Frasi di William Shakespeare

251/259

Si dice che gl'innamorati, per quanto possano essere vigliacchi, pure hanno all'occasione una nobiltà nella loro natura che soverchia quella ch'è in essi nativa.

252/259

Prendi il sembiante d'un casto fiore, ma sii la serpe che si nasconde sotto.

253/259

Noi non dobbiamo fare della legge soltanto uno spauracchio, sbandierandola a intimorire gli uccelli da preda, per poi lasciar che serbi sempre la stessa forma fino a che l'abitudine la muti, dall'oggetto del loro terrore ch'era dianzi, nel loro posatoio.

254/259

Ogni schiavo reca nella sua mano il potere di sopprimere la sua cattività.

255/259

Un focherello acceso ora in mezzo a questa campagna desolata somiglierebbe, ora, proprio al cuore di un vecchio libertino: una piccola favilla, nel mentre che tutt'il resto del corpo rimane di ghiaccio.

256/259

Tutti i luoghi visitati dall'occhio del cielo sono porti e approdi felici per l'uomo saggio.

257/259

O inferno ribelle, se puoi ammutinarti nelle ossa d'una donna matura, che la virtù stessa sia come cera al cospetto della fiammeggiante giovinezza, e si sciolga al calore del suo stesso fuoco.

258/259

Nel tentativo, beatitudine; sciagura, a prova fatta;
un sorridente sogno, prima e, dopo, una chimera.
E cosa che chiunque sa bene; e nessuno sa bene
sottrarsi al cielo che conduce gli uomini in tale inferno.

259/259

Vorrei che attorno a me ci fossero degli uomini piuttosto grassi, e con la testa ben pettinata, e tali, insomma, che dormano la notte. Quel Cassio laggiù ha un aspetto troppo magro e affamato: pensa troppo, e uomini del genere sono pericolosi.


Biografia di William Shakespeare