi sono la Vita, la Libertà e la ricerca della Felicità.
Dal 1779 al 1781 fu governatore della Virginia ma quando il suo mandato terminò se ne andò senza passare le consegne al successore. Per questo motivo subì un processo ma venne assolto. Per un po' si ritirò dalla vita politica, ma nel 1785 venne inviato come diplomatico in Francia, dove appoggiò la rivoluzione francese. Al suo ritorno, George Washington lo nominò Segretario di Stato. In questo ruolo, ebbe spesso dei contrasti con l'altro braccio destro di Washington, il Segretario al Tesoro Alexander Hamilton. Le loro divergenze portarono alla creazione dei primi due partiti politici d'America: quello Democratico-Repubblicano di Jefferson e quello Federalista di Hamilton. Nel 1793, non essendo riuscito a mitigare i contrasti, lasciò nuovamente la politica e si ritirò nella sua tenuta.
Dopo soli tre anni però venne candidato dal suo partito alla corsa per la presidenza. Nel 1796 John Adams divenne il secondo presidente degli Stati Uniti e il primo a risiedere nella Casa Bianca. Jefferson divenne suo vice, e capo del Senato, pur essendo dello schieramente opposto a causa del numero di voti che all'epoca determinava chi veniva eletto. In quel periodo, i rapporti con la Francia, che era stata alleata delle 13 colonie durante la guerra di Indipendenza, si inasprirono al punto da diventare una quasi-guerra come fu definita all'epoca. Da lì a poco l'esito del quasi-conflitto avrebbe modificato non di poco la forma degli Stati Uniti.
Nel 1800 ci furono nuove elezioni presidenziali e stavolta Jefferson ebbe la meglio, con un altro membro del suo partito (Aaron Burr) come vice. Secondo la legge dell'epoca, la ratifica dell'esito delle votazioni doveva arrivare dalla Camera dei Rappresentanti, a maggioranza Federalista, che quindi non ratificò creando una situazione di stallo. Solo dopo la trentaseieseima votazione finita in parità, alcuni membri del partito Federalista decisero di astenersi permettendo a Jefferson di diventare a tutti gli effetti il terzo presidente degli Stati Uniti.
Durante il suo mandato, l'evento più importante fu l'acquisto del territorio della Louisiana dalla Francia. Solo poco tempo prima Napoleone aveva riportato il territorio sotto il controllo francese sottraendolo alla Spagna, ma aveva bisogno di soldi per le sue campagne in Europa. Va sottolineato che il territorio di cui si parla non corrisponde affatto all'attuale stato della Louisiana, ma si estendeva per più di 2 milioni di Km quadrati e comprendeva una fascia di territorio che si estendeva dal golfo del Messico fino al confine col Canada. Di fatto, questa annessione duplicò istantaneamente l'estensione del territorio dei neonati Stati Uniti d'America.
Durante il suo mandato ci fu anche la famosa spedizione di Lewis e Clark, incaricati di trovare una via navigabile dall'entroterra alla costa pacifica. La spedizione durò più di due anni e riportò specie animali e vegetali fino ad allora sconosciute. Nonostante fosse un pacifista e avesse ridotto drasticamente le spese militari, Jefferson fu costretto a dichiarare guerra ai corsari libici che rapinavano le navi mercantili americane nel Mediterraneo. Fino a poco tempo prima protette dalla Royal Navy, erano a quell'epoca lasciate navigare da sole e subivano continui attacchi e richieste di pagamento di pedaggio. Dopo alcune battaglie la situazione venne risolta più o meno pacificamente.
Jefferson, al termine del mandato, si ricandidò e vinse ancora. Varò una legge contro l'importazione di schiavi, per prevenire una possibile rivolta degli stessi, ma la legge cadde nel vuoto.
Al termine del mandato, il suo partito volle candidarlo per la terza volta (come citato anche nella biografia di F.D. Roosevelt, all'epoca non era vietato) ma lui rifiutò, aderendo alla convinzione di George Washington che fosse pericoloso concentrare il potere troppo a lungo nelle mani di un uomo solo.
Ritiratosi dalla vita politica, si adoperò alla ristrutturazione della sua tenuta influenzato dall'architettura del Palladio di Villa Capra detta la Rotonda, vicina a Vicenza e al Pantheon di Roma. Per tenere il ritmo della sua intensa corrispondenza epistolare, inventò il poligrafo di Jefferson, il precursore della moderna fotocopiatrice. Inoltre si prodigò per fondare l'Università della Virginia contribuendo anche ai lavori di progettazione. Morì nel giorno del cinquantesimo anniversario della Dichiarazione di Indipendenza, lo stesso 4 luglio 1826 in cui morì anche il suo amico ma avversario politico John Adams, che fu presidente prima di lui.
Frasi di Thomas Jefferson
Abbiamo un totale di 6 frasi.
Le abbiamo suddivise in pagine da 50 frasi ciascuna.
Intanto te ne inseriamo una qui come stuzzichino.
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