Biografia di H.P. Lovecraft
Nazione: Stati Uniti d'America
Howard Phillips Lovecraft nacque a Providence, Rhode Island il 20 agosto 1890 e morì sempre a Providence il 15 marzo 1937. Fu scrittore, poeta, critico letterario e saggista.
Nato in una famiglia borghese di origine anglosassone, segnata però da fragilità psicologiche e difficoltà economiche crescenti, da bambino fu spesso malato, di salute delicata, e frequentò la scuola in modo irregolare, compensando con una voracissima lettura domestica.
Fin da piccolo si appassionò ai classici dell'orrore gotico come Edgar Allan Poe e ai testi scientifici, in particolare di astronomia e chimica, tanto da firmare a quindici anni il racconto The beast in the cave e da scrivere giovanissimo brevi rubriche di astronomia per giornali locali.
Nel 1908 subì un grave esaurimento nervoso che lo isolò per anni, segnando profondamente il suo rapporto con il mondo esterno e spingendolo a sviluppare una vita prevalentemente interiore fatta di studi, letture e scrittura.
Nel 1914 scoprì il circuito del giornalismo amatoriale, entrando in una fitta rete di corrispondenze con altri appassionati di letteratura fantastica, e cominciò a emergere come saggista, poeta e autore di racconti brevi. Dal 1917 iniziò a dedicarsi in modo più sistematico alla narrativa dell'orrore, pubblicando sulle riviste pulp americane e trovando in Weird Tales la sede principale della sua produzione; in questi anni elaborò l'idea di un cosmo indifferente e ostile, popolato da entità aliene inconcepibili, che sarebbe diventata il nucleo dei futuri Miti di Cthulhu.
Nel 1921 la morte della madre lo colpì duramente, ma nello stesso anno conobbe a un convegno di appassionati Sonia H. Greene, scrittrice dilettante e donna d'affari, che sposò nel 1924, trasferendosi con lei a New York nel tentativo di intraprendere una carriera più stabile come scrittore e correttore.
L'esperienza newyorchese fu però per Lovecraft ambivalente e alla lunga dolorosa: da un lato allargò i suoi contatti con altri autori, dall'altro aggravò la sua insicurezza economica, il senso di estraneità e le sue posizioni razziste e xenofobe, alimentate dalla percezione ostile della grande metropoli multietnica.
In questo periodo entrò in rapporto epistolare con numerosi scrittori che riconoscevano in lui una guida intellettuale, tra cui Clark Ashton Smith, Robert E. Howard, Robert Bloch e August Derleth, con i quali scambiò una mole enorme di lettere e idee narrative, contribuendo a creare un universo condiviso di riferimenti, luoghi e "divinità" cosmiche.
Nel 1926, logorato dalle difficoltà economiche e dal fallimento del matrimonio (la separazione con Sonia fu di fatto definitiva), tornò a Providence a vivere con le zie, e proprio questo ritorno alla sua città natale aprì la fase più creativa della sua carriera.
Tra il 1926 e il 1937 scrisse infatti i suoi racconti più celebri e compiuti: The call of Cthulhu (1926), The colour out of space (1927), The Dunwich horror (1928), At the Mountains of Madness (1931), The shadow over Innsmouth (1931) e The shadow out of time (1934‑35), testi in cui diede piena forma alla sua visione di un universo meccanicistico, privo di senso e dominato da forze inconoscibili, marginalizzando l'uomo a semplice accidente insignificante nello spazio e nel tempo.
Parallelamente continuò a lavorare come ghostwriter e revisore per altri autori, spesso senza riconoscimento ufficiale, e a sviluppare una fitta attività saggistica e critica che chiariva i fondamenti filosofici del suo "orrore cosmico". Minato da problemi di salute cronici e da una povertà mai risolta, Lovecraft morì il 15 marzo 1937 a Providence, a soli quarantasei anni, di cancro all'intestino complicato da malnutrizione.
In vita conobbe solo un successo limitato, essendo relegato al circuito delle riviste pulp, ma grazie all'opera di August Derleth e della casa editrice Arkham House, che ne raccolse e pubblicò organicamente i racconti dopo la morte, Lovecraft divenne progressivamente un autore di culto e poi una figura centrale della letteratura fantastica del Novecento.
La sua influenza si estende ben oltre l'horror, toccando fantascienza, fumetto, cinema e giochi di ruolo, e la sua invenzione di una mitologia "aperta", i Miti di Cthulhu, condivisa e ampliata da altri autori, lo ha reso uno dei più importanti innovatori del racconto dell'orrore, capace di fondere scienza, metafisica e paura ancestrale in una visione unica e perturbante.
Nato in una famiglia borghese di origine anglosassone, segnata però da fragilità psicologiche e difficoltà economiche crescenti, da bambino fu spesso malato, di salute delicata, e frequentò la scuola in modo irregolare, compensando con una voracissima lettura domestica.
Fin da piccolo si appassionò ai classici dell'orrore gotico come Edgar Allan Poe e ai testi scientifici, in particolare di astronomia e chimica, tanto da firmare a quindici anni il racconto The beast in the cave e da scrivere giovanissimo brevi rubriche di astronomia per giornali locali.
Nel 1908 subì un grave esaurimento nervoso che lo isolò per anni, segnando profondamente il suo rapporto con il mondo esterno e spingendolo a sviluppare una vita prevalentemente interiore fatta di studi, letture e scrittura.
Nel 1914 scoprì il circuito del giornalismo amatoriale, entrando in una fitta rete di corrispondenze con altri appassionati di letteratura fantastica, e cominciò a emergere come saggista, poeta e autore di racconti brevi. Dal 1917 iniziò a dedicarsi in modo più sistematico alla narrativa dell'orrore, pubblicando sulle riviste pulp americane e trovando in Weird Tales la sede principale della sua produzione; in questi anni elaborò l'idea di un cosmo indifferente e ostile, popolato da entità aliene inconcepibili, che sarebbe diventata il nucleo dei futuri Miti di Cthulhu.
Nel 1921 la morte della madre lo colpì duramente, ma nello stesso anno conobbe a un convegno di appassionati Sonia H. Greene, scrittrice dilettante e donna d'affari, che sposò nel 1924, trasferendosi con lei a New York nel tentativo di intraprendere una carriera più stabile come scrittore e correttore.
L'esperienza newyorchese fu però per Lovecraft ambivalente e alla lunga dolorosa: da un lato allargò i suoi contatti con altri autori, dall'altro aggravò la sua insicurezza economica, il senso di estraneità e le sue posizioni razziste e xenofobe, alimentate dalla percezione ostile della grande metropoli multietnica.
In questo periodo entrò in rapporto epistolare con numerosi scrittori che riconoscevano in lui una guida intellettuale, tra cui Clark Ashton Smith, Robert E. Howard, Robert Bloch e August Derleth, con i quali scambiò una mole enorme di lettere e idee narrative, contribuendo a creare un universo condiviso di riferimenti, luoghi e "divinità" cosmiche.
Nel 1926, logorato dalle difficoltà economiche e dal fallimento del matrimonio (la separazione con Sonia fu di fatto definitiva), tornò a Providence a vivere con le zie, e proprio questo ritorno alla sua città natale aprì la fase più creativa della sua carriera.
Tra il 1926 e il 1937 scrisse infatti i suoi racconti più celebri e compiuti: The call of Cthulhu (1926), The colour out of space (1927), The Dunwich horror (1928), At the Mountains of Madness (1931), The shadow over Innsmouth (1931) e The shadow out of time (1934‑35), testi in cui diede piena forma alla sua visione di un universo meccanicistico, privo di senso e dominato da forze inconoscibili, marginalizzando l'uomo a semplice accidente insignificante nello spazio e nel tempo.
Parallelamente continuò a lavorare come ghostwriter e revisore per altri autori, spesso senza riconoscimento ufficiale, e a sviluppare una fitta attività saggistica e critica che chiariva i fondamenti filosofici del suo "orrore cosmico". Minato da problemi di salute cronici e da una povertà mai risolta, Lovecraft morì il 15 marzo 1937 a Providence, a soli quarantasei anni, di cancro all'intestino complicato da malnutrizione.
In vita conobbe solo un successo limitato, essendo relegato al circuito delle riviste pulp, ma grazie all'opera di August Derleth e della casa editrice Arkham House, che ne raccolse e pubblicò organicamente i racconti dopo la morte, Lovecraft divenne progressivamente un autore di culto e poi una figura centrale della letteratura fantastica del Novecento.
La sua influenza si estende ben oltre l'horror, toccando fantascienza, fumetto, cinema e giochi di ruolo, e la sua invenzione di una mitologia "aperta", i Miti di Cthulhu, condivisa e ampliata da altri autori, lo ha reso uno dei più importanti innovatori del racconto dell'orrore, capace di fondere scienza, metafisica e paura ancestrale in una visione unica e perturbante.
Frasi di H.P. Lovecraft
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Ove necessario le abbiamo suddivise in pagine da 50 frasi ciascuna.
Intanto te ne inseriamo una qui come stuzzichino.
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L'immaginazione è il più grande rifugio che esista.
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