Biografia di Benedetto Croce
Nazione: Italia
Benedetto Croce nacque a Pescasseroli (AQ) il 25 febbraio 1866 e morì a Napoli il 20 novembre 1952. Fu storico, filosofo, politico e scrittore.
Non ancora maggiorenne, perse i genitori e la sorella nel terremoto che scosse l'isola di Ischia nel 1883, riportando a sua volta numerose fratture. In seguito fu ospitato a Roma da alcuni parenti. Venne iniziato al Marxismo da un intellettuale amico dello zio, e ne seguì anche le lezioni di filosofia morale a Roma pur essendo iscritto a giurisprudenza a Napoli. Croce tornò successivamente a Napoli e andò ad abitare nella casa che fu di Giambattista Vico, filosofo da lui molto amato. Poi compì svariati viaggi in Europa mentre in lui si faceva strada l'interesse per la storia e la letteratura. Fondò una rivista chiamata La critica, che venne prima stampata in proprio e poi dall'editore Laterza.
Nel 1910 venne eletto senatore e fu poi anche Ministro dell'Istruzione. Si disse neutrale nei confronti della prima guerra mondiale, pur scrivendo a suoi corrispondenti di accettarla come una dolorosa necessità.
Più tardi, nel 1922, dopo aver ascoltato un discorso di Mussolini, si avvicinò al fascismo. Fu anche tra i senatori che votarono la fiducia al governo Mussolini, convinto che tale regime dovessere essere solo un passaggio per la creazione di un regime liberale. Si allontanò dal fascismo scrivendo il Manifesto degli intellettuali antifascisti in risposta al Manifesto degli intellettuali fascisti del suo amico Giovanni Gentile. Nel 1930 si allontanò dalla vita politica e nonostante continuasse a esprimere le sue idee antifasciste, il regime non lo tormentò più di tanto. Quando però si rifiutò di compilare la scheda della legislazione antisemita, venne espulso da praticamente tutte le accademie di cui era membro, ad eccezione dell'Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti.
Rientrò in politica alla caduta del regime e divenne presidente del Partito Liberale Italiano. Al referendum del 2 giugno 1946, votò per la monarchia, ma convinse il suo partito a non schierarsi, convinto che una monarchia debole non sarebbe stata abbastanza prestigiosa e autoritaria. Fu eletto all'Assemblea Costituente ma non accettò di diventare Capo provvisorio dello Stato e declinò anchel'offerta di essere nominato senatore a vita. Tornò quindi a Napoli e fondò l'Istituto italiano per gli studi storici. Nel 1949 ebbe un ictus che lo lasciò semi-paralizzato. Nei tre anni successivi rimase praticamente chiuso in casa proseguendo i suoi studi, fino alla morte sopravvenuta nel 1952.
Non ancora maggiorenne, perse i genitori e la sorella nel terremoto che scosse l'isola di Ischia nel 1883, riportando a sua volta numerose fratture. In seguito fu ospitato a Roma da alcuni parenti. Venne iniziato al Marxismo da un intellettuale amico dello zio, e ne seguì anche le lezioni di filosofia morale a Roma pur essendo iscritto a giurisprudenza a Napoli. Croce tornò successivamente a Napoli e andò ad abitare nella casa che fu di Giambattista Vico, filosofo da lui molto amato. Poi compì svariati viaggi in Europa mentre in lui si faceva strada l'interesse per la storia e la letteratura. Fondò una rivista chiamata La critica, che venne prima stampata in proprio e poi dall'editore Laterza.
Nel 1910 venne eletto senatore e fu poi anche Ministro dell'Istruzione. Si disse neutrale nei confronti della prima guerra mondiale, pur scrivendo a suoi corrispondenti di accettarla come una dolorosa necessità.
Più tardi, nel 1922, dopo aver ascoltato un discorso di Mussolini, si avvicinò al fascismo. Fu anche tra i senatori che votarono la fiducia al governo Mussolini, convinto che tale regime dovessere essere solo un passaggio per la creazione di un regime liberale. Si allontanò dal fascismo scrivendo il Manifesto degli intellettuali antifascisti in risposta al Manifesto degli intellettuali fascisti del suo amico Giovanni Gentile. Nel 1930 si allontanò dalla vita politica e nonostante continuasse a esprimere le sue idee antifasciste, il regime non lo tormentò più di tanto. Quando però si rifiutò di compilare la scheda della legislazione antisemita, venne espulso da praticamente tutte le accademie di cui era membro, ad eccezione dell'Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti.
Rientrò in politica alla caduta del regime e divenne presidente del Partito Liberale Italiano. Al referendum del 2 giugno 1946, votò per la monarchia, ma convinse il suo partito a non schierarsi, convinto che una monarchia debole non sarebbe stata abbastanza prestigiosa e autoritaria. Fu eletto all'Assemblea Costituente ma non accettò di diventare Capo provvisorio dello Stato e declinò anchel'offerta di essere nominato senatore a vita. Tornò quindi a Napoli e fondò l'Istituto italiano per gli studi storici. Nel 1949 ebbe un ictus che lo lasciò semi-paralizzato. Nei tre anni successivi rimase praticamente chiuso in casa proseguendo i suoi studi, fino alla morte sopravvenuta nel 1952.
Frasi di Benedetto Croce
Abbiamo un totale di 8 frasi.
Le abbiamo suddivise in pagine da 50 frasi ciascuna.
Intanto te ne inseriamo una qui come stuzzichino.
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Ciascuno ha la filosofia o la religione di cui è degno.
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