Biografia di Giuseppe Parini
Nazione: Italia
Giuseppe Parini naacque a Bosisio (CO) il 23 maggio 1729 e morì a Milano il 15 agosto 1799. Fu poeta e abate.
La sua famiglia era di modeste condizioni economiche. Suo padre, Francesco Maria Parini, era un commerciante di seta, e la madre, Angela Maria Carpani, proveniva anch'essa da una famiglia semplice. A dieci anni, Parini si trasferì a Milano per studiare presso il collegio dei Barnabiti, grazie all'aiuto di una prozia che lo sostenne economicamente.
Durante gli anni di studio, Parini si distinse per la sua passione per la letteratura classica, dedicandosi alla lettura dei poeti latini e greci. Dopo aver completato gli studi, fu ordinato sacerdote nel 1754, ma non per vocazione; piuttosto, il sacerdozio rappresentava un'opportunità economica e sociale. Negli anni successivi, lavorò come precettore presso famiglie nobili milanesi, tra cui i Serbelloni e gli Imbonati. Questa esperienza gli permise di entrare in contatto con l'aristocrazia milanese e di sviluppare un certo astio nei confronti della nobiltà oziosa e parassitaria.
Il primo successo letterario di Parini arrivò con la pubblicazione della raccolta Alcune poesie di Ripano Eupilino nel 1752, che gli valse l'ingresso nell'Accademia dei Trasformati di Milano nel 1753. Tra il 1757 e il 1795, scrisse una serie di Odi che affrontavano temi civili e morali. Tra le più celebri vi sono La vita rustica (1757), La salubrità dell'aria (1759) e L'innesto del vaiuolo (1765).
L'opera più significativa di Parini è senza dubbio Il giorno, un poema satirico in endecasillabi sciolti diviso in quattro parti: Mattino, Mezzogiorno, Vespro e Sera. Le prime due sezioni furono pubblicate nel 1763 e nel 1765, mentre le ultime due rimasero incompiute e furono pubblicate postume nel 1801. Ne Il giorno, Parini descrive la giornata di un "giovin signore" attraverso una serie di quadri satirici che mettono in luce le vacuità della vita aristocratica. La critica sociale presente nell'opera è morale piuttosto che politica: l'autore auspica che i nobili riacquistino un ruolo guida nella società attraverso un rinnovamento morale.
Durante la sua carriera, Parini interagì con diversi intellettuali dell'epoca, tra cui Pietro Verri e altri membri del movimento illuminista milanese. La sua partecipazione attiva alla vita culturale lo portò a essere nominato poeta ufficiale del Regio Teatro Ducale nel 1768, dove scrisse libretti per opere musicali, tra cui Ascanio in Alba, musicata da un giovane Wolfgang Amadeus Mozart.
Con l'arrivo delle truppe giacobine guidate da Napoleone Bonaparte in Lombardia nel 1796, Parini fu onorato come precursore delle idee rivoluzionarie e invitato a presiedere un comitato per le scuole e i teatri. Tuttavia, le sue posizioni moderate lo portarono a essere escluso dalla municipalità dopo pochi mesi. Dopo la restaurazione austriaca nel 1799, mantenne la cattedra di professore ma subì persecuzioni da parte dei reazionari.
Quando morì fu sepolto, per volontà testamentaria, in una tomba non distinta nel cimitero di Porta Comasina.
La sua famiglia era di modeste condizioni economiche. Suo padre, Francesco Maria Parini, era un commerciante di seta, e la madre, Angela Maria Carpani, proveniva anch'essa da una famiglia semplice. A dieci anni, Parini si trasferì a Milano per studiare presso il collegio dei Barnabiti, grazie all'aiuto di una prozia che lo sostenne economicamente.
Durante gli anni di studio, Parini si distinse per la sua passione per la letteratura classica, dedicandosi alla lettura dei poeti latini e greci. Dopo aver completato gli studi, fu ordinato sacerdote nel 1754, ma non per vocazione; piuttosto, il sacerdozio rappresentava un'opportunità economica e sociale. Negli anni successivi, lavorò come precettore presso famiglie nobili milanesi, tra cui i Serbelloni e gli Imbonati. Questa esperienza gli permise di entrare in contatto con l'aristocrazia milanese e di sviluppare un certo astio nei confronti della nobiltà oziosa e parassitaria.
Il primo successo letterario di Parini arrivò con la pubblicazione della raccolta Alcune poesie di Ripano Eupilino nel 1752, che gli valse l'ingresso nell'Accademia dei Trasformati di Milano nel 1753. Tra il 1757 e il 1795, scrisse una serie di Odi che affrontavano temi civili e morali. Tra le più celebri vi sono La vita rustica (1757), La salubrità dell'aria (1759) e L'innesto del vaiuolo (1765).
L'opera più significativa di Parini è senza dubbio Il giorno, un poema satirico in endecasillabi sciolti diviso in quattro parti: Mattino, Mezzogiorno, Vespro e Sera. Le prime due sezioni furono pubblicate nel 1763 e nel 1765, mentre le ultime due rimasero incompiute e furono pubblicate postume nel 1801. Ne Il giorno, Parini descrive la giornata di un "giovin signore" attraverso una serie di quadri satirici che mettono in luce le vacuità della vita aristocratica. La critica sociale presente nell'opera è morale piuttosto che politica: l'autore auspica che i nobili riacquistino un ruolo guida nella società attraverso un rinnovamento morale.
Durante la sua carriera, Parini interagì con diversi intellettuali dell'epoca, tra cui Pietro Verri e altri membri del movimento illuminista milanese. La sua partecipazione attiva alla vita culturale lo portò a essere nominato poeta ufficiale del Regio Teatro Ducale nel 1768, dove scrisse libretti per opere musicali, tra cui Ascanio in Alba, musicata da un giovane Wolfgang Amadeus Mozart.
Con l'arrivo delle truppe giacobine guidate da Napoleone Bonaparte in Lombardia nel 1796, Parini fu onorato come precursore delle idee rivoluzionarie e invitato a presiedere un comitato per le scuole e i teatri. Tuttavia, le sue posizioni moderate lo portarono a essere escluso dalla municipalità dopo pochi mesi. Dopo la restaurazione austriaca nel 1799, mantenne la cattedra di professore ma subì persecuzioni da parte dei reazionari.
Quando morì fu sepolto, per volontà testamentaria, in una tomba non distinta nel cimitero di Porta Comasina.
Frasi di Giuseppe Parini
Abbiamo un totale di 6 frasi.
Ove necessario le abbiamo suddivise in pagine da 50 frasi ciascuna.
Intanto te ne inseriamo una qui come stuzzichino.
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A voi, celeste prole, a voi, concilio
di semidei terreni, altro concesse
Giove benigno.
di semidei terreni, altro concesse
Giove benigno.
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