Frasi di Albert Einstein

451/599

Sono lieto che la tua vita e la tua attività siano fruttuose e soddisfacenti. Ciò aiuta a superare le follie degli uomini dai quali dipende il destino collettivo del cosiddetto homo sapiens. Non che in passato questo destino fosse migliore; ma la sua miseria non ci appariva così evidente, e le conseguenze della ciarlataneria erano meno catastrofiche che nelle circostanze attuali. [3 marzo 1947]

452/599

Quanto ai tedeschi, non ho cambiato opinione; d'altronde, è un'opinione che risale a prima del periodo nazista. Alla nascita tutti gli uomini sono più o meno uguali, ma i tedeschi hanno una tradizione più pericolosa che non gli altri popoli cosiddetti civili. [15 settembre 1950]

453/599

In America, bisogna sempre avere un atteggiamento molto deciso, altrimenti non si viene pagati e nemmeno rispettati. [14 maggio 1922]

454/599

In buona sostanza il mio interesse per la scienza si è sempre limitato allo studio dei principi [...]. Perciò ho pubblicato così poco, perché il grande bisogno di afferrare i principi mi ha spinto a passare la maggior parte del tempo in imprese sterili. [30 ottobre 1924]

455/599

Come ai tempi di Mach dominava una concezione materialistica dogmatica, quanto mai dannosa, allo stesso modo siamo prigionieri, oggi, di una visione soggettivista rivestita di positivismo. L'esigenza di concepire la natura come realtà obiettiva viene descritta come un pregiudizio superato, mentre le magagne dei teorici dei quanti sono una virtù. Proprio vero, gli uomini sono più suggestionabili dei cavalli: ogni tempo è dominato da una moda, e i più neppure sono capaci di riconoscere il tiranno. [10 aprile 1938]

456/599

Avevo già saputo della morte di Langevin. Era uno dei miei conoscenti più cari, un vero santo, e di grande talento per di più. È vero che i politici hanno sfruttato la sua bontà, perché era incapace di penetrare le motivazioni squallide, troppo estranee alla sua natura. [9 aprile 1947]

457/599

Le buone azioni sono come le belle poesie. È facile afferrarne il senso generale ma spesso è meno facile capirne le ragioni. [9 aprile 1947]

458/599

Nel mio lavoro di ricerca sono ostacolato da difficoltà matematiche sempre le stesse che mi rendono impossibile la conferma o la confutazione della mia teoria generale relativistica del campo; [...]. Non ne verrò più a capo; il problema verrà dimenticato per essere riscoperto più tardi. È già successo tante volte in passato. f5 novembre 1948]

459/599

Ho provato a leggere a mia sorella qualcosa dell'opera filosofica di Aristotele. In tutta franchezza: una delusione completa. Non fosse stata così oscura, così astrusa, questa pseudofilosofia non sarebbe durata così a lungo. Ma la maggior parte delle persone, per le parole che non riesce a comprendere, prova un sacro rispetto, e taccia invece di superficialità chi ha il torto di parlar chiaro. Quale toccante segno di modestia. [25 novembre 1948]

460/599

Lei immagina che io guardi con serena soddisfazione all'opera della mia vita. Vista da vicino, però, la realtà è ben diversa. Non c'è una sola idea di cui io sia convinto che sia destinata a durare, e neppure sono sicuro d'essere sulla buona strada. Eretico per alcuni e reazionario per altri; uno che, per così dire, è sopravvissuto a sé stesso: ecco come sono visto dai miei contemporanei. Sarà certo una questione di mode e di angustia di orizzonti, ma la sensazione del fallimento mi viene da dentro. Né potrebbe essere altrimenti, per chi abbia un briciolo di spirito critico e di onestà intellettuale, e quel tanto di modestia che ti consentono un giudizio equilibrato, libero da influenze esterne. [28 marzo 1949]

461/599

Non ho trovato una parola migliore di "religione" per definire la fiducia nella natura razionale della realtà, per quanto sia accessibile alla ragione. Ogni volta che questo sentimento è assente, la scienza degenera in un piatto empirismo. [1° gennaio 1951]

462/599

La teoria unitaria del campo, in sé è ultimata. Ma è così difficile da trattare matematicamente che, con tutta la pena che mi sono dato, non sono in condizione di verificarla in alcun modo. Questo stato di cose è destinato a durare per anni, principalmente perché i fisici hanno poca attitudine a capire gli argomenti logici e filosofici. [12 febbraio 1951]

463/599

Nessuno osa prendere posizione sulla validità o meno [della teoria unitaria dei campi] per un semplice motivo: non esiste modo di affermare alcunché riguardo alle soluzioni di un sistema di equazioni non lineari tanto complesso, se si escludono casi particolari. [28 maggio 1953]

464/599

Mia madre e mia sorella mi paiono piuttosto grette e filistee, al di là dell'affetto che provo per loro. È interessante vedere come poco alla volta la vita ci cambi nel profondo dell'anima, per cui anche i legami di famiglia più stretti si riducono a normali amicizie. Non ci si capisce più a fondo, e non si riesce più a immedesimarsi davvero con l'altra persona, a capire le emozioni che la muovono. [agosto 1899]

465/599

Non vedo l'ora di ricevere una lettera della mia streghina adorata. Non riesco davvero a credere che rimarremo separati ancora per tutto questo tempo: solo ora mi rendo conto di essere pazzamente innamorato di te! Lasciati viziare quanto vogliono, così tornerai un piccolo tesoro radioso e selvaggia come una monella di strada. [1° agosto 1900]

466/599

Capisco abbastanza bene i miei genitori. Pensano a una moglie come a un lusso che un uomo si può permettere solo quando si guadagna da vivere bene. È un modo di vedere il rapporto matrimoniale che non mi convince affatto, perché considera una moglie come una prostituta, con la sola differenza che la prima, grazie al rango sociale più elevato, è in grado di procacciarsi un contratto con un uomo che le dura tutta la vita. [6 agosto 1900]

467/599

La fame e l'amore sono e rimangono delle molle talmente importanti che quasi tutto può essere spiegato grazie a loro, anche trascurando altri motivi basilari. [6 agosto 1900]

468/599

Come facevo prima a vivere da solo, mio piccolo tutto? Senza di te perdo la fiducia, la passione per lo studio e la gioia di vivere, insomma, senza di te, la vita non è vita.[14 agosto 1900]

469/599

Santo cielo, quel Johonzel!
Il desiderio l'ha reso folle!
Quando pensa alla sua Doxerl
il cuscino pare che bolle.[fonte 298]

Se il mio tesoro è corrucciato,
io mi faccio tutto piccino,
ma ella alza appena le spalle
e non le importa neanche un pochino.

Ai miei vecchi queste cose
paiono solo una stupidata,
ma non osano fiatare
per timor di una sfuriata!

Il mio tesoro con la sua bocca,
canta ariette tenere e belle,
talché del cuore la corda mi tocca
e la mia voce raggiunge le stelle. [20 agosto 1900]

470/599

A lui ella ora si cela,
che può fare egli in rimessa?
A lui ella con tutta l'anima
con un bacio si è tosto concessa. [19, 20 agosto 1900]

471/599

Senza il pensiero di te non vorrei più vivere in mezzo a questo miserabile gregge umano. Avere te mi rende fiero, e il tuo amore mi rende felice. Sarò doppiamente felice quando potrò tenerti nuovamente stretta stretta al cuore e rivedere quegli amorosi occhi che brillano solo per me e baciare la tua tenera bocca che vibra di gioia solo per me. [30 agosto o 6 settembre 1900]

472/599

Neanche tu ami più la vita filistea, vero? Chi ha assaporato la libertà non può più portare le catene. Sono talmente fortunato ad averti trovata, una persona che mi sta alla pari, forte e indipendente quanto me![fonte 297] Mi sento solo con chiunque altro tranne te. [3 ottobre 1900]

473/599

Vedrai con i tuoi occhi come sono diventato brillante e allegro e come i miei corrucci siano ormai acqua passata. Ti amo di nuovo immensamente! È stato solo per colpa dei nervi che mi sono comportato in modo così meschino con te. Stenterai a riconoscermi, così brillante e allegro, carissima Doxerl, non vedo l'ora di rivederti. [30 aprile 1901]

474/599

Se almeno potessi trasmetterti un poco della mia felicità, per farti passare definitivamente la tristezza e l'ansia. [9 maggio 1901]

475/599

Sto lavorando freneticamente sull'elettrodinamica dei corpi in movimenti, che promette di diventare una memoria eccellente. Ti ho scritto che dubitavo della correttezza delle idee sul moto relativo, ma le mie riserve erano basate su un semplice errore di calcolo. Ora ci credo di nuovo e più di prima. [17 dicembre 1901]

476/599

Di ciò che è importante nella propria esistenza non ci si rende quasi conto, e certamente questo non dovrebbe interessare il prossimo. Che ne sa un pesce dell'acqua in cui nuota per tutta la vita?

477/599

Anche contro di me sono state scagliate frecce di odio; ma non mi hanno mai colpito, perché in qualche modo appartenevano a un altro mondo, con il quale non ho niente da spartire.

478/599

Vivo in quella solitudine che è dolorosa in gioventù, ma deliziosa negli anni della maturità.

479/599

Si sappiano non solo tollerare le differenze tra gli individui e i gruppi, ma accettarle di buon grado e considerarle un arricchimento della nostra esistenza. È questa l'essenza della vera tolleranza; senza una tolleranza intesa in questa accezione più vasta non si potrà parlare di vera moralità.

480/599

Da Science, Philosophy and Religion, a Symposium; pubblicato dalla Conference on Science, Philosophy and Religion in Their Relation to the Democratic Way of Life, Inc., New York, 1941.

481/599

La scienza può solo accertare ciò che è, ma non ciò che dovrebbe essere, e fuori dal suo ambito tutti i tipi di giudizi di valore restano necessari.

482/599

Nella fase giovanile dell'evoluzione spirituale dell'uomo la fantasia umana creò a propria immagine divinità che supponeva dovessero determinare, o quantomeno influenzare con le direttive della loro volontà, il mondo fenomenologico. L'uomo cercava di modificare a proprio vantaggio l'atteggiamento di tali divinità con la magia e con la preghiera. L'idea di Dio nelle religioni insegnate oggi, è una sublimazione di quell'antica concezione degli dèi. Il suo carattere antropomorfico è dimostrato, per esempio, dal fatto che gli uomini si rivolgano all'Essere Divino con preghiere, e ne implorino l'esaudimento dei propri desideri.

483/599

La principale fonte dei conflitti odierni tra le sfere della religione e della scienza sta tutta in questa idea di un Dio personale.

484/599

Più un uomo è consapevole dell'ordinata regolarità di tutti gli eventi, più si rinsalda nella convinzione che non c'è posto, accanto a questa ordinata regolarità, per cause di natura differente. Per lui non esisterà né regola dell'umano né regola del divino come causa indipendente dagli eventi naturali.

485/599

Nella lotta per il bene morale, i maestri della religione debbono avere la capacità di rinunciare alla dottrina di un Dio personale, vale a dire rinunciare alla fonte della paura e della speranza, che nel passato ha garantito ai preti un potere così ampio.

486/599

Più l'uomo avanza nella sua evoluzione spirituale, più mi appare certo che il sentiero verso una religiosità genuina non passa per la paura della vita e la paura della morte, o per una fede cieca, ma attraverso gli sforzi compiuti in direzione di una conoscenza razionale.

487/599

Nel nostro caso la sola conoscenza della verità non è sufficiente; al contrario tale conoscenza va rinnovata di continuo, con sforzo incessante, se non si vuole che vada perduta. È come una statua di marmo che si erge nel deserto e sia continuamente minacciata di seppellimento dai movimenti delle sabbie. Le mani di chi si pone al servizio del prossimo non devono avere un istante di quiete, affinché il marmo possa continuare a risplendere durevolmente al sole. A tali mani pronte al servizio si uniranno sempre anche le mie.

488/599

Si deve tendere alla formazione di individui che agiscano e pensino in modo indipendente, pur vedendo nel servizio della comunità il proprio più alto compito vitale.

489/599

A me sembra che dal punto di vista metodologico la cosa peggiore per una scuola sia far leva soprattutto sulla paura, sulla costrizione e sull'autorità artificiosa. Tale impostazione distrugge i sentimenti sani, la sincerità e la fiducia in se stessi degli alunni, producendo soggetti passivi. [...] È relativamente semplice mettere al riparo la scuola da questo che è il peggiore di tutti i mali. Basta dotare gli insegnanti del minor numero possibile di strumenti coercitivi, in modo che per essi l'unica fonte di rispetto da parte dell'alunno siano le loro qualità umane e intellettive.

490/599

La scuola dovrebbe sempre tendere a sfornare giovani dalla personalità armonica, non degli specialisti. Il che, a mio avviso, vale in un certo senso anche per le scuole tecniche, i cui studenti si dedicheranno a una professione del tutto specifica. Bisognerebbe sempre dare la priorità allo sviluppo di una capacità generale di pensiero e di giudizio indipendente, non all'acquisizione di una competenza specialistica.

491/599

Da Relativity: Essence of the Theory of Relativity, American People's Encyclopedia, Spencer Press, Chicago, 1949, vol. 16, coll. 604-608.

492/599

La matematica si occupa esclusivamente delle relazioni tra i concetti senza considerare la loro connessione con l'esperienza. Anche la fisica si occupa di concetti matematici; tuttavia questi concetti assumono un contenuto fisico solo attraverso una chiara determinazione del loro rapporto con gli oggetti dell'esperienza. Questo vale in particolare per i concetti di moto, spazio, tempo.

493/599

L'atomo M è un ricco avaro che, finché vive, non dà via alcun denaro (energia). Ma nel suo testamento lascia la sua fortuna in eredità ai figli M' e M", a condizione che essi ne destinino una piccola quantità a fini sociali, meno di un millesimo dell'intero patrimonio (energia o massa). I figli insieme hanno un po' meno di quanto avesse il padre (la somma della massa M'+M" è leggermente minore della massa M dell'atomo radioattivo). Ma la parte destinata alla società, benché relativamente piccola, è tuttavia così rilevante (considerata come energia cinetica) da costituire una grande minaccia. Sventare tale minaccia è diventato il più pressante problema del nostro tempo.

494/599

Ecco un'ulteriore applicazione del principio della relatività, per diletto del lettore: oggi in Germania vengo chiamato "luminare tedesco", in Inghilterra "ebreo svizzero". Se dovesse mai succedermi di essere additato come una bête noire, diventerei, al contrario, un "ebreo svizzero" per i tedeschi e un "luminare tedesco" per gli inglesi.

495/599

L'intera scienza non è che un affinamento del pensiero quotidiano.

496/599

Potremmo dire che "l'eterno mistero del mondo è la sua comprensibilità". È una delle grandi intuizioni di Immanuel Kant che senza tale comprensibilità l'assunzione di un mondo esterno reale sarebbe assurda. Per quanto riguarda la "comprensibilità", l'espressione è qui utilizzata nel suo senso più banale. Vuole riferirsi a: produzione di una qualche sorta di ordine fra le impressioni dei sensi, un ordine prodotto dalla creazione di concetti generali, di relazioni tra questi concetti, e dalle relazioni tra i concetti e l'esperienza sensoriale, relazioni a loro volta determinate in qualunque possibile modo. È in questo senso che il mondo delle nostre esperienze sensoriali è comprensibile. Il fatto che sia comprensibile è un miracolo.

497/599

Quella che chiamiamo fisica comprende quel gruppo di scienze naturali che basano i propri concetti su misurazioni; e i cui concetti e affermazioni si prestano a una formulazione matematica.

498/599

Fin dall'inizio è sempre stato presente il tentativo di individuare per tutte queste singole scienze, una base teoretica unitaria composta del minor numero possibile di concetti e relazioni fondamentali, da cui si potessero ricavare per sviluppo logico tutti i concetti e le relazioni delle singole discipline. È questo che intendiamo per ricerca di fondamenti comuni per la globalità della fisica. La convinta fiducia nel conseguimento di tale obiettivo finale è la principale fonte dell'appassionata dedizione che ha sempre animato i ricercatori.

499/599

Quali speranze e paure il metodo scientifico comporta per l'uomo? Non penso che questo sia il modo giusto di impostare la questione. Qualunque cosa questo strumento a disposizione dell'uomo produrrà, essa dipenderà interamente dalla natura dei fini che l'umanità si sarà data. Una volta posti in essere gli obiettivi, il metodo scientifico fornisce i mezzi per realizzarli. Tuttavia esso non può fornire anche gli obiettivi. Il metodo scientifico non avrebbe condotto da nessuna parte, di per sé, non sarebbe nemmeno nato senza un appassionato sforzo di arrivare a una comprensione chiara.

500/599

A livello di logica pura tutti gli assiomi sono arbitrari, compresi gli assiomi dell'etica. Ma essi non sono affatto arbitrari da un punto di vista psicologico e genetico. [...] All'individuazione e alla verifica degli assiomi etici si perviene in modo non dissimile da quello che riguarda gli assiomi della scienza. La verità è ciò che sopporta la verifica dell'esperienza.


Biografia di Albert Einstein