Biografia di Ludwig van Beethoven

Ludwig van Beethoven
Nazione: Germania    
Ludwig van Beethoven nacque a Bonn, Germania il 16 dicembre 1770 e morì a Vienna, Austria il 26 marzo 1827. Fu pianista, compositore e direttore d'orchestra.
Il giorno di nascita di Beethoven non è certo, sia perchè all'epoca i neonati venivano battezzati il giorno dopo la nascita, sia perchè qualcuno afferma che quello fosse il giorno di nascita del fratello maggiore, morto dopo soli sei giorni.
Cresciuto in una famiglia nella quale sia il nonno sia il padre avevano doti musicali, anche Ludwig manifestò presto le stesse qualità. Il padre l'avrebbe voluto bambino prodigio, ma i suoi modi violenti e autoritari non ottennero l'effetto sperato. Ludwig ebbe diversi insegnanti, ma solo quando approdò alla famiglia von Breuning cominciò a sentirsi a suo agio. Divenne allievo dell'organista di corte Christian Gottlob Neefe e tra i 12 e i 15 anni compose diversi pezzi musicali.
Nel 1784, l'arciduca Maximilian Franz d'Asburgo, fratello dell'Imperatore Giuseppe II, divenne principe elettore e nominò Beethoven secondo organista di corte. Nel 1789 Ludwig si iscrisse all'università di Bonn, fondata pochi anni prima, e lì venne notato dal conte Ferdinand von Waldstein, che lo portò con sè a Vienna dove, si dice, ebbe modo di incontrare Mozart. Fu però nel 1792 che gli venne presentato Joseph Haydn, del quale divenne allievo.
Trasferitosi ormai definitivamente a Vienna, dove da poco era scomparso Mozart, continuò a studiare, forte del fatto che il principe elettore gli avesse promesso di mantenergli il posto e lo stipendio. Purtroppo, nel frattempo, era morta la madre e il padre, alcoolizzato, era stato messo in pensione ma non era in grado di mantenere la famiglia. Fu così che Ludwig dovette sobbarcarsi il mantenimento dei fratelli e del padre. Poco dopo, la situazione si aggravò ulteriormente, perchè il padre morì di cirrosi epatica mentre l'esercito francese conquistava Bonn, facendo perdere a Beethoven sia lo stipendio sia la pensione del padre.
Ma il suo talento di pianista gli aprì la strada dell'aristocrazia viennese. Compose diverse opere e diede il suo primo concerto pubblico nel 1795. Molti critici, ancora legati alle composizioni più tradizionali di Mozart, non accolsero molto bene il suo virtuosismo, ma questo non gli impedì di tenere concerti a Berlino, Lipsia, Praga ed altre città.
Nel frattempo si dedicò alla lettura di Shakespeare e dei classici greci, ma fu l'incontro con Goethe e Schiller a formare quel romanticismo interiore che avrebbe caratterizzato le sue opere future.
Purtroppo nel 1796 Beethoven scoprì di soffrire di una malattia che gli stava facendo perdere gradatamente l'udito; pare anche che alcuni medici non molto competenti, nel cercare cure per questa patologia, abbiano poi peggiorato la situazione. Beethoven si rese conto che la sua attività concertistica ne avrebbe presto sofferto, e si chiuse quindi in un ostinato isolamento nel tentativo di nascondere l'handicap. Questo però non gli impedì di continuare a comporre le sue opere, alcune delle quali anche molto lunghe, come la Sinfonia n. 3 detta Eroica, accolta senza molto entusiasmo proprio a causa dell'eccessiva lunghezza.
Nel 1805, la rappresentazione della sua opera lirica Fidelio, non ebbe molto successo, tanto che Ludwig pensò di essere oggetto di un complotto. Nonostante questo, ebbe un mecenate, il principe Carl Lichnowsky, che gli chiese di accompagnarlo nel suo castello in Slesia. Qui, il principe, volle quasi costringere Beethoven ad esibirsi al piano per alcuni ufficiali francesi suoi ospiti, ma Beethoven si rifiutò categoricamente litigando violentemente con Lichnowsky e lasciandogli un biglietto con le seguenti parole:

"Principe, ciò che siete, lo siete in occasione della nascita. Ciò che sono, lo sono per me. Principi ce n'è e ce ne saranno ancora migliaia. Di Beethoven ce n'è soltanto uno."

In questo modo si affrancò dai sussidi dei potenti e potè finalmente affermarsi come artista indipendente, componendo la sua quinta sinfonia e poi la sesta.
Nel 1812 ebbe luogo l'evento conosciuto come l'incidente di Tripliz. Tripliz era una località dove Beethoven si stava sottoponendo a delle cure termali e dove, tra l'altro, scrisse tre missive, note come lettera all'amata immortale, ad una donna sconosciuta; grazie all'interessamento di una giovane intellettuale, Bettina Brentano von Arnim, egli ebbe modo di incontrare personalmente Goethe. Mentre passeggiava con lui, i due incontrarono la famiglia imperiale, alla quale Goethe si inchinò in segno di rispetto, ma Beethoven si rifiutò di farlo. In quel periodo, grazie alla settima sinfonia e alla versione riveduta del Fidelio, raggiunse la sua massima popolarità, anche se in qualche modo sentiva che i gusti musicali dei viennesi stavano cambiando a favore di un nascente Gioacchino Rossini.
La sua sordità, divenuta ormai totale, lo costrinse a comunicare attraverso i cosiddetti quaderni di conversazione. Tuttavia non smise di comporre. Nel 1818 decise di dare il via alla scrittura di un'opera religiosa, la Missa Solemnis, che avrebbe voluto dedicare all'incoronazione dell'arciduca Rodolfo, ma gli costò 4 anni di duro lavoro, al termine dei quali iniziò la stesura della nona sinfonia. Il 7 maggio del 1824 ci fu la prima rappresentazione: il pubblico in delirio, probabilmente grazie anche all'Inno alla Gioia**, fece ritrovare a Beethoven il grande successo. In Inghilterra ebbe talmente tanto risalto che quasi Ludwing pensò di stabilirsi oltremanica, ma questo progetto non si concretizzò mai.
Nel 1826 Beethoven aveva in mente numerose altre opere, fra le quali una decima sinfonia*, ma la sorte decise altrimenti: ritornando a Vienna in un carro scoperto sotto la pioggia, contrasse una polmonite che, aggiunta ad una sopraggiunta cirrosi epatica, lo portò velocemente alla morte. Nonostante il pubblico viennese non seguisse più le vicende legate a Ludwig van Beethoven, i funerali, svoltisi a Vienna il 29 marzo 1827, videro una processione di quasi ventimila persone.
Dopo la sua morte, Beethoven venne sottoposto ad una autopsia che rivelò che il suo nervo acustico era completamente atrofizzato. Successivamente alla tumulazione, il corpo venne riesumato, analizzato e sepolto di nuovo. Pare che soffrisse di avvelenamento cronico da piombo, che spiegherebbe i dolori addominali dei quali soffrì per buona parte della sua vita e anche alcuni disordini della vista.

*Avendo scritto questa breve biografia ascoltando la sonata No. 21 in Do maggiore, Op. 53 soprannominata "Waldstein", non posso esimermi dal ricordare una grande opera rock del 2000, del gruppo Trans-Siberian Orchestra, intitolata Beethoven's last night. In quest'opera si racconta del diavolo (Mephistopheles) che propone a Beethoven la capacità di scrivere la sua decima sinfonia in cambio della sua anima. Il contratto viene stipulato scrivendo che il diavolo avrebbe avuto in cambio l'anima del primogenito della famiglia Beethoven. Quando il diavolo torna da Ludwig per riscuotere, Beethoven gli fa notare che lui è solo il secondogenito. Il primogenito era morto appena dopo essere nato e così il diavolo beffato deve andarsene a mani vuote.

**L'Inno alla Gioia, composto da Beethoven come omaggio al testo di Schiller, è stato adottato nel 1972 come inno ufficiale dell'Unione Europea.


Frasi di Ludwig van Beethoven

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