Biografia di Max Beerbohm
Nazione: Regno Unito
Henry Maximilian Beerbohm nacque a Londra il 24 agosto 1872 e morì a Rapallo (GE) il 20 maggio 1956. Fu scrittore e caricaturista.
Cresciuto in un ambiente colto e raffinato, frequentò l'Università di Oxford, dove cominciò a farsi notare per la sua personalità eccentrica e il suo spirito dandy e umoristico.
Laureatosi senza conseguire un grado formale, divenne presto noto come saggista, caricaturista e parodista, firmando le sue opere con il nome di Max. È ricordato soprattutto per la sua satira sottile e intelligente, capace di cogliere con delicatezza e ironia le pretese e le affettazioni dei suoi contemporanei.
All'inizio della carriera pubblicò numerosi saggi e caricature su riviste prestigiose tra cui The Yellow Book, collaborando con artisti come Aubrey Beardsley e intrecciando rapporti con figure del calibro di Oscar Wilde.
Nel 1898 diventò critico teatrale per il Saturday Review, rivista dove lavorava anche G.B. Shaw, ruolo che mantenne fino al 1910, anno in cui si trasferì definitivamente a Rapallo, in Italia, dove visse per qasi cinquant'anni senza mai imparare l'italiano. Durante i decenni trascorsi in Liguria ricevette numerose visite da parte di illustri artisti, tra i quali Ezra Pound, Truman Capote, Somerset Maugham e Laurence Olivier.
Tra le sue opere più note figurano The works of Max Beerbohm (1896), una raccolta dei suoi saggi, Zuleika Dobson (1911), una brillante satira dell'ambiente universitario di Oxford, e The happy hypocrite (1896), un racconto allegorico.
Beerbohm fu anche un caricaturista di talento, conosciuto per i suoi disegni a penna e acquerello che ritraevano personaggi famosi con un'estrema finezza e umorismo, esposti sia in mostre collettive sia in personali dal 1896 in avanti. La sua influenza si estese oltre la letteratura e l'arte visiva, raggiungendo la cultura britannica del suo tempo come figura di riferimento per l'estetica del dandyismo e il gusto per l'ironia sofisticata.
Nel 1939 fu nominato baronetto dal re Giorgio VI; si dice che questo riconoscimento sia stato a lungo ritardato da una parodia sulla famiglia reale, sotto forma di versi satirici, scritta nel 1911.
Cresciuto in un ambiente colto e raffinato, frequentò l'Università di Oxford, dove cominciò a farsi notare per la sua personalità eccentrica e il suo spirito dandy e umoristico.
Laureatosi senza conseguire un grado formale, divenne presto noto come saggista, caricaturista e parodista, firmando le sue opere con il nome di Max. È ricordato soprattutto per la sua satira sottile e intelligente, capace di cogliere con delicatezza e ironia le pretese e le affettazioni dei suoi contemporanei.
All'inizio della carriera pubblicò numerosi saggi e caricature su riviste prestigiose tra cui The Yellow Book, collaborando con artisti come Aubrey Beardsley e intrecciando rapporti con figure del calibro di Oscar Wilde.
Nel 1898 diventò critico teatrale per il Saturday Review, rivista dove lavorava anche G.B. Shaw, ruolo che mantenne fino al 1910, anno in cui si trasferì definitivamente a Rapallo, in Italia, dove visse per qasi cinquant'anni senza mai imparare l'italiano. Durante i decenni trascorsi in Liguria ricevette numerose visite da parte di illustri artisti, tra i quali Ezra Pound, Truman Capote, Somerset Maugham e Laurence Olivier.
Tra le sue opere più note figurano The works of Max Beerbohm (1896), una raccolta dei suoi saggi, Zuleika Dobson (1911), una brillante satira dell'ambiente universitario di Oxford, e The happy hypocrite (1896), un racconto allegorico.
Beerbohm fu anche un caricaturista di talento, conosciuto per i suoi disegni a penna e acquerello che ritraevano personaggi famosi con un'estrema finezza e umorismo, esposti sia in mostre collettive sia in personali dal 1896 in avanti. La sua influenza si estese oltre la letteratura e l'arte visiva, raggiungendo la cultura britannica del suo tempo come figura di riferimento per l'estetica del dandyismo e il gusto per l'ironia sofisticata.
Nel 1939 fu nominato baronetto dal re Giorgio VI; si dice che questo riconoscimento sia stato a lungo ritardato da una parodia sulla famiglia reale, sotto forma di versi satirici, scritta nel 1911.
Frasi di Max Beerbohm
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Ove necessario le abbiamo suddivise in pagine da 50 frasi ciascuna.
Intanto te ne inseriamo una qui come stuzzichino.
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L'invidia del cretino per l'uomo brillante trova sempre qualche consolazione nell'idea che l'uomo brillante farà una brutta fine.
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