Biografia di Umberto Saba
Nazione: Italia
Umberto Poli nacque a Trieste il 9 marzo 1883 e morì a Gorizia il 25 agosto 1957. Fu poeta e scrittore.
Cresciuto in un contesto familiare complesso, la madre, di origine ebraica, abbandonò il padre prima della sua nascita. Fu affidato a una balia slovena, da cui assunse il cognome "Saba", che in ebraico significa "pane". Questa scelta rifletteva il legame con le sue radici e la volontà di distaccarsi dalla figura paterna.
Saba interruppe gli studi per motivi economici e iniziò a lavorare giovanissimo. Nel 1905 si trasferì a Firenze, dove cercò di inserirsi negli ambienti intellettuali locali. Qui entrò in contatto con la rivista La voce, ma i rapporti furono segnati da incomprensioni. Nel 1909 sposò Carolina Wölfler, che divenne l'ispirazione per molte delle sue opere poetiche.
La carriera di Saba come poeta iniziò nel 1911 con la pubblicazione della sua prima raccolta di poesie, Poesie, a proprie spese. Nel 1921 pubblicò Canzoniere, una delle sue opere più celebri, che raccoglie tutte le liriche scritte fino ad allora. La sua poesia si distingue per un linguaggio semplice e diretto, spesso caratterizzato da un tono affettuoso nei confronti della vita quotidiana e delle relazioni umane.
Durante la Prima guerra mondiale, Saba prestò servizio in ruoli amministrativi e retroguardia. Le esperienze vissute durante il conflitto influenzarono profondamente la sua scrittura, portandolo a esplorare temi di solitudine e crisi esistenziale.
Dopo la guerra, Saba acquistò una libreria antiquaria a Trieste, che divenne il suo principale sostentamento e un luogo di riflessione creativa. Tuttavia, soffrì di crisi nervose che lo portarono a cercare aiuto psicoanalitico negli anni '30. Nel 1938, a causa delle leggi razziali fasciste, fu costretto a lasciare Trieste per Parigi; tornò in Italia nel 1939 e si rifugiò prima a Roma e poi a Firenze.
Dopo la seconda Guerra Mondiale produsse altre opere fra le quali ricordiamo Ultime cose (1945) e Scorciatoie e raccontini (1946), una raccolta di aforismi e riflessioni sulla vita. Poco dopo, nel 1947, l'amico P.A. Quarantotti Gambini pubblicò il suo romanzo L'onda dell'incrociatore; Saba, in una lettera del 1945 scritta al tavolino di un bar, indicò all'autore il possibile titolo scrivendo: guarda come apre e chiude bene la strana giornata nella quale si svolgono tanti fatti curiosi, nella realtà e nel ricordo.
Cresciuto in un contesto familiare complesso, la madre, di origine ebraica, abbandonò il padre prima della sua nascita. Fu affidato a una balia slovena, da cui assunse il cognome "Saba", che in ebraico significa "pane". Questa scelta rifletteva il legame con le sue radici e la volontà di distaccarsi dalla figura paterna.
Saba interruppe gli studi per motivi economici e iniziò a lavorare giovanissimo. Nel 1905 si trasferì a Firenze, dove cercò di inserirsi negli ambienti intellettuali locali. Qui entrò in contatto con la rivista La voce, ma i rapporti furono segnati da incomprensioni. Nel 1909 sposò Carolina Wölfler, che divenne l'ispirazione per molte delle sue opere poetiche.
La carriera di Saba come poeta iniziò nel 1911 con la pubblicazione della sua prima raccolta di poesie, Poesie, a proprie spese. Nel 1921 pubblicò Canzoniere, una delle sue opere più celebri, che raccoglie tutte le liriche scritte fino ad allora. La sua poesia si distingue per un linguaggio semplice e diretto, spesso caratterizzato da un tono affettuoso nei confronti della vita quotidiana e delle relazioni umane.
Durante la Prima guerra mondiale, Saba prestò servizio in ruoli amministrativi e retroguardia. Le esperienze vissute durante il conflitto influenzarono profondamente la sua scrittura, portandolo a esplorare temi di solitudine e crisi esistenziale.
Dopo la guerra, Saba acquistò una libreria antiquaria a Trieste, che divenne il suo principale sostentamento e un luogo di riflessione creativa. Tuttavia, soffrì di crisi nervose che lo portarono a cercare aiuto psicoanalitico negli anni '30. Nel 1938, a causa delle leggi razziali fasciste, fu costretto a lasciare Trieste per Parigi; tornò in Italia nel 1939 e si rifugiò prima a Roma e poi a Firenze.
Dopo la seconda Guerra Mondiale produsse altre opere fra le quali ricordiamo Ultime cose (1945) e Scorciatoie e raccontini (1946), una raccolta di aforismi e riflessioni sulla vita. Poco dopo, nel 1947, l'amico P.A. Quarantotti Gambini pubblicò il suo romanzo L'onda dell'incrociatore; Saba, in una lettera del 1945 scritta al tavolino di un bar, indicò all'autore il possibile titolo scrivendo: guarda come apre e chiude bene la strana giornata nella quale si svolgono tanti fatti curiosi, nella realtà e nel ricordo.
Frasi di Umberto Saba
Abbiamo un totale di 10 frasi.
Ove necessario le abbiamo suddivise in pagine da 50 frasi ciascuna.
Intanto te ne inseriamo una qui come stuzzichino.
Leggi le frasi di Umberto Saba
Ove necessario le abbiamo suddivise in pagine da 50 frasi ciascuna.
Intanto te ne inseriamo una qui come stuzzichino.
I premi letterari sono una crudeltà. Soprattutto per chi non li vince.
Leggi le frasi di Umberto Saba