Biografia di Henry Kissinger
Nazione: Stati Uniti d'America
Heinz Alfred Kissinger nacque a Fürth, Germania il 27 maggio 1923 e morì a Kent, Connecticut, USA il 23 novembre 2023. Fu politico e diplomatico.
Di famiglia ebraica tedesca, si trasferì nel 1938, prima a Londra e poi negli Stati Uniti, per sfuggire alle persecuzioni dei tedeschi.
Cominciò a studiare in America ma nel 1943 si arruolò nell'esercito e prese la cittadinanza americana. Fu promosso sul campo per le sue qualità organizzative nell'Europa occupata. Terminata la guerra lasciò l'esercito per completare gli studi e venne ammesso ad Harvard. Si laureò nel 1950 e gli fu anche offerta una cattedra a Chicago, ma la rifiutò perchè considerata troppo lontana dalla scena politica di Washington. La sua carriera iniziò grazie a Nelson Rockefeller, che oltre ad essere miliardario era anche repubblicano e collaboratore di Eisenhower. Divenne consulente per la politica estera del presidente. Nel 1958 pubblicò un libro intitolato Nuclear Weapons and Foreign Policy, che divenne un best seller e gli valse un incarico part-time presso il presidente Kennedy.
Quando Nixon divenne presidente, nel 1969, Kissinger fu nominato Assistente per la Sicurezza Nazionale. Da quel momento in avanti Kissinger divenne parte integrante della politica americana. Offrì agli Stati Uniti una sorta di via d'uscita onorevole dalla guerra del Vietnam e ottenne il Premio Nobel per la pace nel 1973 insieme al vietnamita Le Duc Tho. Entrambi non si presentarono a ritirare il premio perchè il conflitto, in realtà, tardava a finire (si concluse ufficilamente solo nel 1975). Sempre nel 1973 Kissinger negoziò la fine della Guerra del Kippur e fu attivamente coinvolto nel sostegno al colpo di stato di Pinochet in Cile.
Risultò estraneo allo scandalo Watergate che portò alle dimissioni di Nixon, ebbe un ruolo decisivo nella fine del regime razzista bianco in Rhodesia, ma insieme al presidente Ford diede l'approvazione all'invasione di Timor Est da parte dell'Indonesia, con il conseguente massacro di 200 mila persone che abitavano quel territorio. Dopo l'amministrazione Ford, Kissinger non ricoprì altri incarichi politici, ma rimase protagonista in attività di gruppi politici come la Commissione Trilaterale. Più tardi George W. Bush lo nominò presidente della commissione che avrebbe dovuto fare luce sugli attentati dell'11 settembre, ma questo fatto fu ampiamente contestato da coloro che lo accusavano di crimini di guerra, per cui egli lasciò la commissione nel 2002.
Di famiglia ebraica tedesca, si trasferì nel 1938, prima a Londra e poi negli Stati Uniti, per sfuggire alle persecuzioni dei tedeschi.
Cominciò a studiare in America ma nel 1943 si arruolò nell'esercito e prese la cittadinanza americana. Fu promosso sul campo per le sue qualità organizzative nell'Europa occupata. Terminata la guerra lasciò l'esercito per completare gli studi e venne ammesso ad Harvard. Si laureò nel 1950 e gli fu anche offerta una cattedra a Chicago, ma la rifiutò perchè considerata troppo lontana dalla scena politica di Washington. La sua carriera iniziò grazie a Nelson Rockefeller, che oltre ad essere miliardario era anche repubblicano e collaboratore di Eisenhower. Divenne consulente per la politica estera del presidente. Nel 1958 pubblicò un libro intitolato Nuclear Weapons and Foreign Policy, che divenne un best seller e gli valse un incarico part-time presso il presidente Kennedy.
Quando Nixon divenne presidente, nel 1969, Kissinger fu nominato Assistente per la Sicurezza Nazionale. Da quel momento in avanti Kissinger divenne parte integrante della politica americana. Offrì agli Stati Uniti una sorta di via d'uscita onorevole dalla guerra del Vietnam e ottenne il Premio Nobel per la pace nel 1973 insieme al vietnamita Le Duc Tho. Entrambi non si presentarono a ritirare il premio perchè il conflitto, in realtà, tardava a finire (si concluse ufficilamente solo nel 1975). Sempre nel 1973 Kissinger negoziò la fine della Guerra del Kippur e fu attivamente coinvolto nel sostegno al colpo di stato di Pinochet in Cile.
Risultò estraneo allo scandalo Watergate che portò alle dimissioni di Nixon, ebbe un ruolo decisivo nella fine del regime razzista bianco in Rhodesia, ma insieme al presidente Ford diede l'approvazione all'invasione di Timor Est da parte dell'Indonesia, con il conseguente massacro di 200 mila persone che abitavano quel territorio. Dopo l'amministrazione Ford, Kissinger non ricoprì altri incarichi politici, ma rimase protagonista in attività di gruppi politici come la Commissione Trilaterale. Più tardi George W. Bush lo nominò presidente della commissione che avrebbe dovuto fare luce sugli attentati dell'11 settembre, ma questo fatto fu ampiamente contestato da coloro che lo accusavano di crimini di guerra, per cui egli lasciò la commissione nel 2002.
Frasi di Henry Kissinger
Abbiamo un totale di 7 frasi.
Le abbiamo suddivise in pagine da 50 frasi ciascuna.
Intanto te ne inseriamo una qui come stuzzichino.
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Il lato positivo dell'essere una celebrità è che quando annoi le persone, pensano che sia colpa loro.
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