Biografia di Papa Giovanni XXIII
Nazione: Italia
Papa Giovanni XXIII, in latino: Ioannes PP. XXIII, nato Angelo Giuseppe Roncalli, è stato il 261º vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica, primate d'Italia e 3º sovrano dello Stato della Città del Vaticano. Nacque il 25 novembre 1881 a Sotto il Monte (Bergamo), e morì 3 giugno 1963 a Roma.
Vide la luce nella località Brusicco, quartogenito dei 13 figli di Battista Roncalli e Marianna Mazzola, umili contadini. Fu battezzato lo stesso giorno dal parroco don Francesco Rebuzzini. Crebbe in un ambiente povero, ma spiritualmente ricco: la fede, la carità, la preghiera furono i capisaldi della sua vita familiare. A undici anni, nel 1892, entrò in seminario a Bergamo grazie all'aiuto economico del suo parroco e di don Giovani Morlani, proprietario del fondo affidato alla famiglia Roncalli. Qui Angelo decise di dedicare la sua vita alla fede. Le capacità intellettuali e morali elevate spinsero i superiori a mandarlo a Roma nel 1901 per continuare gli studi come alunno del Seminario Romano dell'Apollinare, usufruendo di una borsa di studio. Tra il 1901 e il 1902 richiese il servizio militare come volontario, sacrificandosi a favore del fratello Zaverio la cui presenza era necessaria a casa per i lavori in campagna. Nonostante le difficoltà sotto le armi sentì sempre presente Dio accanto a lui. Conseguì la laurea in Sacra Teologia nel 1904.
Nel 1905 fu scelto dal novello vescovo di Bergamo, Giacomo Radini-Tedeschi, come segretario personale e fu elogiato per la dedizione, la discrezione e l'efficienza. Questo vescovo fu sempre guida ed esempio per Angelo che rimase al suo fianco fino alla morte nel 1914; durante questo periodo Roncalli si dedicò inoltre all'insegnamento della storia della Chiesa presso il seminario di Bergamo. Allo scoppio della Prima guerra mondiale fu richiamato nella sanità militare, per esserne poi congedato con il grado di tenente cappellano nel 1818; nonostante la guerra riuscì a fondare con i suoi risparmi, la "Casa dello Studente" a Bergamo, per aiutare i giovani di famiglia bisognose.
Nel 1921 papa Benedetto XV lo nominò prelato domestico (con l'appellativo di monsignore) e fu anche presidente del Consiglio Nazionale Italiano dell'Opera della Propagazione della Fede. In tale ambito si occupa della redazione del motu proprio di Pio XI, che diverrà in seguito la magna charta della cooperazione missionaria.
Andò spesso in missioni diplomatiche: nel 1925 papa Pio XI lo nominò Visitatore Apostolico in Bulgaria, elevandolo a vescovo e affidandogli il titolo della diocesi di Aeropolis. Scelse come motto episcopale "Oboedientia et Pax", che diverrà il simbolo del suo operato. Durante questa missione affrontò la questione - allora non facile - dei rapporti tra i cattolici di rito romano e quelli di rito ortodosso. Nel 1935 fu Delegato Apostolico in Turchia e Grecia. Questo periodo coincise con la Seconda guerra mondiale, lo vide attivo negli interventi a favore degli ebrei in fuga dagli stati europei occupati dai nazisti. Nel 1944 divenne Nunzio Apostolico a Parigi, dove molti vescovi furono accusati di aver collaborato con i tedeschi invasori. L'equilibrio, l'accortezza, la semplicità e la sua amabilità riuscirono a risolvere le problematiche e a conquistare le simpatie dei francesi.
Nel 1953 fu nominato cardinale e patriarca di Venezia, mettendosi in luce per alcuni importanti gesti di apertura: fra i tanti va ricordato il messaggio che inviò al Congresso del PSI - partito ancora alleato del PCI i cui dirigenti e propagandisti erano stati scomunicati da papa Pio XII nel 1949 - quando nel 1956 i socialisti riunirono a Venezia. Dopo la morte di Papa Pio XII, fu eletto Papa il 28 ottobre 1958, con sua grande sorpresa: scelse il nome di Giovanni XXIII e il 4 novembre dello stesso anno fu incoronato. Secondo alcuni analisti Roncalli fu scelto principalmente perché sarebbe stato un Papa cosiddetto "di transizione": invece si conquistò l'affetto di tutto il mondo cattolico, in un modo che i predecessori di Roncalli non raggiunsero mai, grazie al calore umano, al buon umore e alla gentilezza del nuovo papa, oltre alla sua importante esperienza diplomatica. Come segretario privato scelse Loris Francesco Capovilla, che già lo assisteva a Venezia.
Un numero incredibile di aneddoti segnarono il suo pontificato: ad esempio durante il suo primo Natale da papa visitò i bambini malati ospiti dell'ospedale romano Bambin Gesù, dove con dolcezza li benedisse e alcuni di loro lo scambiano per Babbo Natale. Il giorno dopo pregò con i carcerati del Regina Coeli, atto reputato allora straordinario. Un altro esempio fu quando Jacqueline Kennedy, allora moglie del Presidente degli Stati Uniti, arrivò in Vaticano per incontrarlo, il papa inizia a provare nervosamente le due formule di benvenuto che gli era stato consigliato di usare, ma all'incontro, per il divertimento della stampa, il papa decise di salutarla dicendo semplicemente "Jackie!".
Indisse un concilio ecumenico, meno di 90 anni dopo il controverso Concilio Vaticano I, che cambiò parecchio la Chiesa e lo organizzò nel giro di pochi mesi. Il 4 ottobre 1962, ad una settimana dall'inizio del concilio, si recò in pellegrinaggio a Loreto e Assisi per affidarne le sorti alla Madonna e a San Francesco. Per la prima volta dall'unità d'Italia un papa varcava i confini del Lazio ripercorrendo i territori che anticamente erano appartenuti allo Stato pontificio: in questo modo fece ricordare che una delle missioni di un papa è quella di essere vicino alle persone, anche viaggiando, missione che i suoi successori continuarono.
Il 2 dicembre 1960 in Vaticano incontrò Geoffrey Francis Fisher, arcivescovo di Canterbury: un capo della Chiesa Anglicana visitò il Papa per la prima volta dalla sua nascita.
L'11 ottobre 1962, in occasione della serata di apertura del Concilio, in una piazza San Pietro gremita, i fedeli lo chiamarono ad affacciarsi - atto che non sarebbe mai stato possibile richiedere al predecessore: si presentò alla finestra pronunciando uno dei suoi discorsi più famosi, il cosiddetto "discorso della luna". Il discorso non fu preparato ed entrò subito nel cuore della gente.
"Cari figlioli, sento le vostre voci. La mia è una voce sola, ma riassume la voce del mondo intero. Qui tutto il mondo è rappresentato. Si direbbe che persino la luna si è affrettata stasera, a guardare a questo spettacolo, che neppure la Basilica di San Pietro, che ha quattro secoli di storia, non ha mai potuto contemplare. La mia persona conta niente, è un fratello che parla a voi, diventato padre per volontà di Nostro Signore, ma tutti insieme paternità e fraternità e grazia di Dio, facciamo onore alle impressioni di questa sera, che siano sempre i nostri sentimenti, come ora li esprimiamo davanti al Cielo, e davanti alla Terra: Fede, Speranza, Carità, Amore di Dio, Amore dei Fratelli. E poi tutti insieme, aiutati così, nella santa pace del Signore, alle opere del Bene. Tornando a casa, troverete i bambini. Date una carezza ai vostri bambini e dite: questa è la carezza del Papa. Troverete qualche lacrima da asciugare, dite una parola buona: il Papa è con noi, specialmente nelle ore della tristezza e dell'amarezza".
Purtroppo, fin dal settembre 1962, prima dell'apertura del Concilio, iniziarono le avvisaglie della malattia fatale: un tumore allo stomaco, di cui altri suoi fratelli erano già stati colpiti. Sofferente, il giorno 11 aprile 1963 firmò l'enciclica Pacem in Terris. Il mese seguente ricevette dal Presidente della Repubblica italiana, Antonio Segni, il premio Balzan per il suo impegno in favore della pace. Fu il suo ultimo impegno pubblico.Angelo Roncalli, morì dopo un'agonia di tre giorni alle 19:49. "Perché piangere? È un momento di gioia questo, un momento di gloria", furono le sue ultime parole rivolte al suo segretario.Chiamato da tutti affettuosamente il "Papa buono", Giovanni XXIII fu dichiarato beato da papa Giovanni Paolo II il 3 settembre 2000 e canonizzato da Papa Francesco in una cerimonia condivisa con il papa emerito Benedetto XVI, insieme a Papa Giovanni Paolo II il 27 aprile 2014.
Vide la luce nella località Brusicco, quartogenito dei 13 figli di Battista Roncalli e Marianna Mazzola, umili contadini. Fu battezzato lo stesso giorno dal parroco don Francesco Rebuzzini. Crebbe in un ambiente povero, ma spiritualmente ricco: la fede, la carità, la preghiera furono i capisaldi della sua vita familiare. A undici anni, nel 1892, entrò in seminario a Bergamo grazie all'aiuto economico del suo parroco e di don Giovani Morlani, proprietario del fondo affidato alla famiglia Roncalli. Qui Angelo decise di dedicare la sua vita alla fede. Le capacità intellettuali e morali elevate spinsero i superiori a mandarlo a Roma nel 1901 per continuare gli studi come alunno del Seminario Romano dell'Apollinare, usufruendo di una borsa di studio. Tra il 1901 e il 1902 richiese il servizio militare come volontario, sacrificandosi a favore del fratello Zaverio la cui presenza era necessaria a casa per i lavori in campagna. Nonostante le difficoltà sotto le armi sentì sempre presente Dio accanto a lui. Conseguì la laurea in Sacra Teologia nel 1904.
Nel 1905 fu scelto dal novello vescovo di Bergamo, Giacomo Radini-Tedeschi, come segretario personale e fu elogiato per la dedizione, la discrezione e l'efficienza. Questo vescovo fu sempre guida ed esempio per Angelo che rimase al suo fianco fino alla morte nel 1914; durante questo periodo Roncalli si dedicò inoltre all'insegnamento della storia della Chiesa presso il seminario di Bergamo. Allo scoppio della Prima guerra mondiale fu richiamato nella sanità militare, per esserne poi congedato con il grado di tenente cappellano nel 1818; nonostante la guerra riuscì a fondare con i suoi risparmi, la "Casa dello Studente" a Bergamo, per aiutare i giovani di famiglia bisognose.
Nel 1921 papa Benedetto XV lo nominò prelato domestico (con l'appellativo di monsignore) e fu anche presidente del Consiglio Nazionale Italiano dell'Opera della Propagazione della Fede. In tale ambito si occupa della redazione del motu proprio di Pio XI, che diverrà in seguito la magna charta della cooperazione missionaria.
Andò spesso in missioni diplomatiche: nel 1925 papa Pio XI lo nominò Visitatore Apostolico in Bulgaria, elevandolo a vescovo e affidandogli il titolo della diocesi di Aeropolis. Scelse come motto episcopale "Oboedientia et Pax", che diverrà il simbolo del suo operato. Durante questa missione affrontò la questione - allora non facile - dei rapporti tra i cattolici di rito romano e quelli di rito ortodosso. Nel 1935 fu Delegato Apostolico in Turchia e Grecia. Questo periodo coincise con la Seconda guerra mondiale, lo vide attivo negli interventi a favore degli ebrei in fuga dagli stati europei occupati dai nazisti. Nel 1944 divenne Nunzio Apostolico a Parigi, dove molti vescovi furono accusati di aver collaborato con i tedeschi invasori. L'equilibrio, l'accortezza, la semplicità e la sua amabilità riuscirono a risolvere le problematiche e a conquistare le simpatie dei francesi.
Nel 1953 fu nominato cardinale e patriarca di Venezia, mettendosi in luce per alcuni importanti gesti di apertura: fra i tanti va ricordato il messaggio che inviò al Congresso del PSI - partito ancora alleato del PCI i cui dirigenti e propagandisti erano stati scomunicati da papa Pio XII nel 1949 - quando nel 1956 i socialisti riunirono a Venezia. Dopo la morte di Papa Pio XII, fu eletto Papa il 28 ottobre 1958, con sua grande sorpresa: scelse il nome di Giovanni XXIII e il 4 novembre dello stesso anno fu incoronato. Secondo alcuni analisti Roncalli fu scelto principalmente perché sarebbe stato un Papa cosiddetto "di transizione": invece si conquistò l'affetto di tutto il mondo cattolico, in un modo che i predecessori di Roncalli non raggiunsero mai, grazie al calore umano, al buon umore e alla gentilezza del nuovo papa, oltre alla sua importante esperienza diplomatica. Come segretario privato scelse Loris Francesco Capovilla, che già lo assisteva a Venezia.
Un numero incredibile di aneddoti segnarono il suo pontificato: ad esempio durante il suo primo Natale da papa visitò i bambini malati ospiti dell'ospedale romano Bambin Gesù, dove con dolcezza li benedisse e alcuni di loro lo scambiano per Babbo Natale. Il giorno dopo pregò con i carcerati del Regina Coeli, atto reputato allora straordinario. Un altro esempio fu quando Jacqueline Kennedy, allora moglie del Presidente degli Stati Uniti, arrivò in Vaticano per incontrarlo, il papa inizia a provare nervosamente le due formule di benvenuto che gli era stato consigliato di usare, ma all'incontro, per il divertimento della stampa, il papa decise di salutarla dicendo semplicemente "Jackie!".
Indisse un concilio ecumenico, meno di 90 anni dopo il controverso Concilio Vaticano I, che cambiò parecchio la Chiesa e lo organizzò nel giro di pochi mesi. Il 4 ottobre 1962, ad una settimana dall'inizio del concilio, si recò in pellegrinaggio a Loreto e Assisi per affidarne le sorti alla Madonna e a San Francesco. Per la prima volta dall'unità d'Italia un papa varcava i confini del Lazio ripercorrendo i territori che anticamente erano appartenuti allo Stato pontificio: in questo modo fece ricordare che una delle missioni di un papa è quella di essere vicino alle persone, anche viaggiando, missione che i suoi successori continuarono.
Il 2 dicembre 1960 in Vaticano incontrò Geoffrey Francis Fisher, arcivescovo di Canterbury: un capo della Chiesa Anglicana visitò il Papa per la prima volta dalla sua nascita.
L'11 ottobre 1962, in occasione della serata di apertura del Concilio, in una piazza San Pietro gremita, i fedeli lo chiamarono ad affacciarsi - atto che non sarebbe mai stato possibile richiedere al predecessore: si presentò alla finestra pronunciando uno dei suoi discorsi più famosi, il cosiddetto "discorso della luna". Il discorso non fu preparato ed entrò subito nel cuore della gente.
"Cari figlioli, sento le vostre voci. La mia è una voce sola, ma riassume la voce del mondo intero. Qui tutto il mondo è rappresentato. Si direbbe che persino la luna si è affrettata stasera, a guardare a questo spettacolo, che neppure la Basilica di San Pietro, che ha quattro secoli di storia, non ha mai potuto contemplare. La mia persona conta niente, è un fratello che parla a voi, diventato padre per volontà di Nostro Signore, ma tutti insieme paternità e fraternità e grazia di Dio, facciamo onore alle impressioni di questa sera, che siano sempre i nostri sentimenti, come ora li esprimiamo davanti al Cielo, e davanti alla Terra: Fede, Speranza, Carità, Amore di Dio, Amore dei Fratelli. E poi tutti insieme, aiutati così, nella santa pace del Signore, alle opere del Bene. Tornando a casa, troverete i bambini. Date una carezza ai vostri bambini e dite: questa è la carezza del Papa. Troverete qualche lacrima da asciugare, dite una parola buona: il Papa è con noi, specialmente nelle ore della tristezza e dell'amarezza".
Purtroppo, fin dal settembre 1962, prima dell'apertura del Concilio, iniziarono le avvisaglie della malattia fatale: un tumore allo stomaco, di cui altri suoi fratelli erano già stati colpiti. Sofferente, il giorno 11 aprile 1963 firmò l'enciclica Pacem in Terris. Il mese seguente ricevette dal Presidente della Repubblica italiana, Antonio Segni, il premio Balzan per il suo impegno in favore della pace. Fu il suo ultimo impegno pubblico.Angelo Roncalli, morì dopo un'agonia di tre giorni alle 19:49. "Perché piangere? È un momento di gioia questo, un momento di gloria", furono le sue ultime parole rivolte al suo segretario.Chiamato da tutti affettuosamente il "Papa buono", Giovanni XXIII fu dichiarato beato da papa Giovanni Paolo II il 3 settembre 2000 e canonizzato da Papa Francesco in una cerimonia condivisa con il papa emerito Benedetto XVI, insieme a Papa Giovanni Paolo II il 27 aprile 2014.
Frasi di Papa Giovanni XXIII
Abbiamo un totale di 21 frasi.
Le abbiamo suddivise in pagine da 50 frasi ciascuna.
Intanto te ne inseriamo una qui come stuzzichino.
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"Quante persone lavorano in Vaticano?"
"Circa la metà!"
"Circa la metà!"
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