101/124
La varietà è tanto nemica della noia che anche la stessa varietà della noia è un rimedio o un alleviamento della stessa, come vediamo tutto giorno nelle persone di mondo.
102/124
Virtù viva sprezziam, lodiamo estinta.
103/124
Oggi non può scegliere il cammino della virtù se non il pazzo, o il timido e vile, o il debole e misero.
104/124
Amore e noia
la vita, altro mai nulla; e fango è il mondo.
105/124
Nostra vita a che val? Solo a spregiarla:
beata allor che ne' perigli avvolta,
se stessa obblia, né delle putri e lente
ora il danno misura e il flutto ascolta.
106/124
La via forse più dritta di acquistar fama è di affermare, con sicurezza e pertinacia e in quanti più modi è possibile, di averla acquistata.
107/124
Non v'è infelicità umana la quale non possa crescere, bensì trovasi un termine a quello medesimo che si chiama felicità.
108/124
L'intiera filosofia è del tutto inattiva, e un popolo di filosofi perfetti non sarebbe capace di azione. Ma la mezza filosofia è compatibile coll'azione, anzi può cagionarla.
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Nessun maggior segno d'essere poco filosofo e poco savio, che volere savia e filosofica tutta la vita.
110/124
Parecchi filosofi hanno acquistato l'abito di guardare come dall'alto il mondo, e le cose altrui, ma pochissimi quello di guardare effettivamente e perpetuamente dall'alto le cose proprie.
111/124
La letteratura francese si può chiamare originale per la sua somma e singolare inoriginalità.
112/124
E che pensieri immensi,
che dolci sogni mi spirò la vista
di quel lontano mar, quei monti azzurri,
che di qua scopro, e che varcare un giorno
io mi pensava, arcani mondi, arcana
felicità fingendo al viver mio!
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Agli anni miei
anche negaro i fati
la giovinezza.
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E intanto vola
il caro tempo giovanil; più caro
che la fama e l'allor, più che la pura
luce del giorno, e lo spirar; ti perdo
senza un diletto, inutilmente, in questo
soggiorno disumano, intra gli affanni,
o dell'arida vita unico fiore.
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E qual mortale ignaro
di sventura esser può, se a lui già scorsa
quella vaga stagion, se il suo buon tempo,
se la giovanezza, ahi giovanezza, è spenta?
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L'uomo è condannato o a consumare la gioventù senza proposito, la quale è il solo tempo di far frutto per l'età che viene, e di provvedere al proprio stato; o a spenderla in procacciare godimenti a quella parte della sua vita, nella quale egli non sarà più atto a godere.
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La grazia per lo più non è altro che il brutto nel bello.
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Pare un assurdo, eppure è esattamente vero, che, tutto il reale essendo un nulla, non v'è altro di reale né altro di sostanza al mondo che le illusioni.
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Allo sviluppo ed esercizio della immaginazione è necessaria la felicità o abituale o presente e momentanea; del sentimento, la sventura.
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L'impostura è anima, per dir così, della vita sociale, ed arte senza cui veramente nessun'arte e nessuna facoltà, considerandola in quanto agli
effetti suoi negli animi umani, è perfetta.
121/124
Nessuna qualità umana è più intollerabile nella vita ordinaria, né in fatto tollerata meno, che l'intolleranza.
122/124
Il tale diceva che noi venendo in questa vita, siamo come chi si corica in un letto duro e incomodo, che sentendovisi star male, non vi può star quieto, e però si rivolge cento volte da ogni parte, e procura in vari modi di appianare, ammollire ecc. il letto, cercando pur sempre e sperando di avervi a riposare e prender sonno, finché senz'aver dormito né riposato vien l'ora di alzarsi.
123/124
Piangi, che ben hai donde, Italia mia,
le genti a vincer nata
e nella fausta sorte e nella ria.
124/124
Gl'italiani non hanno costumi; essi hanno delle usanze.