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In provincia i segreti hanno vita breve.
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L'aspirazione a comandare, l'ossessione del potere è, a tutti i livelli, una forma di pazzia. Mangia l'anima, la stravolge, la rende falsa.
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Non sono molti quelli che, in tempo di pace, ricordano i propositi del tempo di guerra.
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Solo raramente le ideologie meritano l'importanza che gli si attribuisce.
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Mi dà fastidio stare con gente che dice di attendere la vita nuova con la stessa noia con cui si attende il tram.
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La più grande aspirazione dell'Uomo sulla terra dev'essere anzitutto di diventare buono, onesto e sincero.
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Nel 1930, rifugiandomi ammalato in un villaggio di montagna della Svizzera, credevo di non aver più molto da vivere e allora mi misi a scrivere un racconto al quale posi il nome di Fontamara. Mi fabbricai da me un villaggio col materiale degli amari ricordi e dell'immaginazione, ed io stesso cominciai a viverci dentro.
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Il destino è un'invenzione della gente fiacca e rassegnata.
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L'operaio di una città moderna usufruisce, oggi, di un benessere materiale superiore a quello di un nobile dei secoli scorsi.
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La libertà... è la possibilità di dubitare, la possibilità di sbagliare, la possibilità di cercare, di esperimentare, di dire di no a una qualsiasi autorità, letteraria, artistica, filosofica, religiosa, sociale, e anche politica.
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Nella mia vita l'arte ha avuto una funzione decisiva nel momento in cui avevo quasi perduto tutta la voglia di continuare a vivere.
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L'arte è un fiore selvaggio, ama la libertà.
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Scrivere ha significato per me assoluta necessità di testimoniare.
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L'uomo che pensa con la propria testa e conserva il suo animo incorrotto è libero. L'uomo che lotta per ciò che egli ritiene giusto, è libero.
Per contro, si può vivere nel paese più democratico della terra, ma se si è interiormente pigri, ottusi, servili, non si è liberi; malgrado l'assenza di ogni coercizione violenta, si è schiavi.
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Per fare bene il socialista bisogna essere milionario.
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L'uomo non esiste veramente che nella lotta contro i propri limiti.
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Il bisogno di sincerità e di verità mi spinge a creare un mondo semplice, chiaro, evidente; e non un mondo irreale fantastico o lunare, ma il nostro mondo terrestre, il mio paese terrestre, e, nel mio paese, la regione dove sono nato e che conosco e amo come il bambino conosce il seno di sua madre...
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Nelle prove più tristi della vita ci salviamo per avere conservato nell'anima il seme di qualche certezza incorruttibile.
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Ho fiducia nell'uomo che accetta il dolore e lo trasforma in coraggio morale.
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Vi sono certezze irriducibili. Queste certezze sono, nella mia coscienza, certezze cristiane. Esse mi appaiono talmente murate nella realtà umana da identificarsi con essa. Negarle significa disintegrare l'uomo.
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Non vorrei vivere secondo le circostanze, l'ambiente e le convenzioni materiali, ma, senza curarmi delle conseguenze, vorrei vivere e lottare per quello che a me apparirà giusto e vero.
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I vecchi quando discorrono tra loro nessuno li capisce.
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Poeta si diventa, ma vedova di guerra si nasce.
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Noi ci trovavamo tra i diciassette e i vent'anni, che è già di per sé, contrariamente all'opinione dei retori, l'età più infelice dell'uomo.
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Se è gratis, c'è l'inganno.
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Le ideologie non meritano che raramente l'importanza che a esse si attribuisce. Il più delle volte sono maschere, o alibi, o ornamenti. La spiritualità d'un serio movimento di popolo non si esaurisce mai nell'ideologia.
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Lo scrittore ispirato da un forte senso di responsabilità sociale è più di ogni altro esposto alla tentazione dell'enfasi, del teatrale, del romanzesco.
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Dato che il patetico non può essere espulso dalla vita umana, per renderlo sopportabile mi pare che sia sempre utile accompagnarlo con un po' di ironia.