Biografia di Alfredo Panzini
Nazione: Italia
Alfredo Panzini nacque a Senigallia (AN) il 31 dicembre 1863 e morì a Roma il 10 aprile 1939. Fu scrittore, lessicografo e critico letterario.
Il padre, Emilio Panzini, era un medico condotto, mentre sua madre, Filomena Santini, proveniva da una famiglia marchigiana. Crescendo a Rimini, Panzini trascorse la sua giovinezza in un ambiente culturale stimolante, che influenzò profondamente la sua formazione.
Panzini studiò al Convitto Nazionale Foscarini di Venezia, dove si distinse per le sue capacità letterarie. Si laureò in Lettere presso l'Università di Bologna nel 1886, avendo come maestri Giosuè Carducci e Francesco Acri. La sua carriera letteraria iniziò nel 1893 con la pubblicazione de Il libro dei morti, ma fu nel 1907 che ottenne un ampio riconoscimento con La lanterna di Diogene, un'opera che segnò l'inizio del suo filone di narrativa di viaggio.
Oltre alla narrativa, Panzini lavorò come giornalista e collaborò con riviste prestigiose come L'illustrazione italiana e La nuova antologia. Nel 1905 fu tra i compilatori del Dizionario Moderno edito da Hoepli, un'opera fondamentale per la lingua italiana che raccolse numerosi neologismi e termini scientifici.
Nel 1925, Panzini firmò il Manifesto degli Intellettuali Fascisti redatto da Giovanni Gentile, mostrando il suo sostegno al regime fascista. Nel 1929 divenne accademico d'Italia e ricoprì un ruolo importante nella promozione della lingua italiana e dei neologismi. Fu professore al Liceo ginnasio statale Terenzio Mamiani di Roma per quarant'anni e insegnò anche all'Istituto Tecnico "Leonardo da Vinci".
Durante la sua vita Panzini pubblicò circa quaranta opere, tra cui romanzi, racconti e saggi. Alcuni dei suoi lavori più noti includono Il padrone sono me! (1922), un romanzo che esplora temi di identità e autorità, Viaggio con la giovane ebrea (1935) e Il bacio di Lesbia (1937), nei quali si rifletteva il suo interesse per la storia e la classicità, mentre Novelle d'ambo i sessi (1918) e Viaggio di un povero letterato (1919) erano raccolte di racconti caratterizzate da uno stile ironico e sentimentale.
La sua figura di Panzini è legata a un periodo di transizione nella cultura italiana, tra il declino dell'Ottocento e l'affermazione del Novecento. É ricordato non solo come scrittore prolifico ma anche come critico della società del suo tempo e la sua influenza si è estesa oltre i confini nazionali, con traduzioni delle sue opere in diverse lingue europee.
Il padre, Emilio Panzini, era un medico condotto, mentre sua madre, Filomena Santini, proveniva da una famiglia marchigiana. Crescendo a Rimini, Panzini trascorse la sua giovinezza in un ambiente culturale stimolante, che influenzò profondamente la sua formazione.
Panzini studiò al Convitto Nazionale Foscarini di Venezia, dove si distinse per le sue capacità letterarie. Si laureò in Lettere presso l'Università di Bologna nel 1886, avendo come maestri Giosuè Carducci e Francesco Acri. La sua carriera letteraria iniziò nel 1893 con la pubblicazione de Il libro dei morti, ma fu nel 1907 che ottenne un ampio riconoscimento con La lanterna di Diogene, un'opera che segnò l'inizio del suo filone di narrativa di viaggio.
Oltre alla narrativa, Panzini lavorò come giornalista e collaborò con riviste prestigiose come L'illustrazione italiana e La nuova antologia. Nel 1905 fu tra i compilatori del Dizionario Moderno edito da Hoepli, un'opera fondamentale per la lingua italiana che raccolse numerosi neologismi e termini scientifici.
Nel 1925, Panzini firmò il Manifesto degli Intellettuali Fascisti redatto da Giovanni Gentile, mostrando il suo sostegno al regime fascista. Nel 1929 divenne accademico d'Italia e ricoprì un ruolo importante nella promozione della lingua italiana e dei neologismi. Fu professore al Liceo ginnasio statale Terenzio Mamiani di Roma per quarant'anni e insegnò anche all'Istituto Tecnico "Leonardo da Vinci".
Durante la sua vita Panzini pubblicò circa quaranta opere, tra cui romanzi, racconti e saggi. Alcuni dei suoi lavori più noti includono Il padrone sono me! (1922), un romanzo che esplora temi di identità e autorità, Viaggio con la giovane ebrea (1935) e Il bacio di Lesbia (1937), nei quali si rifletteva il suo interesse per la storia e la classicità, mentre Novelle d'ambo i sessi (1918) e Viaggio di un povero letterato (1919) erano raccolte di racconti caratterizzate da uno stile ironico e sentimentale.
La sua figura di Panzini è legata a un periodo di transizione nella cultura italiana, tra il declino dell'Ottocento e l'affermazione del Novecento. É ricordato non solo come scrittore prolifico ma anche come critico della società del suo tempo e la sua influenza si è estesa oltre i confini nazionali, con traduzioni delle sue opere in diverse lingue europee.
Frasi di Alfredo Panzini
Abbiamo un totale di 7 frasi.
Ove necessario le abbiamo suddivise in pagine da 50 frasi ciascuna.
Intanto te ne inseriamo una qui come stuzzichino.
Leggi le frasi di Alfredo Panzini
Ove necessario le abbiamo suddivise in pagine da 50 frasi ciascuna.
Intanto te ne inseriamo una qui come stuzzichino.
Chi mena per primo, mena due volte!
Leggi le frasi di Alfredo Panzini