Frasi di Aristotele

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L'uomo è per natura sua un animale politico.

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Noi siamo quello che facciamo ripetutamente.

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Le radici della cultura sono amare, ma i frutti sono dolci.

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Pensate da uomini saggi ma parlate come la gente comune.

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Si decide in fretta di essere amici, ma l'amicizia è un frutto che matura lentamente.

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E' il valore dell'oggetto proprio della conoscenza quello che determina la superiorità di una scienza, o la sua inferiorità.

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Chiunque può arrabbiarsi: questo è facile. Ma arrabbiarsi con la persona giusta, e nel grado giusto, ed al momento giusto, e per lo scopo giusto, e nel modo giusto: questo non è nelle possibilità di chiunque e non è facile.

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La speranza è il sogno di chi è sveglio.

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Non si deve confondere grande città e città popolosa.

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L'amicizia è un'anima sola che vive in due corpi.

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Gli uomini colti sono superiori agli incolti nella stessa misura in cui i vivi sono superiori ai morti.

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La virtù risplende nelle disgrazie.

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Esercitare liberamente il proprio ingegno, ecco la vera felicità.

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La natura non fa nulla di inutile.

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Amare significa volere per una persona le cose che si ritengono buone, a motivo di lei e non per se stessi, ed essere pronti a compiere queste cose, secondo le proprie possibilità.

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Come comportarsi con gli amici? Come vorremmo che loro si comportassero con noi.

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Chi pensa sia necessario filosofare deve filosofare e chi pensa non si debba filosofare deve filosofare per dimostrare che non si deve filosofare; dunque si deve filosofare in ogni caso o andarsene di qui, dando l'addio alla vita, poiché tutte le altre cose sembrano essere solo chiacchiere e vaniloqui.

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Dunque così Egli è. Ed ha anche vita perché l'atto dell'intelletto è vita ed Egli è quell'atto. E la sua attività che esiste di per sé è la vita migliore ed eterna. Diciamo, infatti, che Dio è vivente, eterno e perfetto, sicché a Dio appartiene una vita continua ed eterna: questo è, dunque, Dio.

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Gli uomini, sia nel nostro tempo che da principio, hanno cominciato a filosofare a causa della meraviglia, poiché dapprincipio essi si meravigliavano delle stranezze che erano a portata di mano, e in un secondo momento, a poco a poco, procedendo in questo stesso modo, affrontarono maggiori difficoltà, quali le affezioni della luna e del sole e delle stelle e l'origine dell'universo.

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Chi è incapace di vivere in società, o non ne ha bisogno perché è sufficiente a se stesso, deve essere una bestia o un dio.

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Ciò che dobbiamo imparare a fare, lo impariamo facendolo.

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È a causa del sentimento della meraviglia che gli uomini ora, come al principio, cominciano a filosofare.

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È il valore dell'oggetto proprio della conoscenza quello che determina la superiorità di una scienza, o la sua inferiorità.

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È nella natura del desiderio di non poter essere soddisfatto, e la maggior parte degli uomini vive solo per soddisfarlo.

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Facciamo la guerra per poter vivere in pace.

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Grazie all'esperienza progrediscono la scienza e l'arte.

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I cosiddetti pitagorici, che furono i primi a fare matematica, non solo la svilupparono ma vi si immersero completamente, credendo che i principi della matematica fossero i principi di tutte le cose.

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I vecchi sono due volte bambini.

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Il non risentirsi delle offese è da uomo vile e schiavo.

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Il tutto è maggiore della somma delle sue parti.

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La modestia non può essere detta una virtù, perché assomiglia più a una sofferenza che a una qualità.

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Le scienze matematiche in particolare mostrano ordine, simmetria e limite: e queste sono le più grandi istanze del bello.

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Nel concepire un ideale possiamo presumere quel che vogliamo, ma dovremmo evitare le impossibilità.

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Non bisogna dunque porre ad un qualsiasi scienziato ogni possibile domanda, né uno scienziato dovrà rispondere a ogni domanda su qualsiasi argomento.

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Non conosciamo il vero se non conosciamo la causa.

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Non è possibile o non è facile mutare col ragionamento ciò che da molto tempo si è impresso nel carattere.

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Non sono i più forti, o i più belli, a vincere nelle Olimpiadi; ma prima di tutto coloro che partecipano.

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Sarebbe assurdo pensare che la politica o la saggezza siano le forme più alte di conoscenza, a meno di non pensare che l'uomo sia la realtà di maggior valore nel cosmo. [...] Di fatto ci sono realtà di natura ben più divina dell'uomo come, ad esempio, i corpi celesti di cui è costituito il cosmo.

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Se Dio esiste dobbiamo riconoscerlo nella natura immobile e indipendente.

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Tutti gli uomini per natura tendono al sapere.

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[Talete] [...] siccome, povero com'era, gli rinfacciavano l'inutilità della filosofia, avendo previsto in base a calcoli astronomici un'abbondante raccolta di olive, ancora in pieno inverno, pur disponendo di poco denaro, si accaparrò tutti i frantoi di Mileto e di Chio per una cifra irrisoria, dal momento che non ve n'era alcuna richiesta; quando giunse il tempo della raccolta, cercando in tanti urgentemente tutti i frantoi disponibili, egli li affittò al prezzo che volle imporre, raccogliendo così molte ricchezze e dimostrando che per i filosofi è molto facile arricchirsi, ma tuttavia non si preoccupano di questo.

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E sembra che anche Talete secondo quanto tramandato abbia supposto che l'anima sia qualcosa di motore, se davvero egli disse che il magnete possiede anima, dato che muove il ferro.

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E alcuni affermano che l'anima è mescolata proprio nell'universo, per cui forse anche Talete ritenne che tutte le cose sono piene di dei.

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Terzo è questo argomento [di Zenone di Elea]: che la freccia in moto sta ferma. Esso poggia sull'assunzione che il tempo sia composto di istanti: se infatti non si concede questo il ragionamento non corre.

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Il quarto ragionamento [di Zenone di Elea] è quello delle masse uguali che si muovono in senso contrario, le une dalla fine dello stadio, e le altre dalla metà con uguale velocità. In esso crede che si provi che sono un tempo uguale il tempo metà e il tempo doppio. Il paralogismo consiste in questo, nel ritenere che con la stessa velocità si percorra nello stesso tempo la stessa grandezza presa in un caso lungo un mosso e nell'altro lungo un immobile. Questo invece è falso.

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Il millantatore è colui il quale fa mostra di titoli di merito che non possiede, esagerando il suo controllo del mondo di cui in realtà è privo.

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Amare è gioire, mentre crediamo di gioire solo se siamo amati.

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Chi si accinge a diventare un buon capo deve prima essere stato sotto un capo.

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Chiamiamo libero colui che esiste per se stesso e non per un altro.

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Chiunque può arrabbiarsi: questo è facile; ma arrabbiarsi con la persona giusta, e nel grado giusto, ed al momento giusto, e per lo scopo giusto, e nel modo giusto: questo non è nelle possibilità di chiunque e non è facile.


Biografia di Aristotele