Biografia di Hannah Arendt
Nazione: Germania
Hannah Arendt nacque ad Hannover, Germania il 14 ottobre 1906 e morì a New York il 4 dicembre 1975. Fu storica e filosofa.
Cresciuta in una famiglia ebraica, quando aveva tre anni si spostò con la famiglia a Königsberg, città natale di Kant e studiò filosofia, teologia e greco antico alle università di Marburgo e Heidelberg. Fu allieva di importanti filosofi come Karl Jaspers e Martin Heidegger, e si laureò nel 1929 con una tesi su Sant'Agostino.
Fu costretta a fuggire dalla Germania nel 1933 a causa della crescente persecuzione e discriminazione del regime nazista. Dopo una breve permanenza in Francia, riuscì a emigrare negli Stati Uniti nel 1941, dove iniziò la sua carriera accademica e si avvicinò al mondo delle idee politiche. Divenne cittadina statunitense nel 1950.
Tra i suoi lavori più importanti ci sono The human condition ("La condizione umana", 1958), Eichmann in Jerusalem: a report on the banality of evil ("Eichmann a Gerusalemme: un rapporto sulla banalità del male", 1963) e On revolution ("Sulla rivoluzione", 1963).
Divenne nota per le sue riflessioni sulla sfera pubblica, la vita politica e la natura umana. Il suo concetto di "banalità del male" emerse durante il processo a Adolf Eichmann, un alto funzionario nazista, e suggerisce che il male spesso non è manifestato da individui malvagi, ma da persone comuni che seguono ordini senza riflettere sulle implicazioni morali.
Fu coinvolta nell'attivismo sociale e si interessò alla questione dei diritti civili negli Stati Uniti. La sua opera ha influenzato il pensiero politico contemporaneo, affrontando temi come il totalitarismo, la violenza politica e la natura della libertà.
Cresciuta in una famiglia ebraica, quando aveva tre anni si spostò con la famiglia a Königsberg, città natale di Kant e studiò filosofia, teologia e greco antico alle università di Marburgo e Heidelberg. Fu allieva di importanti filosofi come Karl Jaspers e Martin Heidegger, e si laureò nel 1929 con una tesi su Sant'Agostino.
Fu costretta a fuggire dalla Germania nel 1933 a causa della crescente persecuzione e discriminazione del regime nazista. Dopo una breve permanenza in Francia, riuscì a emigrare negli Stati Uniti nel 1941, dove iniziò la sua carriera accademica e si avvicinò al mondo delle idee politiche. Divenne cittadina statunitense nel 1950.
Tra i suoi lavori più importanti ci sono The human condition ("La condizione umana", 1958), Eichmann in Jerusalem: a report on the banality of evil ("Eichmann a Gerusalemme: un rapporto sulla banalità del male", 1963) e On revolution ("Sulla rivoluzione", 1963).
Divenne nota per le sue riflessioni sulla sfera pubblica, la vita politica e la natura umana. Il suo concetto di "banalità del male" emerse durante il processo a Adolf Eichmann, un alto funzionario nazista, e suggerisce che il male spesso non è manifestato da individui malvagi, ma da persone comuni che seguono ordini senza riflettere sulle implicazioni morali.
Fu coinvolta nell'attivismo sociale e si interessò alla questione dei diritti civili negli Stati Uniti. La sua opera ha influenzato il pensiero politico contemporaneo, affrontando temi come il totalitarismo, la violenza politica e la natura della libertà.
Frasi di Hannah Arendt
Abbiamo un totale di 6 frasi.
Le abbiamo suddivise in pagine da 50 frasi ciascuna.
Intanto te ne inseriamo una qui come stuzzichino.
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Il rimedio all'imprevedibilità della sorte, alla caotica incertezza del futuro, è la facoltà di fare e mantenere promesse.
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