Biografia di Gandhi

 Gandhi
Nazione: India    
Mohāndās Karamchand Gāndhī nacque a Porbandar, India il 2 ottobre 1869 e morì a Nuova Delhi, India il 30 gennaio 1948. Fu politico, filosofo e avvocato.
Nato da una famiglia benestante, fu uno studente nella media, ma avido lettore. Fu fatto sposare all'età di 13 anni con un matrimonio combinato, secondo la tradizione indù. Dalla moglie ebbe 4 figli. A 18 anni partì per Londra per studiare all'University College, dove si laureò in giurisprudenza. Nel frattempo ebbe modo di conoscere Madame Blavatsky e di leggere il suo libro The key to teosophy. Dopo la laurea tornò in India per esercitare la professione di avvocato, nel quale ebbe sempre molta difficoltà poichè impacciato nel parlare in pubblico. Un paio di anni dopo viene inviato in Sudafrica per difendere una causa in cui era coinvolta una ditta indiana. Laggiù si scontra con il razzismo e l'apartheid del governo sudafricano, anche nei confronti dei suoi connazionali indiani. Inizia così una "battaglia" lunga anni nei confronti dei soprusi sui più deboli, culminata nella fondazione dell'ashram di Phoenix, vicino a Durban, un luogo in cui si praticano un regime di vita monastico, la povertà volontaria e la preghiera. In questo modo riuscrà ad ottenere l'abolizione di leggi aberranti quali il divieto di matrimonio tra non cristiani e la tassa, pari a 6 mesi di stipendio, per quegli indiani che avessero voluto diventare liberi lavoratori.
Appena dopo la prima guerra mondiale comincia la sua attività per l'indipendenza dell'India. Sempre secondo il principio di disobbedienza civile e fondando diverse comunità come quella di Phoenix, aiuta migliaia di contadini del distretto del Champaran a migliorare le loro condizioni, coltivando prima di tutto ciò che serve loro per vivere e solo dopo ciò che vorrebbero i grandi proprietari terrieri inglesi. In un altro distretto riesce a realizzare qualcosa di molto simile, e la sua fama si estende così a tutta la nazione.
In seguito ad una repressione del governo britannico, sfociata nel massacro di Amritsar, nel Punjab, Gandhi entra nel partito del Congresso Nazionale Indiano, perseguendo l'indipendenza del suo paese. Una prima manifestazione di questa lotta è il boicottaggio dei prodotti stranieri, specialmente quelli inglesi, a partire dalla stoffa. Gnadhi chiede a tutti gli indiani di tessere da soli la tela dei propri vestiti e, ancora oggi, per legge, la bandiera dell'India deve essere fatta di tessuto khadi. In seguito ad altri scontri tra inglesi e manifestanti indiani, Gandhi vennee arrestato e anche se uscì di prigione dopo due anni, la cooperazione tra indù e musulmani si era ormai sgretolata e il partito spaccato in due. Gandhi cercò di ricucire gli strappi per tutti gli anni '20 e tornò sulla scena politica solo nel 1928. Dopo alcuni tira e molla tra inglesi e indiani, i primi che negarono lo status di protettorato, i secondi che si dichiararono completamente indipendenti, con tanto di bandiera indiana issata nella città di Lahore, avvenne la famosa marcia del sale. Il regime inglese aveva alzato la tassa sul sale; in risposta non-violenta, Gandhi organizzò una marcia che partì dall'ashram di Ahmedabad, con 78 persone, per finire, 380 Km dopo, a Dandi, il 6 aprile 1930 con migliaia di partecipanti che iniziarono ad estrarre sale dalle acque dell'Oceano Indiano. I britannici imprigionarono 60 mila persone, tra le quali lo stesso Gandhi, ma la marcia ebbe talmente tanto successo che l'anno successivo Gandhi venne rilasciato e invitato a discutere con il governo inglese. Si recò quindi in Europa, un soggiorno di tre mesi, durante il quale visitò anche l'Italia. Disse di essere rimasto abbastanza impressionato da Mussolini e che gli pareva che, nonostante il pugno di ferro, il gerarca avesse davvero a cuore la popolazione contadina della sua nazione.
Al ritorno in India, Gandhi viene di nuovo arrestato dal successore del governatore precedente. Nel 1934 si ritira dalla scena politica dichiarando di volersi occupare di una riforma spirituale dell'India, più che dell'indipendenza politica. Gli inglesi non cedettero sul fronte della concessione dell'indipendenza mentre il partito del Congresso intraprese la rivolta più radicale mai avvenuta, a seguito della risoluzione scritta da Gandhi e intitolata Quit India. La repressione inglesefu brutale e Gandhi stesso rischiò la vita, in prigione, per malaria e dissenteria. Venne curato per evitare che potesse diventare un martire scatendando rivolte popolari, ma la situazione si calmò. Alla fine della seconda guerra mondiale, però, avvenne una svolta: il successore di Churchill, il Primo Ministro Clement Attlee trasferì il potere di governo agli indiani, centomila prigionieri politici furono liberati ed ebbe inizio il complicato passaggio verso la vera indipendenza. Nacquero inveitabili tensioni e divisioni razziali pre-esistenti si rafforzarono: l'India venne divisa in una parte indù e una parte musulmana (Pakistan e Bangladesh).
L'anno successivo una fondamentalista indù di nome Nathuram Godse spara tre colpi di pistola a Gandhi, uccidendolo. Fu arrestato e condannato a morte. Le ceneri del Mahatma furono divise in varie urne e versate nei fiumi Nilo, Tamigi, Gange e altri. L'ultima fu dispersa nel mare, davanti a Mumbai, nel 2008 in occasione del sessantesimo anniversario della sua morte.


Frasi di Gandhi

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