1/12
Ciascuno ha la filosofia o la religione di cui è degno.
2/12
Il filosofo, oggi, deve non già fare il puro filosofo, ma esercitare un qualche mestiere; in primo luogo il mestiere dell'uomo.
3/12
L'uomo dimentica. Si dice che ciò sia opera del tempo; ma troppe cose buone, e troppe ardue opere, si sogliono attribuire al tempo, cioè a un essere che non esiste. No: quella dimenticanza non è opera del tempo; è opera nostra, che vogliamo dimenticare e dimentichiamo.
4/12
La libertà al singolare esiste soltanto nelle libertà al plurale.
5/12
La storia nostra è storia della nostra anima e storia dell'anima umana è la storia del mondo.
6/12
La critica è un fucile molto bello: deve sparare raramente!
7/12
Nella vera poesia le espressioni che suonano più semplici ci riempiono di sorpresa e di gioia perché rivelano noi a noi stessi.
8/12
L'eterno progresso spirituale non ha niente da vedere con la volgare ricerca del piacere e della felicità; tanto che si potrebbe del pari, se così piacesse, definirlo un progresso nel sempre più alto e più complesso dolore umano.
9/12
Vi sono rami di produzione letteraria o libraria che si dica, i quali sembrano condannati all'inferiorità e ad aggirarsi in una sorta di "demimonde" scientifico: caso tipico, la cosiddetta "Sociologia".
10/12
La violenza non è forza ma debolezza.
11/12
Ecco, dunque, dove soltanto può essere collocato l'orgoglio del filosofo: nella coscienza della maggiore intensità delle sue domande e delle sue risposte.
12/12
I geni della pura politica, i "fatalia monstra", ricordati nelle storie, se rivivessero e tornassero tra la gente, rimarrebbero stupiti nell'apprender ciò che fecero senza saperlo, e leggerebbero nelle opere del loro passato come in un geroglifico di cui viene offerta ad essi la chiave.