Biografia di Iosif Stalin
Nazione: Russia
Iosif Vissarionovič Džugašvili nacque a Gori, Georgia il 18 dicembre 1878 e morì a Mosca il 5 marzo 1953. Fu rivoluzionario, politico e militare.
Nacque in una famiglia di umili origini. Suo padre era un calzolaio e sua madre una lavandaia. Dopo aver frequentato il seminario teologico di Tiflis, Stalin si unì al Partito Operaio Socialdemocratico Russo nel 1898, schierandosi con la fazione bolscevica di Vladimir Lenin.
Dopo la Rivoluzione d'Ottobre del 1917, Stalin assunse ruoli di crescente importanza nel governo sovietico. Nel 1922 divenne Segretario Generale del Partito Comunista, una posizione che inizialmente non era considerata prestigiosa ma che utilizzò per consolidare il suo potere. Alla morte di Lenin nel 1924, Stalin emerse come leader indiscusso dell'Unione Sovietica, promuovendo la dottrina del socialismo in un solo paese e avviando piani quinquennali che portarono a una rapida industrializzazione e collettivizzazione agricola.
Durante gli anni '30, Stalin orchestrò le Grandi Purghe, un periodo di repressione politica che portò all'eliminazione di milioni di presunti oppositori. Sotto il suo regime, si stima che circa 18 milioni di persone siano passate attraverso il sistema Gulag e milioni siano morte a causa della fame e delle purghe.
Uno dei suoi maggiori oppositori politici fu Lev Trotsky, che si alleò con Zinov'ev e Kamenev, i quali avevano inizialmente appoggiato Lenin, ma furono tutti sconfitti politicamente ed espulsi dal partito.
Nel 1939 concluse un accordo, chiamato patto Molotov-Ribbentrop, col quale Russia e Germania promettevano reciproca non aggressione per un periodo di dieci anni. Questo permise ai nazisti di rivolgere senza interferenze le loro attenzioni verso l'Europa occidentale. In cambio la Russia aveva il "permesso" di annettersi la Polonia orientale, i paesi baltici e la Bessarabia.
Quando, solo due anni dopo, la Germania di Hitler violò il patto e invase l'Unione Sovietica, Stalin fu inizialmente colto di sorpresa, ma dopo estremi sacrifici l'Armata Rossa riuscì a sconfiggere i nazisti dando inizio al declino del Reich.
Stalin morì nel 1953, lasciando dietro di sé un'eredità politica e storica estramemente controversa. Non si può negare che abbia trasformato l'Unione Sovietica in una potenza mondiale, ma il prezzo in termni di vite umane è qualcosa che lo accomuna molto da vicino a quell'Hitler che cercò di invaderlo e sconfiggerlo. Dopo tutto si stima che almeno 18 milioni di persone siano state fatte passare da Stalin attraverso il sistema dei gulag durante il periodo delle purghe.
Dopo la sua morte, l'eredità politica passò nelle mani di Krusciov, che ne criticò il modo di fare e diede inizio ad un processo detto di "destalinizzazione".
Nacque in una famiglia di umili origini. Suo padre era un calzolaio e sua madre una lavandaia. Dopo aver frequentato il seminario teologico di Tiflis, Stalin si unì al Partito Operaio Socialdemocratico Russo nel 1898, schierandosi con la fazione bolscevica di Vladimir Lenin.
Dopo la Rivoluzione d'Ottobre del 1917, Stalin assunse ruoli di crescente importanza nel governo sovietico. Nel 1922 divenne Segretario Generale del Partito Comunista, una posizione che inizialmente non era considerata prestigiosa ma che utilizzò per consolidare il suo potere. Alla morte di Lenin nel 1924, Stalin emerse come leader indiscusso dell'Unione Sovietica, promuovendo la dottrina del socialismo in un solo paese e avviando piani quinquennali che portarono a una rapida industrializzazione e collettivizzazione agricola.
Durante gli anni '30, Stalin orchestrò le Grandi Purghe, un periodo di repressione politica che portò all'eliminazione di milioni di presunti oppositori. Sotto il suo regime, si stima che circa 18 milioni di persone siano passate attraverso il sistema Gulag e milioni siano morte a causa della fame e delle purghe.
Uno dei suoi maggiori oppositori politici fu Lev Trotsky, che si alleò con Zinov'ev e Kamenev, i quali avevano inizialmente appoggiato Lenin, ma furono tutti sconfitti politicamente ed espulsi dal partito.
Nel 1939 concluse un accordo, chiamato patto Molotov-Ribbentrop, col quale Russia e Germania promettevano reciproca non aggressione per un periodo di dieci anni. Questo permise ai nazisti di rivolgere senza interferenze le loro attenzioni verso l'Europa occidentale. In cambio la Russia aveva il "permesso" di annettersi la Polonia orientale, i paesi baltici e la Bessarabia.
Quando, solo due anni dopo, la Germania di Hitler violò il patto e invase l'Unione Sovietica, Stalin fu inizialmente colto di sorpresa, ma dopo estremi sacrifici l'Armata Rossa riuscì a sconfiggere i nazisti dando inizio al declino del Reich.
Stalin morì nel 1953, lasciando dietro di sé un'eredità politica e storica estramemente controversa. Non si può negare che abbia trasformato l'Unione Sovietica in una potenza mondiale, ma il prezzo in termni di vite umane è qualcosa che lo accomuna molto da vicino a quell'Hitler che cercò di invaderlo e sconfiggerlo. Dopo tutto si stima che almeno 18 milioni di persone siano state fatte passare da Stalin attraverso il sistema dei gulag durante il periodo delle purghe.
Dopo la sua morte, l'eredità politica passò nelle mani di Krusciov, che ne criticò il modo di fare e diede inizio ad un processo detto di "destalinizzazione".
Frasi di Iosif Stalin
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Ove necessario le abbiamo suddivise in pagine da 50 frasi ciascuna.
Intanto te ne inseriamo una qui come stuzzichino.
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Non si può fare una rivoluzione portando i guanti di seta.
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