Frasi di William Shakespeare

201/226

Oh! Guardati, mio signore, dalla gelosia.
È il mostro dagli occhi verdi.

202/226

Nascondi ciò che sono e aiutami a trovare la maschera più adatta alle mie intenzioni.

203/226

Thus from my lips, by thine, my sin is purged.

204/226

It is a wise father that knows his own child.

205/226

Beware the ides of March!

206/226

Guardati dalle idi di marzo!

207/226

Every cloud engenders not a storm.

208/226

Non tutte le nubi fan tempesta.

209/226

If you have tears, prepare to shed them now.

210/226

Se avete lacrime, preparatevi a versarle adesso.

211/226

Guardata: io soffio su questa piuma per allontanarla dal mio viso, e l'aria la respinge di nuovo verso di me, ed essa obbedisce al mio fiato quando io vi soffio sopra, e cede, invece, a un'altra forza quand'è quest'ultima a soffiarvi, e insomma è sempre governata da quel vento che spira più robusto: tale è la leggerezza di voi uomini del popolo.

212/226

I grandi della terra possono ben scherzare con i santi. In loro dimostra presenza di spirito. Ma nei poveri mortali è turpe sacrilegio.
Quel che nel capitano è soltanto una parola pronunziata in un momento di collera, nel soldato è pura e semplice bestemmia.

213/226

Non prendere a prestito e non prestare, ché un prestito, spesso, perde se stesso e l'amico.

214/226

Il derubato che ride, ruba qualcosa al ladro; e se stesso deruba colui che spende un dolore inutile.

215/226

Sempre il puzzo del sangue. Tutte le essenze d'Arabia non riusciranno a profumare questa piccola mano!

216/226

Mi ricordo ora d'un detto: "Lo sciocco crede d'esser saggio, ma il saggio sa anche troppo bene d'essere uno sciocco."

217/226

La piaga della pace è la sicurezza, quel genere di sicurezza che è sicuro di sé, mentre il dubbio molesto viene detto il fanale dell'uomo assennato, la sonda che ricerca il fondo del peggio.

218/226

M'è sembrato di udire una voce che gridava: "Non dormirai più! Macbeth uccide il sonno", il sonno innecente, il sonno che pattina e ravvía il filaticcio di seta arruffato delle cure di quaggiù, morte della vita d'ogni giorno, bagno ristoratore del faticoso affanno, balsamo alla dolente anima stanca, piatto forte alla mensa della grande Natura, nutrimento principale nel banchetto della vita.

219/226

La speranza di chi è dalla parte della verità è veloce e vola con ali di rondine; essa trasforma i re in iddii e le più umili creature in re.

220/226

Anche i più poveri tra i mendicanti hanno qualcosa, per quanto misera, ch'è loro superflua. Se non si concede alla natura qualcosa di più di quel che la natura abbisogna, allora vuol dire che la vita d'un uomo val quanto quella d'una bestia.

221/226

Devi sapere, Silio, che quando colui cui serviamo si trovi lontano, è meglio omettere di fare qualcosa, anziché acquistarsi, per una degna azione compiuta, una fama troppo grande.

222/226

La sveltezza da nessuno è più ammirata che dagli ignavi.

223/226

La sventura costringe l'uomo a far la conoscenza di ben strani compagni di letto.

224/226

Il Tempo viaggia con diversa andatura a seconda delle persone. Vi dirò io con chi il Tempo va all'ambio, con chi va al trotto, con chi al galoppo e con chi, infine, se ne resta affatto immobile senza muovere un passo.

225/226

Ne ho sentite abbastanza anche sui vostri cosmetici: Iddio vi ha dato un volto e voi ve ne fabbricate un altro.

226/226

Lui, fra dodici, scoperse il tradimento in uno solo; io, in dodicimila, l'ho scoperto in tutti.


Biografia di William Shakespeare