Biografia di Nazim Hikmet
Nazione: Turchia
Nâzım Hikmet Ran nacque a Salonicco (Grecia ottomana) il 15 gennaio 1902 e morì a Mosca il 3 giugno 1963. Fu drammaturgo, poeta e scrittore.
In realtà Nazim nacque il 20 novembre del 1901 ma fu registrato all'anagrafe in ritardo. Veniva da una famiglia agiata, il padre era diplomatico, la madre era pittrice e appassionata di poesia francese. Cominciò a scrivere a quattordici anni e pubblicò per la prima volta un suo scritto su una rivista a diciassette. Durante la guerra di indipendenza turca, appena dopo la prima guerra mondiale, lavorò come insegnante, ma fu costretto ad espatriare per motivi politici e si rifugiò in URSS. Studiò sociologia all'Università di Mosca e divenne comunista. Conobbe Majakovskij e Lenin. Alla morte di quest'ultimo, fu una delle guardie d'onore accanto alla bara.
Nel 1924 tornò in Turchia grazie ad un'amnistia e aderì al partito comunista turco. L'anno successivo venne incarerato per affissione abusiva di manifesti politici. Durante la prigionia, durata fino al 1935, scrisse numerosi libri di poesie. Dopo la morte di Atatürk, il leader del paese, il regime divenne ancora più rigido e repressivo. Nel 1938 venne accusato di incitamento alla rivolta per un poema che aveva scritto e venne condannato a 28 anni di prigione dove venne anche torturato per le sue idee politiche anti-fasciste. Nel 1949 una commissione internazionale di artisti e intellettuali, fra i quali citiamo Picasso, Neruda e Sartre, fece delle pressioni al governo turco per la sua scarcerazione, che avvenne l'anno successivo.
Si sposò per la terza volta ed ebbe anche un figlio, ma le pressioni del governo, che attentò anche due volte alla sua vita, lo costrinsero a rifugiarsi nuovamente in Russia. La sua fuga lo vide attraversare il Bosforo di notte col mare agitato, rischiando di annegare, ma una nave bulgara lo trasse in salvo. Nel 1951 rinunciò alla cittadinanza turca, chiese asilo politico in Polonia e lo ottenne, ma si stabilì comunque in Russia. Il governo turco impedì a sua moglie e suo figlio di riunirsi con lui. Nel 1952 ebbe un secondo infarto, dopo quello degli anni della prigionia, ma viaggiò molto in Europa, Sudamerica e Africa. Nel 1960 annullò il suo terzo matrimonio per sposare Vera Tuljakova. Morì d'infarto sulla porta di casa in Russia nel 1963.
In realtà Nazim nacque il 20 novembre del 1901 ma fu registrato all'anagrafe in ritardo. Veniva da una famiglia agiata, il padre era diplomatico, la madre era pittrice e appassionata di poesia francese. Cominciò a scrivere a quattordici anni e pubblicò per la prima volta un suo scritto su una rivista a diciassette. Durante la guerra di indipendenza turca, appena dopo la prima guerra mondiale, lavorò come insegnante, ma fu costretto ad espatriare per motivi politici e si rifugiò in URSS. Studiò sociologia all'Università di Mosca e divenne comunista. Conobbe Majakovskij e Lenin. Alla morte di quest'ultimo, fu una delle guardie d'onore accanto alla bara.
Nel 1924 tornò in Turchia grazie ad un'amnistia e aderì al partito comunista turco. L'anno successivo venne incarerato per affissione abusiva di manifesti politici. Durante la prigionia, durata fino al 1935, scrisse numerosi libri di poesie. Dopo la morte di Atatürk, il leader del paese, il regime divenne ancora più rigido e repressivo. Nel 1938 venne accusato di incitamento alla rivolta per un poema che aveva scritto e venne condannato a 28 anni di prigione dove venne anche torturato per le sue idee politiche anti-fasciste. Nel 1949 una commissione internazionale di artisti e intellettuali, fra i quali citiamo Picasso, Neruda e Sartre, fece delle pressioni al governo turco per la sua scarcerazione, che avvenne l'anno successivo.
Si sposò per la terza volta ed ebbe anche un figlio, ma le pressioni del governo, che attentò anche due volte alla sua vita, lo costrinsero a rifugiarsi nuovamente in Russia. La sua fuga lo vide attraversare il Bosforo di notte col mare agitato, rischiando di annegare, ma una nave bulgara lo trasse in salvo. Nel 1951 rinunciò alla cittadinanza turca, chiese asilo politico in Polonia e lo ottenne, ma si stabilì comunque in Russia. Il governo turco impedì a sua moglie e suo figlio di riunirsi con lui. Nel 1952 ebbe un secondo infarto, dopo quello degli anni della prigionia, ma viaggiò molto in Europa, Sudamerica e Africa. Nel 1960 annullò il suo terzo matrimonio per sposare Vera Tuljakova. Morì d'infarto sulla porta di casa in Russia nel 1963.
Frasi di Nazim Hikmet
Abbiamo un totale di 11 frasi.
Le abbiamo suddivise in pagine da 50 frasi ciascuna.
Intanto te ne inseriamo una qui come stuzzichino.
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E al di là della notte
mi aspetterà, spero,
il sapore di un nuovo azzurro.
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il sapore di un nuovo azzurro.
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