Biografia di Marchese de Sade

Marchese de Sade
Nazione: Francia    
Donatien-Alphonse-François de Sade nacque a Parigi il 2 giugno 1740 e morì a Charenton-Saint-Maurice, Francia il 2 dicembre 1814. Fu scrittore, drammaturgo e politico rivoluzionario. La sua vita potrebbe essere definita una soap opera degna di Beautiful. Se l'aggettivo "rocambolesco" non derivasse dalle avventure del personaggio Rocambole del visconte Pierre Alexis Ponson du Terrail, bisognerebbe coniarne uno a partire dalla vita di de Sade (a parte l'altro aggettivo, s'intende!).

Nato in una famiglia nobile con genitori spesso assenti per motivi di lavoro, venne affidato alle cure di varie zie (alcune delle quali suore) e uno zio abate. Quest'ultimo ebbe il sopravvento e quando de Sade ebbe l'età per farlo, lo indirizzò allo stesso liceo dove aveva studiato Voltaire. Alphonse non brillò mai come primo della classe, ma ebbe modo di imparare il provenzale, il tedesco e l'italiano (quest'ultima lingua, in particolare, gli sarebbe servita parecchio da lì a pochi anni).

Una volta ottenuto ufficialmente il titolo nobiliare, potè iscriversi alla cavalleria e arruolarsi nell'esercito. Combattè durante la guerra dei Sette anni contro la Prussia, e quando rientrò in patria, visse nel castello di famiglia in Provenza, dandosi alla bella vita: feste, donne (spesso a pagamento) e bagordi a non finire. Il padre, visto lo sperpero di denaro, pensò di mettere in riga il figlio combinandogli un matrimonio con la figlia di un'altra famiglia nobile. Poichè all'epoca era usanza firmare il contratto di matrimonio in presenza del re, le due famiglie si recarono a Parigi, ma Alphonse non c'era. Il matrimonio ebbe comunque luogo e per contratto gli sposi avrebbero dovuto risiedere per almeno 5 anni in un castello in Normandia, di proprietà della famiglia di lei.

Dopo soli 5 mesi, Alphonse venne però arrestato su accuse di una prostituta da lui assoldata per i suoi giochi erotici. Dopo 15 giorni di prigione venne rilasciato su interessamento della moglie e costretto a soggiornare nel castello coniugale. Tempo dopo, una volta terminato il periodo di confinamento coatto, si trasferì a Parigi, continuando a ricorrere ai servigi di donne di facili costumi. La zia badessa gli inviò una lettera invitandolo ad un minimo di contegno, ma lui rispose dicendo che non faceva altro che portare avanti una tradizione di famiglia che ammiccava apertamente allo zio abate.

Prese come amante la ventiduenne Mademoiselle Beauvoisin e la portò con sè nel castello in Provenza, dove gli abitanti del luogo la scambiarono per la legittima moglie. Questo fece infuriare la suocera che cercò di rintuzzare la situazione mettendo in mezzo lo zio abate. La relazione continuò comunque per 2 anni. Nel 1767, morì il padre di Alphonse rendendo lui, di fatto, Marchese. Nel frattempo l'esercito lo promosse a comandante di reggimento, ma lui vendette la carica e chiese il congedo per dedicarsi a tempo pieno alla Beauvoisin.

L'anno successivo assoldò una prostituta per dei giochi erotici che comprendevano la fustigazione; la donna riuscì a fuggire prima che lui la pagasse e lo denunciò. Venne arrestato e imprigionato in fretta e furia a Lione, probabilmente su pressione dei suoceri. La moglie lo raggiunse lì per assisterlo. Alla fine, dopo che alla prostituta venne pagata una somma di denaro per ritirare le accuse, venne condannato al pagamento di una multa. Infine si trasferì nel castello in Provenza con la famiglia e la cognata diciannovenne Anne-Prospère. In quel periodo scrisse diversi pezzi teatrali e cominciò a dare rappresentazioni con una compagnia professionale in un teatro all'interno del castello. Tutte queste avventure non gli impedirono di avere, nel frattempo, ben tre figli dalla moglie Renée.

Nel 1769 venne arrestato per un breve periodo per debiti non pagati, ma fu nel giugno del 1772, che ebbe luogo l'affare di Marsiglia. de Sade circuì 5 ragazze, forse con delle sostanze stupefacenti e una di esse, Marguerite Coste, lo denunciò per sodomia e avvelenamento. Lui fuggì in Italia con la cognatina (ecco che lo studio delle lingue si rivelò importante) e insieme si recarono a Venezia. Lei poi rientrò in Francia mentre lui continuò a vivere in Savoia. Su pressioni della suocera venne comunque arrestato e incarcerato. La moglie cercò di vederlo travestendosi da uomo per sfuggire al controllo della madre. Successivamente corruppe le guardie carcerarie permettendo a de Sade e altri prigiornieri di fuggire avventurosamente dal forte dove erano rinchiusi. Il marchese fuggì nuovamente in Italia, mentre la moglie si recò a Parigi e fece causa alla madre perchè perseguitava il marito. Nel frattempo la suocera, grazie alla propria influenza, riuscì a ottenere da re Luigi XV una lettre de cachet che recava l'ordine di arresto immediato. Purtroppo però il re morì e la lettre perdette la sua validità. Non contenta, ne chiese un'altra al successore, Luigi XVI.

Tra il 1776 e il 1777, pur non navigando nell'oro, i coniugi de Sade assunsero svariate ragazze e un segretario con i quali si diedero a pazze orge nelle segrete del castello. Due delle ragazze raccontarono poi che la prima vittima delle folli nottate era proprio la moglie del marchese. La suocera, su pressioni della figlia, al fine di arginare lo scandalo, cercò di far intervenire nuovamente lo zio abate, il quale tentò di far internare il nipote per pazzia. Il marchese fuggì nuovamente in Italia, stavolta sotto falso nome, spostandosi di città in città per più di un anno. Tornato in Provenza ricevette la visita del padre di una delle ragazze che gli sparò cercando di ucciderlo.

Nel 1777, a causa della morte della madre, si recò a Parigi per il funerale e venne arrestato a causa della lettre de cachet che la suocera era finalmente riuscita ad ottenere dal re Luigi XVI. Tutto sommato non potè lamentarsi troppo, perchè la lettera di arresto lo salvò dalla condanna a morte per l'accusa di avvelenamento. L'anno successivo, venne trasferito ad Aix en Provence per il processo, ma venne assolto. La suocera intervenne nuovamente per far invalidare la sentenza. Nonostante questo, de Sade venne condannato solo ad una multa, ma rimase in carcere a causa della lettre del re.

Durante il trasferimento di ritorno a Parigi, evase di nuovo, ma venne riacciuffato dopo poco più di un mese e riportato in carcere, dove rimase per 5 anni e mezzo. In questo periodo scrisse diverse opere, tra le quali Le 120 giornate di Sodoma e la prima versione di Justine o le disavventure della virtù, mentre la moglie cercò in tutti i modi di farlo liberare, anche pianificandone la fuga. E lui ci provò davvero, ma senza esito. In seguito al tentativo di evasione, venne trasferito alla Bastiglia, in una cella da lui definita come "mille volte peggiore della precedente".

Qualche anno dopo, nel 1789, venendo a conoscenza del fermento che ribolliva nella società parigina, strappò il tubo di evacuazione delle feci della cella e, usandolo come megafono, cominciò a urlare che all'interno della prigione stavano sgozzando i prigionieri e incitando la folla ad assaltare il carcere. Venne trasferito in manicomio, ma ormai il danno era fatto: il 14 luglio la folla assaltò davvero la Bastiglia dando origine alla Rivoluzione Francese.

Il re perse la testa, letteralmente, e l'anno dopo le lettres de cachet persero il valore legale, per cui de Sade fu liberato. La moglie, che nel frattempo si era ritirata in convento, chiese la separazione. Lui iniziò a collaborare con il nuovo regime assumendo anche delle cariche pubbliche dalle quali si dimise non molto tempo dopo. In seguito venne scambiato per il figlio, condannato in contumacia per collaborazione con il nemico, e quindi gli vennero confiscati tutti i beni. Rimasto senza alcun sostentamento, cominciò a vendere pubblicazioni pornografiche clandestine. Sul finire del '700, andò a vivere a Parigi con il figlio della sua amante, Constance Quesnet, in una stanza non riscaldata. Mantenne se stesso e il giovane ospite grazie ad un lavoretto presso il teatro di Versailles e nel frattempo pubblicò La nouvelle Justine, un seguito dell'opera precedente relativa a Juliette, raggiungendo un totale di dieci volumi corredati da un centinaio di stampe pornografiche e sollevando uno scandalo senza precedenti.

Nel 1801, però, venne nuovamente arrestato insieme al suo editore, per essere poi incarcerato. Su pressioni della famiglia venne poi trasferito al manicomio di Charenton. Alla Quesnet venne permesso di vivere in una stanza adiacente, spacciandosi per la figlia. Quando la cosa venne a galla, l'ufficiale medico del manicomio chiamò la polizia chiedendo che de Sade venisse trasferito in carcere. Tale trasferimento non ebbe mai luogo per le incessanti richieste della famiglia di de Sade. Nonostante la permanenza in manicomio, de Sade riuscì, non si sa bene come, a iniziare una relazione con una ragazzina dodicenne; il ministro dell'Interno rilasciò allora un'ordinanza secondo la quale de Sade avrebbe dovuto essere messo in isolamento, ma il direttore del manicomio disse che non era compito suo creare appositamente una struttura del genere e ne chiese il trasferimento che però non avvenne mai.

Il direttore della struttura, allora, reclamò il pagamento di quasi 9000 franchi per le spese del ricovero, ma il figlio di de Sade si rifiutò di pagarli. Mentre le autorità studiavano un provvedimento, la salute del marchese peggiorò rapidamente, rendendo impossibile qualsiasi modifica delle sue condizioni di detenzione. Morì il 2 dicembre per problemi polmonari lasciando ai suoi eredi la misera somma di 40 franchi e 50 centesimi.


Frasi di Marchese de Sade

Abbiamo un totale di 30 frasi.
Le abbiamo suddivise in pagine da 50 frasi ciascuna.
Intanto te ne inseriamo una qui come stuzzichino.

La via più breve tra due cuori è il pene.


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