1/10
In una repubblica tutti sono padroni e ciascuno è tiranno.
2/10
Lo Stato pratica la "violenza", l'individuo non deve farlo. Il comportamento dello Stato è violenza e chiama la sua violenza "legge"; quella dell'individuo, "crimine".
3/10
Io rifiuto un potere conferitomi sotto la speciosa forma di "diritti dell'uomo". Il mio potere è la mia proprietà, il mio potere mi dà la proprietà. Io stesso sono il mio potere e per esso sono la mia proprietà.
4/10
Tutto ciò che è sacro è un legame, una catena.
5/10
Per me niente è più importante di me stesso.
6/10
Quando ognuno deve coltivare se stesso fino a diventare uomo, condannare un uomo a un lavoro simile a quello delle macchine equivale alla schiavitù. Se un operaio di fabbrica deve affaticarsi fino alla morte per dodici ore e più, è escluso dal diventare uomo. Ogni lavoro deve avere l'intento che l'uomo sia soddisfatto... Il suo lavoro non è nulla in sé, non ha alcun oggetto in sé, non è nulla di completo in sé; lavora solo nelle mani di un altro ed è usato (sfruttato) da quest'altro.
7/10
Anch'io amo gli uomini, ma li amo con la coscienza dell'egoista, li amo perché il loro amore mi fa felice, perché è incarnato nella mia natura, perché così mi piace. Non riconosco alcuna legge che mi imponga di amare.
8/10
Il gioca d'azzardo è una concorrenza troppo scoperta, senza veli, e come ogni sfacciata nudità offende il senso del pudore.
9/10
Non si riconosce, nella piena ampiezza della parola, che ogni libertà è essenzialmente autoliberazione, che io posso avere solo quella libertà che mi procuro da solo.
10/10
Quando uno è ansioso solo di vivere, facilmente, in questa sollecitudine, dimentica il godimento della vita. Se la sua unica preoccupazione è la vita, e pensa "se solo avessi la mia cara vita", non applica tutta la sua forza all'uso (cioè, al godimento) della vita.