Frasi di Albert Einstein

401/599

Trovo che alcuni lieder e opere da camera di Brahms sono davvero significativi anche nella struttura. Tuttavia la maggior parte delle sue opere non hanno per me la forza di convincermi interiormente. Insomma, non capisco perché provò la necessità di scriverle.

402/599

Ammiro la capacità creativa di Wagner, ma considero la sua mancanza di struttura architettonica un segno di decadenza. Inoltre trovo la sua personalità musicale così indescrivibilmente offensiva che per lo più lo ascolto solo con un senso di disgusto.

403/599

Credo che [Richard] Strauss abbia molto talento, ma che gli manchi una verità interiore e che si preoccupi soltanto degli effetti esteriori.

404/599

La musica non influisce sulla ricerca, ma entrambe derivano dalla stessa fonte di ispirazione e si completano a vicenda nel senso di liberazione che procurano.

405/599

La gente come noi, benché mortale come tutta l'umanità, non invecchia per quanto a lungo viva. Voglio dire che non smettiamo mai di osservare come dei bambini incuriositi il grande mistero che ci circonda. Quindi si crea intorno a noi uno spazio che ci separa da tutto ciò che è insoddisfacente nella sfera umana, è questo è già un gran bene.

406/599

Sono arrivato alla convinzione che l'abolizione della pena di morte sia auspicabile per i seguenti motivi:

407/599

Sebbene io sia un democratico, ho la certezza che l'umanità non progredirebbe e degenererebbe senza una minoranza di uomini e donne onesti e socialmente impegnati, disposti a sacrificarsi per le loro convinzioni.

408/599

L'evoluzione umana è basata più sulla coscienza di uomini come Brandeis che sul genio creativo.

409/599

Con la più profonda ammirazione e stima fraterna Le stringo la mano in occasione del Suo ottantesimo compleanno. Non conosco altri che unisca doti intellettuali così eccezionali a un tale spirito di abnegazione, mentre trova il significato completo della vita nel servire umilmente la comunità. Noi, tutti noi, La ringraziamo non solo per quello che ha fatto e raggiunto, ma anche perché ci rallegriamo che un uomo simile esista tra di noi in questa nostra epoca così priva di autentiche personalità.

410/599

La sofferenza, se provocata dall'ottusità e dalla stupidità di una società legata alle tradizioni, di solito riduce i deboli a uno stato di cieco odio, ma esalta i forti a una superiorità morale e a una generosità altrimenti irraggiungibili dall'uomo.

411/599

Com'è possibile che la nostra epoca così amante della cultura sia così mostruosamente amorale? Apprezzo di più la carità e l'amore per il prossimo al di sopra di ogni altra cosa. Tutto il nostro decantato progresso la nostra stessa civiltà è come l'accetta nelle mani del maniaco criminale.

412/599

È fondamentale quindi la tolleranza per l'individuo da parte della società e dello stato. Indubbiamente lo stato serve a garantire all'individuo quella sicurezza indispensabile per il suo sviluppo. Ma quando lo stato diventa l'elemento principale e l'individuo si trasforma in uno strumento privo di volontà propria, allora si perdono tutti i valori più elevati. Come la roccia deve frantumarsi prima che gli alberi possano mettervi radici, come la terra viene arata perché possa dar frutto, così infatti la società umana dà risultati veramente significativi solo quando è sufficientemente dissodata per rendere possibile il libero sviluppo delle capacità individuali.

413/599

Quando Dio Onnipotente stabiliva le eterne leggi della natura, venne assalito da un dubbio che non riuscì a dissipare neppure in seguito: come sarebbe imbarazzante se più tardi le massime autorità del materialismo dialettico dichiarassero illegali alcune o addirittura tutte le sue leggi!

414/599

Quando poi Egli creò i profeti e i saggi del materialismo dialettico fu tormentato da un altro dubbio analogo. Tuttavia si rincuorò al pensiero che mai quei profeti e saggi avrebbero potuto affermare che la base del materialismo dialettico poteva essere contraria alla Ragione e alla Verità.

415/599

La più importante delle aspirazioni umane è la ricerca della moralità nel nostro comportamento: ne dipendono il nostro equilibrio interiore e persino la nostra stessa esistenza. Solo la moralità del comportamento conferisce alla vita bellezza bellezza e dignità.

416/599

Se i fedeli delle attuali religioni volessero davvero pensare e agire nello spirito dei fondatori di queste religioni, allora non esisterebbe alcuna ostilità causata dalla religione tra i seguaci delle differenti fedi. Perfino i conflitti in campo religioso si rivelerebbero insignificanti.

417/599

Nel dir "noi" disagio m'assale,
che di nessun'altra bestia io son l'eguale;
ancor coperto veder posso
dietro a ogni interesse un grande abisso.

418/599

Diffido del "noi" ed ecco il perché:
nessuno può dire: "L'altro è me".
Ogni intesa cela un imbroglio,
ogni accordo un abbaglio.

419/599

È veramente un enigma per me che cosa induce la gente a prendere il proprio lavoro con tanta maledetta serietà. Per chi? Per se stessi? Tutti quanti dobbiamo ben presto andarcene. Per i contemporanei? Per i posteri? No, rimane sempre un enigma.

420/599

Cari posteri, se non siete diventati più giusti, più pacifici e in genere più razionali di quanto siamo (o eravamo) noi allora andate al diavolo!

421/599

La filosofia è come una madre che ha dato alla luce tutte le altre scienze, dotandole di caratteristiche diverse. Quindi, sebbene nuda e povera non merita il nostro disprezzo; dobbiamo invece sperare che una parte del suo ideale donchisciottesco sopravviva nei figli, impedendo loro di cadere nel filisteismo.

422/599

Comparve Hitler, un uomo di limitate capacità intellettuali, inadatto a qualsiasi lavoro utile, pieno di invidia e di amarezza contro tutti quelli che erano stati favoriti più di lui dalla natura e dal destino. [...] odiava più di qualsiasi altra cosa proprio quella cultura e quella educazione che gli erano state negate per sempre. Nella sua disperata ambizione di potere scoprì che i suoi discorsi sconnessi e pervasi dall'odio suscitavano gli applausi frenetici di quanti si trovavano nelle sue stesse condizioni e condividevano le sue opinioni. Raccattava questi relitti della società per la strada, nelle osterie, organizzandoli intorno a sé. In questo modo avviò la sua carriera politica. Ma ciò che veramente lo portò a diventare un Führer era il suo odio acerrimo contro ogni cosa di origine straniera e specialmente contro una minoranza inerme, gli ebrei tedeschi. La loro sensibilità intellettuale lo metteva a disagio e la considerava, non del tutto erroneamente, non tedesca.

423/599

Coloro a cui le circostanze esteriori consentono un'esistenza apparentemente sicura non potranno mai capire che cosa significasse quest'uomo per i suoi fratelli imprigionati nella Germania e minacciati dall'inevitabile distruzione. Ritenne fosse suo dovere rimanere e sopportare le spietate persecuzioni al fine di dare ai suoi fratelli un appoggio morale fino all'ultimo. Noncurante del pericolo, trattò con i rappresentanti di un governo formato da assassini brutali, conservando in ogni circostanza la dignità sua e del suo popolo.

424/599

Per essere un elemento perfetto di un gregge bisogna innanzitutto essere una pecora.

425/599

Si ricordi sempre che gli animi più alti e più nobili sono sempre e necessariamente soli, e che perciò possono respirare la purezza della propria atmosfera.

426/599

La teoria della relatività è strettamente connessa con la teoria dello spazio e del tempo. Inizierò quindi con una breve analisi dell'origine delle nostre idee sullo spazio e sul tempo, anche se mi rendo conto che, così facendo, mi addentro in un terreno controverso. Oggetto di tutte le scienze, delle scienze della natura come della psicologia, è il tentativo di coordinare le esperienze e di organizzarle in un sistema logico. ma in che modo le nostre abituali idee di spazio e di tempo sono legate al carattere delle nostre esperienze?

427/599

Un universo infinito è possibile soltanto nell'ipotesi che la densità media della materia in esso contenuta sia nulla, ipotesi logicamente possibile ma meno probabile di quella che nell'universo vi sia una densità media finita di materia.

428/599

Per grandi densità del campo e della materia, le equazioni di campo, e probabilmente anche le variabili del campo che intervengono in esse, non avranno significato reale. Pertanto, non si può supporre che le equazioni valgano per densità elevate del campo o della materia, né si può concludere che l'"inizio dell'espansione" [dell'universo] debba corrispondere a una singolarità in senso matematico. Si deve solo ricordare che le equazioni [di campo] non possono essere estese a queste regioni. Questa considerazione, tuttavia, non altera il fatto che l'"origine del mondo" costituisce realmente un inizio, dal punto di vista dello sviluppo delle stelle e dei sistemi di stelle attualmente esistenti, prima del quale tali stelle e tali sistemi di stelle ancora non esistevano come entità individuali.

429/599

Si possono avere buone ragioni per sostenere che la realtà non può essere rappresentata da un campo continuo. I fenomeni quantistici sembrano dimostrare con certezza che un sistema finito di energia finita può essere completamente descritto da un insieme finito di numeri (numeri quantici). Questo non sembra in accordo con una teoria del continuo, e deve quindi spingere alla ricerca di una teoria puramente algebrica in grado di descrivere la realtà: Ma nessuno sa come si possono ottenere le basi per una teoria di questo tipo.

430/599

Sono riuscito a dimostrare, con un calcolo semplice, che le equazioni di gravitazione valgono per ogni sistema di riferimento che soddisfi a queste condizioni. Ne consegue che esistono trasformazioni d'accelerazione di varia natura, che mutano le equazioni in sé stesse (tra queste, ad esempio, le rotazioni), cosicché l'ipotesi di equivalenza si conserva nella sua forma più primitiva, e perfino in misura insospettabilmente ampia.

431/599

L'equivalenza rigorosa tra massa inerziale e massa gravitazionale, e anche massa del campo gravitazionale, l'avevo già dimostrata, credo, all'epoca della tua visita.

432/599

A questo punto indipendentemente dal fatto che l'osservazione dell'eclisse solare abbia o non abbia successo, mi ritengo soddisfatto, e non dubito più della validità di tutto il sistema: la fondatezza della cosa è fin troppo evidente. [inizio marzo 1914]

433/599

Di quando in quando, ora mi ritiro per qualche settimana nella casa d'una tenuta di campagna, tutto solo, cucinandomi quel che mi occorre, come gli eremiti dell'antichità. Così noto con sorpresa quanto è lungo un giorno e quanto vano, perlopiù, l'affaccendarsi alacre e odioso che riempie il nostro tempo. [5 gennaio 1929]

434/599

Ora sto leggendo con grande attenzione e piacere un libro sul socialismo di B. Shaw, veramente un tipo da togliersi il cappello, dotato d'uno sguardo molto acuto sull'agire umano. [5 gennaio 1929]

435/599

La salute piano piano migliora. Ma sono stato vicino a tirare le cuoia, cosa che, fra l'altro, è bene non eccedere nel rimandare. [5 gennaio 1929]

436/599

So che per l'Italia tu nutri un'attrazione incurabile, così come molti ebrei tedeschi per la Germania. Questo genere di debolezza sentimentale è da ricondurre alla nostra nostalgia per una dimora stabile su questa terra effimera, in questo illudendoci, a torto, che i goyim [i non-ebrei] ne abbiano una e solo noi no. Credo però che non sia una vera patria una terra dove un uomo di buon senso non può nemmeno aprire il becco. [8 agosto 1938]

437/599

Per quale ragione le civiltà prendano a imputridire dall'interno è cosa oscura. Forse la vita ordinata alla lunga distrugge le forze psichiche essenziali allo sviluppo sociale. [8 agosto 1938]

438/599

È una sorte felice quella d'essere catturato fino all'ultimo respiro dal fascino del lavoro. Diversamente troppo si soffrirebbe della stoltezza e della demenza umana, come vengono alla luce soprattutto nella politica. [24 luglio 1949]

439/599

Qualcosa di vero forse c'è, nei ragionamenti di Eddington. Mi è sempre sembrato un uomo di non comune ingegno, ma di scarso senso critico. Non obbligherei nessuno a sacrificargli tempo e fatica; disinteresse e altruismo hanno, giustamente, dei limiti. Con la sua filosofia mi ricorda una "prima ballerina", nemmeno lei in fondo convinta che i suoi eleganti saltelli abbiano una vera ragione d'essere. [29 luglio 1953]

440/599

Raramente la capacità di condurre una vita in armonia è congiunta a un'intelligenza acuta come la sua, ma in lui questo inusuale incontro aveva avuto luogo, Quel che più ammiravo, nell'uomo, è l'esser riuscito a vivere molti anni non solo in pace ma addirittura in accordo costante con una donna; un'impresa nella quale io per due volte ho miseramente fallito. [lettera di condoglianze al figlio e alla sorella, 21 marzo 1955]

441/599

Egli mi ha preceduto di poco nel congedarsi da questo strano mondo. Non significa niente. Per noi che crediamo nella fisica, la divisione tra passato, presente e futuro ha solo il valore di un'ostinata illusione. [lettera di condoglianze al figlio e alla sorella, 21 marzo 1955]

442/599

Il posto dove si va ad abitare non è così importante [...]. Io stesso ho vagabondato costantemente da un posto all'altro, straniero ovunque [...]. L'ideale di un uomo come me è sentirsi a casa in qualunque posto. [3 marzo 1920]

443/599

Proprio come nella leggenda dell'uomo che tramutava in oro tutto ciò che toccava, con me tutto si tramuta in un gran baccano sulla stampa. [9 settembre 1920]

444/599

In Germania sono stato promosso al rango di bestia feroce e mi sono state confiscate tutte le mie sostanze. Mi consolo pensando che presto se ne sarebbero andate ugualmente. [30 maggio 1933]

445/599

Mi sono acclimatato benissimo qui. Me ne sto come un orso nella tana; mai, nella mia vita avventurosa, mi sono sentito tanto a casa mia. La mia orsaggine si è acuita dopo la morte della mia compagna [Elsa], che era più legata di me agli altri esseri umani. [1937 circa]

446/599

Non posso però scrivere in inglese, per le insidie dell'ortografia: quando leggo l'inglese, sento solo il suono delle parole e non riesco a fissarne la forma. [7 settembre 1944]

447/599

Non ci eravamo accorti che nell'uomo il midollo spinale ha un'azione assai più estesa e profonda di quella del cervello. [7 settembre 1944]

448/599

Il senso di ciò che è giusto o ingiusto cresce e muore come fa un albero, e a ben poco giova qualsiasi genere di concime. Tutto ciò che il singolo può fare è di dare il buon esempio e di avere il coraggio di sostenere con serietà le convinzioni etiche in una società di cinici. Da lungo tempo mi sono sforzato (con alterno successo) di comportarmi in questo senso. [7 settembre 1944]

449/599

Non posso prendere molto sul serio il fatto che ti senti "troppo vecchio", perché capita anche a me. È un sentimento che ogni tanto (sempre più spesso) riemerge per poi scomparire di nuovo. Possiamo tranquillamente lasciare alla natura il compito di ridurci in polvere un po' alla volta, posto che non preferisca usare sistemi più rapidi. [7 settembre 1944]

450/599

Le nostre prospettive scientifiche sono ormai agli antipodi. Tu ritieni che Dio giochi a dadi col mondo; io credo invece che tutto ubbidisca a una legge, in un mondo di realtà obiettive che cerco di cogliere per via furiosamente speculativa. Lo credo fermamente, ma spero che qualcuno scopra una strada più realistica o meglio un fondamento più tangibile di quanto non abbia saputo fare io. Nemmeno il grande successo iniziale della teoria dei quanti riesce a convincermi che alla base di tutto vi sia la casualità, anche se so bene che i colleghi più giovani considerano quest'atteggiamento come un effetto della sclerosi. Un giorno si saprà quale di questi due atteggiamenti istintivi sarà stato quello giusto. [7 settembre 1944]


Biografia di Albert Einstein