Biografia di Vladimir Majakovskij
Nazione: Russia
Vladimir Vladimirovič Majakovskij nacque a Bagdati (attualmente in Georgia ma allora in Russia) il 19 luglio 1893 e morì a Mosca il 14 aprile 1930. Fu poeta, scrittore, attore, pittore, drammaturgo, regista teatrale e giornalista.
Nato in una famiglia di origini russe, la sua infanzia fu segnata dalla perdita precoce del padre, che morì quando lui aveva solo tre anni. La madre, per garantire un futuro migliore ai suoi figli, si trasferì con la famiglia a Mosca. Qui, Majakovskij mostrò subito un forte interesse per la politica e la letteratura, iscrivendosi al partito bolscevico nel 1908. Questa scelta lo portò a essere arrestato più volte per attività sovversive.
Dopo un periodo in prigione, iniziò a dedicarsi alla scrittura e all'arte. Nel 1911 si iscrisse alla Scuola d'Arte di Mosca, dove conobbe il pittore David Burljuk e altri membri del movimento futurista russo. Il suo primo libro di poesie, Ja! ("Io!"), fu pubblicato nel 1913 e segnò l'inizio della sua carriera come poeta di avanguardia. Nel 1912, insieme ad altri futuristi, firmò il manifesto Schiaffo al gusto corrente, che esprimeva il desiderio di rompere con le tradizioni artistiche passate.
Majakovskij partecipò attivamente alla Rivoluzione d'Ottobre del 1917 e divenne un fervente sostenitore del regime bolscevico. Tra il 1919 e il 1923 lavorò nel Commissariato per l'educazione pubblica e si dedicò alla creazione di manifesti di propaganda. Le sue opere di questo periodo, come Mistero buffo (1918) e 150.000.000 (1920), riflettono il suo impegno politico e sociale.
Negli anni '20, Majakovskij continuò a innovare nella poesia e nel teatro, fondando la rivista LEF (Fronte di Sinistra delle Arti) e collaborando con artisti e intellettuali dell'epoca. Tuttavia, la sua fiducia nella rivoluzione cominciò a vacillare a causa della crescente burocratizzazione della società sovietica sotto Stalin. Le sue opere teatrali come La cimice (1928) e Il bagno (1929) criticarono questa nuova realtà, ma furono accolte con freddezza dalla critica.
Le difficoltà professionali si unirono a problemi personali, in particolare relazioni amorose deludenti. Il 14 aprile 1930, sopraffatto dalla depressione e dal disincanto verso la sua vita e la società che lo circondava, Majakovskij si suicidò sparandosi al cuore.
Nato in una famiglia di origini russe, la sua infanzia fu segnata dalla perdita precoce del padre, che morì quando lui aveva solo tre anni. La madre, per garantire un futuro migliore ai suoi figli, si trasferì con la famiglia a Mosca. Qui, Majakovskij mostrò subito un forte interesse per la politica e la letteratura, iscrivendosi al partito bolscevico nel 1908. Questa scelta lo portò a essere arrestato più volte per attività sovversive.
Dopo un periodo in prigione, iniziò a dedicarsi alla scrittura e all'arte. Nel 1911 si iscrisse alla Scuola d'Arte di Mosca, dove conobbe il pittore David Burljuk e altri membri del movimento futurista russo. Il suo primo libro di poesie, Ja! ("Io!"), fu pubblicato nel 1913 e segnò l'inizio della sua carriera come poeta di avanguardia. Nel 1912, insieme ad altri futuristi, firmò il manifesto Schiaffo al gusto corrente, che esprimeva il desiderio di rompere con le tradizioni artistiche passate.
Majakovskij partecipò attivamente alla Rivoluzione d'Ottobre del 1917 e divenne un fervente sostenitore del regime bolscevico. Tra il 1919 e il 1923 lavorò nel Commissariato per l'educazione pubblica e si dedicò alla creazione di manifesti di propaganda. Le sue opere di questo periodo, come Mistero buffo (1918) e 150.000.000 (1920), riflettono il suo impegno politico e sociale.
Negli anni '20, Majakovskij continuò a innovare nella poesia e nel teatro, fondando la rivista LEF (Fronte di Sinistra delle Arti) e collaborando con artisti e intellettuali dell'epoca. Tuttavia, la sua fiducia nella rivoluzione cominciò a vacillare a causa della crescente burocratizzazione della società sovietica sotto Stalin. Le sue opere teatrali come La cimice (1928) e Il bagno (1929) criticarono questa nuova realtà, ma furono accolte con freddezza dalla critica.
Le difficoltà professionali si unirono a problemi personali, in particolare relazioni amorose deludenti. Il 14 aprile 1930, sopraffatto dalla depressione e dal disincanto verso la sua vita e la società che lo circondava, Majakovskij si suicidò sparandosi al cuore.
Frasi di Vladimir Majakovskij
Abbiamo un totale di 6 frasi.
Ove necessario le abbiamo suddivise in pagine da 50 frasi ciascuna.
Intanto te ne inseriamo una qui come stuzzichino.
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L'arte non è uno specchio cui riflettere il mondo, ma un martello per forgiarlo.
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