Frasi di Paul Valéry
102/151
L'amarezza viene quasi sempre dal non ricevere un po' più di ciò che si dà. Il sentimento di non fare un buon affare.
103/151
L'amertume vient presque toujours de ne pas recevoir un peu plus que ce que l'on donne. Le sentiment de ne pas faire une bonne affaire.
104/151
La maggior parte degli uomini ignora tutto ciò che non ha nome; e la maggior parte crede all'esistenza di tutto ciò che ha un nome.
106/151
Gli esseri sensibili non hanno voce potente, o meglio non gridano. Più quel che dicono li tocca, più l'abbassano.
108/151
Gli autori si pongono molto raramente la domanda: che interesse può avere per un lettore la frase che ho appena scritto?
109/151
Proverbio per i potenti: se qualcuno ti lecca le scarpe, mettigli il piede addosso prima che incominci a morderti.
110/151
Altri così facendo, immaginano di avvicinarsi a... ciò che essi sono, a costo di una concentrazione e di una sorta di... negazione esteriore assai penosa.
117/151
L'uomo porta su di sé la propria morte come un segreto, un tesoro nascosto, un pegno certo della fine di ogni cosa, un nulla, che riassume il tutto.
120/151
Quel che ci colpisce nei giudizi espressi su di noi è l'inevitabile semplificazione che ogni giudizio comporta per poter essere formulato.
121/151
Essere umani vuol dire sentire vagamente che c'è in ognuno qualcosa di tutti e in tutti qualcosa di ognuno.
122/151
Quale gioiello della vita, quale adamantino momento varrà mai il dolore che può causare la sua perdita?
123/151
Ci sono cose che si possono esprimere solo in una ganga di sciocchezze, con delle assurdità, delle contraddizioni. Sventura vuole che siano le più preziose.
127/151
Come si fa a pretendere che il Tutto sia rappresentato da un'immagine o da un'idea qualunque? Il Tutto non può avere figure consimili.
129/151
Il nostro mondo è circoscritto dall'insiemo combinato delle nostre percezioni e dei nostri atti.
130/151
L'infinito, caro mio, non è più un gran che, è una faccenda di scrittura. L'universo esiste solo sulla carta.
131/151
Un uomo tirava a sorte tutte le sue decisioni. Non gli capitò maggior male che a quelli che riflettono.
132/151
L'angelo non differisce dal demonio che per una riflessione che non gli si è ancora presentata.
134/151
Il numero dei nostri nemici cresce in proporzione all'accrescimento della nostra importanza. Lo stesso vale per il numero dei nostri amici.
135/151
Le nombre de nos ennemis croît en proportion de l'accroissement de notre importance. Il en est de même du nombre de nos amis.
136/151
Se il Bene, invece che estraneo, incomprensibile, un altrui capriccio, ci apparisse nostro, espressione di ciò che vogliamo profondamente, non ci sarebbe alcun merito ad obbedirgli, poiché non vi sarebbe alcuna amarezza.
145/151
Se il valore di una cosa viene fatto dipendere dall'effetto di sorpresa che è in grado di produrre, si arriverà a definire quella cosa solo attraverso il suo valore di choc...