201/241
Oh! Guardati, mio signore, dalla gelosia.
È il mostro dagli occhi verdi.
202/241
Nascondi ciò che sono e aiutami a trovare la maschera più adatta
alle mie intenzioni.
203/241
Thus from my lips, by thine, my sin is purged.
204/241
It is a wise father that knows his own child.
205/241
Beware the ides of March!
206/241
Guardati dalle idi di marzo!
207/241
Every cloud engenders not a storm.
208/241
Non tutte le nubi fan tempesta.
209/241
If you have tears, prepare to shed them now.
210/241
Se avete lacrime, preparatevi a versarle adesso.
211/241
Guardata: io soffio su questa piuma per allontanarla dal mio viso, e l'aria la respinge di nuovo verso di me, ed essa obbedisce al mio fiato quando io vi soffio sopra, e cede, invece, a un'altra forza quand'è quest'ultima a soffiarvi, e insomma è sempre governata da quel vento che spira più robusto: tale è la leggerezza di voi uomini del popolo.
212/241
I grandi della terra possono ben scherzare con i santi. In loro dimostra presenza di spirito. Ma nei poveri mortali è turpe sacrilegio.
Quel che nel capitano è soltanto una parola pronunziata in un momento di collera, nel soldato è pura e semplice bestemmia.
213/241
Non prendere a prestito e non prestare, ché un prestito, spesso, perde se stesso e l'amico.
214/241
Il derubato che ride, ruba qualcosa al ladro; e se stesso deruba colui che spende un dolore inutile.
215/241
Sempre il puzzo del sangue. Tutte le essenze d'Arabia non riusciranno a profumare questa piccola mano!
216/241
Mi ricordo ora d'un detto: "Lo sciocco crede d'esser saggio, ma il saggio sa anche troppo bene d'essere uno sciocco."
217/241
La piaga della pace è la sicurezza, quel genere di sicurezza che è sicuro di sé, mentre il dubbio molesto viene detto il fanale dell'uomo assennato, la sonda che ricerca il fondo del peggio.
218/241
M'è sembrato di udire una voce che gridava: "Non dormirai più! Macbeth uccide il sonno", il sonno innecente, il sonno che pattina e ravvía il filaticcio di seta arruffato delle cure di quaggiù, morte della vita d'ogni giorno, bagno ristoratore del faticoso affanno, balsamo alla dolente anima stanca, piatto forte alla mensa della grande Natura, nutrimento principale nel banchetto della vita.
219/241
La speranza di chi è dalla parte della verità è veloce e vola con ali di rondine; essa trasforma i re in iddii e le più umili creature in re.
220/241
Anche i più poveri tra i mendicanti hanno qualcosa, per quanto misera, ch'è loro superflua. Se non si concede alla natura qualcosa di più di quel che la natura abbisogna, allora vuol dire che la vita d'un uomo val quanto quella d'una bestia.
221/241
Devi sapere, Silio, che quando colui cui serviamo si trovi lontano, è meglio omettere di fare qualcosa, anziché acquistarsi, per una degna azione compiuta, una fama troppo grande.
222/241
La sveltezza da nessuno è più ammirata che dagli ignavi.
223/241
La sventura costringe l'uomo a far la conoscenza di ben strani compagni di letto.
224/241
Il Tempo viaggia con diversa andatura a seconda delle persone. Vi dirò io con chi il Tempo va all'ambio, con chi va al trotto, con chi al galoppo e con chi, infine, se ne resta affatto immobile senza muovere un passo.
225/241
Ne ho sentite abbastanza anche sui vostri cosmetici: Iddio vi ha dato un volto e voi ve ne fabbricate un altro.
226/241
Lui, fra dodici, scoperse il tradimento in uno solo; io, in dodicimila, l'ho scoperto in tutti.
227/241
Gli uomini chiudono la propria porta contro il sole che tramonta.
228/241
Quando son corteggiate, le donne paiono angeli. Ma una volta conquistate, non sono più nulla. Se una donna amata non sa questo, vuol dire che non sa nulla. E non è ancora nata quella donna che gusti l'amore soddisfatto quanto il desiderio che si fa supplice.
229/241
La frivola vanità, cormorano insaziabile, non esita a pascersi di sé medesima.
230/241
Il piacere e la vendetta sono più sordi del serpente alla voce di una decisione equa.
231/241
O Vergogna, dov'è il tuo rossore?
232/241
I viaggiatori non han mai detto pur una sola bugia, per quanto gli sciocchi che se ne restano a casa rifiutino di prestar loro fede.
233/241
I vigliacchi muoiono molte volte innanzi di morire; mentre i coraggiosi provano il gusto della morte una volta sola.
234/241
Vuoi esser dunque una seconda Penelope? A quel che si dice, tutta la tela che filò nell'assenza di Ulisse non servì ad altro che a riempir tutta Itaca di tarme.
235/241
La vita non è che un'ombra in cammino; un povero attore, che s'agita e si pavoneggia per un'ora sul palcoscenico e del quale poi non si sa più nulla. È un racconto narrato da un idiota, pieno di strepito e di furore e senza alcun significato.
236/241
Quant'è amara anche la musica più dolce, quando non si va a tempo e non si rispettano le leggi dell'armonia! E lo stesso vale per la musica nelle vite degli uomini.
237/241
Attraverso i panni laceri si mostrano meglio i piccoli vizi, mentre i roboni e le pellicce tutti li nascondono, grandi e piccoli.
238/241
Sia maledetta la fama! La si può portare come un giustacuore di cuoio sia al diritto che al rovescio.
239/241
Se il fare fosse facile come il sapere quel ch'è bene fare, le cappelle sarebbero chiese, e le casupole dei poveri sarebbero palazzi di principi.
240/241
Una fatica nella quale proviamo piacere è medicina alla pena che se ne sopporta.
241/241
Il silenzio è il più perfetto araldo della felicità. Se potessi dire quanto sono felice, vorrebbe dire che sarei felice soltanto in piccola misura.