Biografia di Anthelme Brillat-Savarin
Nazione: Francia
Jean Anthelme Brillat-Savarin nacque a Belley il giorno 1 aprile 1755 e morì a Parigi il 2 febbraio 1826. Fu politico e gastronomo.
Nacque in un piccolo borgo ai piedi delle Alpi francesi nella regione dell'Ain, in una famiglia agiata di giuristi e intellettuali. Figlio di un avvocato, crebbe in un ambiente colto dove apprese presto i rudimenti del diritto e della musica, passione che lo accompagnò per tutta la vita come discreto arpista e compositore.
Studiò legge all'Università di Dijon, laureandosi nel 1780, e iniziò la carriera forense tornando a Belley come avvocato, dove si distinse per la sua eloquenza e per trattati giuridici come una memoria sul duello. Nel 1789, con la Rivoluzione francese in corso, fu eletto deputato della giurisdizione di Bugey agli Stati generali, sostenendo inizialmente le idee liberali, ma le persecuzioni giacobine lo costrinsero all'esilio nel 1792.
Fuggì prima a Losanna in Svizzera, dove insegnò violino per sopravvivere, poi attraversò l'oceano raggiungendo New York nel 1794, dove lavorò come pastore di bestiame e cuoco tra gli immigrati francesi, affinando il suo interesse per la gastronomia.
Rientrato in Francia nel 1797 grazie all'amnistia, Brillat-Savarin riprese la carriera legale a Parigi come consigliere di corte, diventando magistrato alla Corte di Cassazione nel 1815 sotto la Restaurazione borbonica, un ruolo che mantenne fino alla morte.
Parallelamente, coltivò amicizie influenti nel mondo intellettuale e politico, come quella con il chimico Lavoisier, di cui fu amico prima della ghigliottina, e con Talleyrand, il celebre diplomatico che lo introdusse nei salotti parigini dove Brillat-Savarin brillò come conversatore e buongustaio tra nobili e artisti.
Scrisse opere giuridiche minori, tra cui Essai sur l'union de l'Italie et de la Savoie e trattati su diritto penale, ma il suo capolavoro immortale fu Physiologie du Goût, ou méditations de gastronomie transcendante pubblicato nel 1825, appena un anno prima della sua morte. In questo libro divagante e aforistico, Brillat-Savarin mescolò osservazioni scientifiche sul gusto, aneddoti personali, riflessioni filosofiche e massime celebri come "Dimmi cosa mangi e ti dirò chi sei", fondando la gastronomia come disciplina intellettuale e influenzando generazioni di scrittori culinari; il libro, opera di una vita, rifletteva le sue esperienze dalla tavola rustica della giovinezza ai banchetti raffinati della maturità, celebrando il piacere del cibo con eleganza e umorismo.
Nacque in un piccolo borgo ai piedi delle Alpi francesi nella regione dell'Ain, in una famiglia agiata di giuristi e intellettuali. Figlio di un avvocato, crebbe in un ambiente colto dove apprese presto i rudimenti del diritto e della musica, passione che lo accompagnò per tutta la vita come discreto arpista e compositore.
Studiò legge all'Università di Dijon, laureandosi nel 1780, e iniziò la carriera forense tornando a Belley come avvocato, dove si distinse per la sua eloquenza e per trattati giuridici come una memoria sul duello. Nel 1789, con la Rivoluzione francese in corso, fu eletto deputato della giurisdizione di Bugey agli Stati generali, sostenendo inizialmente le idee liberali, ma le persecuzioni giacobine lo costrinsero all'esilio nel 1792.
Fuggì prima a Losanna in Svizzera, dove insegnò violino per sopravvivere, poi attraversò l'oceano raggiungendo New York nel 1794, dove lavorò come pastore di bestiame e cuoco tra gli immigrati francesi, affinando il suo interesse per la gastronomia.
Rientrato in Francia nel 1797 grazie all'amnistia, Brillat-Savarin riprese la carriera legale a Parigi come consigliere di corte, diventando magistrato alla Corte di Cassazione nel 1815 sotto la Restaurazione borbonica, un ruolo che mantenne fino alla morte.
Parallelamente, coltivò amicizie influenti nel mondo intellettuale e politico, come quella con il chimico Lavoisier, di cui fu amico prima della ghigliottina, e con Talleyrand, il celebre diplomatico che lo introdusse nei salotti parigini dove Brillat-Savarin brillò come conversatore e buongustaio tra nobili e artisti.
Scrisse opere giuridiche minori, tra cui Essai sur l'union de l'Italie et de la Savoie e trattati su diritto penale, ma il suo capolavoro immortale fu Physiologie du Goût, ou méditations de gastronomie transcendante pubblicato nel 1825, appena un anno prima della sua morte. In questo libro divagante e aforistico, Brillat-Savarin mescolò osservazioni scientifiche sul gusto, aneddoti personali, riflessioni filosofiche e massime celebri come "Dimmi cosa mangi e ti dirò chi sei", fondando la gastronomia come disciplina intellettuale e influenzando generazioni di scrittori culinari; il libro, opera di una vita, rifletteva le sue esperienze dalla tavola rustica della giovinezza ai banchetti raffinati della maturità, celebrando il piacere del cibo con eleganza e umorismo.
Frasi di Anthelme Brillat-Savarin
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Un pasto senza vino è come un giorno senza sole.
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