Biografia di Gabriel García Márquez
Nazione: Colombia
Gabriel José de la Concordia García Márquez nacque a Aracataca, Colombia il 6 marzo 1927 e morì a Città del Messico il 17 aprile 2014. Fu scrittore, saggista e giornalista.
Dopo le scuole giovanili si iscrisse a giurisprudenza e scienze politiche a Bogotà, ma abbandonò quel corso di studi e divenne prima redattore e poi reporter del giornale El universal. A metà degli anni '50 venne inviato a Roma e si spostò poi a Parigi.
Una volta tornato in sudamerica, si stabilì in Venezuela, dove si sposò. Nello stesso anno, il 1959, visitò Cuba e fece la conoscenza di Che Guevara e di Fidel Castro. Fece appena in tempo a trasferirsi a New York per conto dell'agenzia Prensa Latina che fu costretto a spostarsi in Messico perchè controllato dalla CIA e odiato dagli anti-castristi. Per questo stesso motivo gli venne imposto il divieto di ingresso negli Stati Uniti nel 1961 (divieto poi rimosso da Bill Clinton).
Nel 1971 scoppiò l'affaire Padilla: Padilla era un poeta cubano che osò scrivere contro il castrismo, per cui Castro lo fece arrestare, costringendo lui e la moglie ad una auto-critica pubblica. Molti artisti da tutto il mondo, tra i quali Sartre, Simone de Beauvoir, Moravia, Vargas Llosa e Federico Fellini firmarono una lettera di critica al governo di Cuba, ma García Márquez si rifiutò di sottoscriverla. Questo interruppe l'amicizia che lo legava a Vargas Llosa e, anzi, i due litigarono a Città del Messico nel 1976 e non si parlarono per trent'anni. Durante tutto questo viaggiare, non mancò ovviamente di scrivere, soprattutto dopo il suo trasferimento in Messico. Cent'anni di solitudine è del 1967, ed è considerato come la massima espressione del realismo magico. Nel 1973 abbandonò la letteratura per dedicarsi nuovamente al giornalismo, soprattutto come segno di protesta nei confronti del colpo di stato del generale Pinochet in Cile. Ritornò a scrivere due anni dopo, pubblicando Cronaca di una morte annunciata e L'amore ai tempi del colera. Nel 1976 dichiarò che non avrebbe pubblicato più nulla fino a che Pinochet non fosse stato deposto, ma accettò una pubblicazione nel 1980.
Due anni dopo, nel 1982, fu insignito del premio Nobel per la letteratura. Negli anni successivi la sua fede socialista lo vide incontrare Gorbachev a Mosca e diventare un simpatizzante del leader venezuelano Hugo Chávez. Il suo ultimo romanzo, Memoria delle mie puttane tristi vide la luce nel 2004. Fra i vari grandissimi autori che possono essere annoverati come influenzatori degli scritti di García Márquez possiamo citare Shelley e Woolfe, Hemingway e Kafka, Melville e Miguel de Cervantes, mentre il suo stile ed i suoi romanzi sono sicuramente stati di ispirazione per autori come Paulo Coelho e Isabel Allende.
Dopo le scuole giovanili si iscrisse a giurisprudenza e scienze politiche a Bogotà, ma abbandonò quel corso di studi e divenne prima redattore e poi reporter del giornale El universal. A metà degli anni '50 venne inviato a Roma e si spostò poi a Parigi.
Una volta tornato in sudamerica, si stabilì in Venezuela, dove si sposò. Nello stesso anno, il 1959, visitò Cuba e fece la conoscenza di Che Guevara e di Fidel Castro. Fece appena in tempo a trasferirsi a New York per conto dell'agenzia Prensa Latina che fu costretto a spostarsi in Messico perchè controllato dalla CIA e odiato dagli anti-castristi. Per questo stesso motivo gli venne imposto il divieto di ingresso negli Stati Uniti nel 1961 (divieto poi rimosso da Bill Clinton).
Nel 1971 scoppiò l'affaire Padilla: Padilla era un poeta cubano che osò scrivere contro il castrismo, per cui Castro lo fece arrestare, costringendo lui e la moglie ad una auto-critica pubblica. Molti artisti da tutto il mondo, tra i quali Sartre, Simone de Beauvoir, Moravia, Vargas Llosa e Federico Fellini firmarono una lettera di critica al governo di Cuba, ma García Márquez si rifiutò di sottoscriverla. Questo interruppe l'amicizia che lo legava a Vargas Llosa e, anzi, i due litigarono a Città del Messico nel 1976 e non si parlarono per trent'anni. Durante tutto questo viaggiare, non mancò ovviamente di scrivere, soprattutto dopo il suo trasferimento in Messico. Cent'anni di solitudine è del 1967, ed è considerato come la massima espressione del realismo magico. Nel 1973 abbandonò la letteratura per dedicarsi nuovamente al giornalismo, soprattutto come segno di protesta nei confronti del colpo di stato del generale Pinochet in Cile. Ritornò a scrivere due anni dopo, pubblicando Cronaca di una morte annunciata e L'amore ai tempi del colera. Nel 1976 dichiarò che non avrebbe pubblicato più nulla fino a che Pinochet non fosse stato deposto, ma accettò una pubblicazione nel 1980.
Due anni dopo, nel 1982, fu insignito del premio Nobel per la letteratura. Negli anni successivi la sua fede socialista lo vide incontrare Gorbachev a Mosca e diventare un simpatizzante del leader venezuelano Hugo Chávez. Il suo ultimo romanzo, Memoria delle mie puttane tristi vide la luce nel 2004. Fra i vari grandissimi autori che possono essere annoverati come influenzatori degli scritti di García Márquez possiamo citare Shelley e Woolfe, Hemingway e Kafka, Melville e Miguel de Cervantes, mentre il suo stile ed i suoi romanzi sono sicuramente stati di ispirazione per autori come Paulo Coelho e Isabel Allende.
Frasi di Gabriel García Márquez
Abbiamo un totale di 41 frasi.
Le abbiamo suddivise in pagine da 50 frasi ciascuna.
Intanto te ne inseriamo una qui come stuzzichino.
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La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla.
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