Frasi di William Shakespeare

201/241

Oh! Guardati, mio signore, dalla gelosia.
È il mostro dagli occhi verdi.

202/241

Nascondi ciò che sono e aiutami a trovare la maschera più adatta alle mie intenzioni.

203/241

Thus from my lips, by thine, my sin is purged.

204/241

It is a wise father that knows his own child.

205/241

Beware the ides of March!

206/241

Guardati dalle idi di marzo!

207/241

Every cloud engenders not a storm.

208/241

Non tutte le nubi fan tempesta.

209/241

If you have tears, prepare to shed them now.

210/241

Se avete lacrime, preparatevi a versarle adesso.

211/241

Guardata: io soffio su questa piuma per allontanarla dal mio viso, e l'aria la respinge di nuovo verso di me, ed essa obbedisce al mio fiato quando io vi soffio sopra, e cede, invece, a un'altra forza quand'è quest'ultima a soffiarvi, e insomma è sempre governata da quel vento che spira più robusto: tale è la leggerezza di voi uomini del popolo.

212/241

I grandi della terra possono ben scherzare con i santi. In loro dimostra presenza di spirito. Ma nei poveri mortali è turpe sacrilegio.
Quel che nel capitano è soltanto una parola pronunziata in un momento di collera, nel soldato è pura e semplice bestemmia.

213/241

Non prendere a prestito e non prestare, ché un prestito, spesso, perde se stesso e l'amico.

214/241

Il derubato che ride, ruba qualcosa al ladro; e se stesso deruba colui che spende un dolore inutile.

215/241

Sempre il puzzo del sangue. Tutte le essenze d'Arabia non riusciranno a profumare questa piccola mano!

216/241

Mi ricordo ora d'un detto: "Lo sciocco crede d'esser saggio, ma il saggio sa anche troppo bene d'essere uno sciocco."

217/241

La piaga della pace è la sicurezza, quel genere di sicurezza che è sicuro di sé, mentre il dubbio molesto viene detto il fanale dell'uomo assennato, la sonda che ricerca il fondo del peggio.

218/241

M'è sembrato di udire una voce che gridava: "Non dormirai più! Macbeth uccide il sonno", il sonno innecente, il sonno che pattina e ravvía il filaticcio di seta arruffato delle cure di quaggiù, morte della vita d'ogni giorno, bagno ristoratore del faticoso affanno, balsamo alla dolente anima stanca, piatto forte alla mensa della grande Natura, nutrimento principale nel banchetto della vita.

219/241

La speranza di chi è dalla parte della verità è veloce e vola con ali di rondine; essa trasforma i re in iddii e le più umili creature in re.

220/241

Anche i più poveri tra i mendicanti hanno qualcosa, per quanto misera, ch'è loro superflua. Se non si concede alla natura qualcosa di più di quel che la natura abbisogna, allora vuol dire che la vita d'un uomo val quanto quella d'una bestia.

221/241

Devi sapere, Silio, che quando colui cui serviamo si trovi lontano, è meglio omettere di fare qualcosa, anziché acquistarsi, per una degna azione compiuta, una fama troppo grande.

222/241

La sveltezza da nessuno è più ammirata che dagli ignavi.

223/241

La sventura costringe l'uomo a far la conoscenza di ben strani compagni di letto.

224/241

Il Tempo viaggia con diversa andatura a seconda delle persone. Vi dirò io con chi il Tempo va all'ambio, con chi va al trotto, con chi al galoppo e con chi, infine, se ne resta affatto immobile senza muovere un passo.

225/241

Ne ho sentite abbastanza anche sui vostri cosmetici: Iddio vi ha dato un volto e voi ve ne fabbricate un altro.

226/241

Lui, fra dodici, scoperse il tradimento in uno solo; io, in dodicimila, l'ho scoperto in tutti.

227/241

Gli uomini chiudono la propria porta contro il sole che tramonta.

228/241

Quando son corteggiate, le donne paiono angeli. Ma una volta conquistate, non sono più nulla. Se una donna amata non sa questo, vuol dire che non sa nulla. E non è ancora nata quella donna che gusti l'amore soddisfatto quanto il desiderio che si fa supplice.

229/241

La frivola vanità, cormorano insaziabile, non esita a pascersi di sé medesima.

230/241

Il piacere e la vendetta sono più sordi del serpente alla voce di una decisione equa.

231/241

O Vergogna, dov'è il tuo rossore?

232/241

I viaggiatori non han mai detto pur una sola bugia, per quanto gli sciocchi che se ne restano a casa rifiutino di prestar loro fede.

233/241

I vigliacchi muoiono molte volte innanzi di morire; mentre i coraggiosi provano il gusto della morte una volta sola.

234/241

Vuoi esser dunque una seconda Penelope? A quel che si dice, tutta la tela che filò nell'assenza di Ulisse non servì ad altro che a riempir tutta Itaca di tarme.

235/241

La vita non è che un'ombra in cammino; un povero attore, che s'agita e si pavoneggia per un'ora sul palcoscenico e del quale poi non si sa più nulla. È un racconto narrato da un idiota, pieno di strepito e di furore e senza alcun significato.

236/241

Quant'è amara anche la musica più dolce, quando non si va a tempo e non si rispettano le leggi dell'armonia! E lo stesso vale per la musica nelle vite degli uomini.

237/241

Attraverso i panni laceri si mostrano meglio i piccoli vizi, mentre i roboni e le pellicce tutti li nascondono, grandi e piccoli.

238/241

Sia maledetta la fama! La si può portare come un giustacuore di cuoio sia al diritto che al rovescio.

239/241

Se il fare fosse facile come il sapere quel ch'è bene fare, le cappelle sarebbero chiese, e le casupole dei poveri sarebbero palazzi di principi.

240/241

Una fatica nella quale proviamo piacere è medicina alla pena che se ne sopporta.

241/241

Il silenzio è il più perfetto araldo della felicità. Se potessi dire quanto sono felice, vorrebbe dire che sarei felice soltanto in piccola misura.


Biografia di William Shakespeare