201/253
Oh! Guardati, mio signore, dalla gelosia.
È il mostro dagli occhi verdi.
202/253
Nascondi ciò che sono e aiutami a trovare la maschera più adatta
alle mie intenzioni.
203/253
Thus from my lips, by thine, my sin is purged.
204/253
It is a wise father that knows his own child.
205/253
Beware the ides of March!
206/253
Guardati dalle idi di marzo!
207/253
Every cloud engenders not a storm.
208/253
Non tutte le nubi fan tempesta.
209/253
If you have tears, prepare to shed them now.
210/253
Se avete lacrime, preparatevi a versarle adesso.
211/253
Guardata: io soffio su questa piuma per allontanarla dal mio viso, e l'aria la respinge di nuovo verso di me, ed essa obbedisce al mio fiato quando io vi soffio sopra, e cede, invece, a un'altra forza quand'è quest'ultima a soffiarvi, e insomma è sempre governata da quel vento che spira più robusto: tale è la leggerezza di voi uomini del popolo.
212/253
I grandi della terra possono ben scherzare con i santi. In loro dimostra presenza di spirito. Ma nei poveri mortali è turpe sacrilegio.
Quel che nel capitano è soltanto una parola pronunziata in un momento di collera, nel soldato è pura e semplice bestemmia.
213/253
Non prendere a prestito e non prestare, ché un prestito, spesso, perde se stesso e l'amico.
214/253
Il derubato che ride, ruba qualcosa al ladro; e se stesso deruba colui che spende un dolore inutile.
215/253
Sempre il puzzo del sangue. Tutte le essenze d'Arabia non riusciranno a profumare questa piccola mano!
216/253
Mi ricordo ora d'un detto: "Lo sciocco crede d'esser saggio, ma il saggio sa anche troppo bene d'essere uno sciocco."
217/253
La piaga della pace è la sicurezza, quel genere di sicurezza che è sicuro di sé, mentre il dubbio molesto viene detto il fanale dell'uomo assennato, la sonda che ricerca il fondo del peggio.
218/253
M'è sembrato di udire una voce che gridava: "Non dormirai più! Macbeth uccide il sonno", il sonno innecente, il sonno che pattina e ravvía il filaticcio di seta arruffato delle cure di quaggiù, morte della vita d'ogni giorno, bagno ristoratore del faticoso affanno, balsamo alla dolente anima stanca, piatto forte alla mensa della grande Natura, nutrimento principale nel banchetto della vita.
219/253
La speranza di chi è dalla parte della verità è veloce e vola con ali di rondine; essa trasforma i re in iddii e le più umili creature in re.
220/253
Anche i più poveri tra i mendicanti hanno qualcosa, per quanto misera, ch'è loro superflua. Se non si concede alla natura qualcosa di più di quel che la natura abbisogna, allora vuol dire che la vita d'un uomo val quanto quella d'una bestia.
221/253
Devi sapere, Silio, che quando colui cui serviamo si trovi lontano, è meglio omettere di fare qualcosa, anziché acquistarsi, per una degna azione compiuta, una fama troppo grande.
222/253
La sveltezza da nessuno è più ammirata che dagli ignavi.
223/253
La sventura costringe l'uomo a far la conoscenza di ben strani compagni di letto.
224/253
Il Tempo viaggia con diversa andatura a seconda delle persone. Vi dirò io con chi il Tempo va all'ambio, con chi va al trotto, con chi al galoppo e con chi, infine, se ne resta affatto immobile senza muovere un passo.
225/253
Ne ho sentite abbastanza anche sui vostri cosmetici: Iddio vi ha dato un volto e voi ve ne fabbricate un altro.
226/253
Lui, fra dodici, scoperse il tradimento in uno solo; io, in dodicimila, l'ho scoperto in tutti.
227/253
Gli uomini chiudono la propria porta contro il sole che tramonta.
228/253
Quando son corteggiate, le donne paiono angeli. Ma una volta conquistate, non sono più nulla. Se una donna amata non sa questo, vuol dire che non sa nulla. E non è ancora nata quella donna che gusti l'amore soddisfatto quanto il desiderio che si fa supplice.
229/253
La frivola vanità, cormorano insaziabile, non esita a pascersi di sé medesima.
230/253
Il piacere e la vendetta sono più sordi del serpente alla voce di una decisione equa.
231/253
O Vergogna, dov'è il tuo rossore?
232/253
I viaggiatori non han mai detto pur una sola bugia, per quanto gli sciocchi che se ne restano a casa rifiutino di prestar loro fede.
233/253
I vigliacchi muoiono molte volte innanzi di morire; mentre i coraggiosi provano il gusto della morte una volta sola.
234/253
Vuoi esser dunque una seconda Penelope? A quel che si dice, tutta la tela che filò nell'assenza di Ulisse non servì ad altro che a riempir tutta Itaca di tarme.
235/253
La vita non è che un'ombra in cammino; un povero attore, che s'agita e si pavoneggia per un'ora sul palcoscenico e del quale poi non si sa più nulla. È un racconto narrato da un idiota, pieno di strepito e di furore e senza alcun significato.
236/253
Quant'è amara anche la musica più dolce, quando non si va a tempo e non si rispettano le leggi dell'armonia! E lo stesso vale per la musica nelle vite degli uomini.
237/253
Attraverso i panni laceri si mostrano meglio i piccoli vizi, mentre i roboni e le pellicce tutti li nascondono, grandi e piccoli.
238/253
Sia maledetta la fama! La si può portare come un giustacuore di cuoio sia al diritto che al rovescio.
239/253
Se il fare fosse facile come il sapere quel ch'è bene fare, le cappelle sarebbero chiese, e le casupole dei poveri sarebbero palazzi di principi.
240/253
Una fatica nella quale proviamo piacere è medicina alla pena che se ne sopporta.
241/253
Il silenzio è il più perfetto araldo della felicità. Se potessi dire quanto sono felice, vorrebbe dire che sarei felice soltanto in piccola misura.
242/253
La pazzia, signore, se ne va a passeggio per il mondo come il sole, e non v'è luogo in cui non risplenda.
243/253
E mostreremo all'uom che l'allegria
d'oneste donne ogni onestà comporta.
Fra le femmine quella è la più ria
che fa la gattamorta.
244/253
I clamori avvelenati di una donna gelosa, son più micidiali che i denti d'un cane idrofobo.
245/253
Guardatevi, signore, dalla gelosia: è il mostro dagli occhi verdi, che irride al cibo di cui si nutre.
246/253
Lustra pur i peccati con una laminatura d'oro e la gagliarda lancia della giustizia si spezza, e si fa inoffensiva. Se, invece, armi un uomo di stracci, anche la pagliuzza agitata da un pigmeo sarà buona a ferirlo.
247/253
La gloria è simile a un cerchio nell'acqua che non smette mai di allargarsi, fino a che, a causa del suo stesso ingrandirsi, non si disperde in un nulla.
248/253
Non devi aver paura della grandezza. Taluni nascono grandi. Altri alla grandezza giungon per gradi. Ed altri ancora ci si vedon costretti.
249/253
Poiché, ragazzo, nonostante tutte le nostre vanterie, i desideri degli uomini son più malcerti e mutevoli, più smaniosi e capricciosi, e son più presto smarriti e sopraffatti che non quelli delle donne.
250/253
Ingratitudine, demonio dal cuore di marmo, anche più orrenda che non il mostro del mare.