Biografia di Beppe Severgnini
Nazione: Italia
Giuseppe Severgnini è nato a Crema (CR) il 26 dicembre 1956. È giornalista, opinionista, saggista, blogger e conduttore televisivo italiano. È editorialista e vicedirettore del Corriere della Sera, dov'è arrivato nel 1995.
Si è laureato in Giurisprudenza presso l'Università di Pavia, ma la sua carriera nel giornalismo è iniziata quando fu assunto da Il Giornale, guidato dal famoso giornalista Indro Montanelli: si distinse come scrittore e divenne corrispondente londinese del giornale.
Per questa testata, nel periodo che ha portato alla caduta del comunismo, ha lavorato come corrispondente speciale da Russia, Cina e diversi paesi dell'Europa orientale. Quando Montanelli lasciò Il Giornale per fondare La Voce, Severgnini lo seguì. È stato anche distaccato all'Economist a Londra (1993) poi è stato corrispondente per La Voce da Washington.
È stato corrispondente dall'Italia per The Economist tra il 1996 e il 2003, per il quale scrive ancora occasionalmente. È stato uno scrittore opinionista per The New York Times dal 2013 al 2021.
A seguito del fallimento del progetto di Montanelli a La Voce, nel 1995 Severgnini si unì al Corriere della Sera, di cui è editorialista e redattore. Dal 1998, ospita una rubrica quotidiana per l'edizione online del Corrierechiamata Italians, originariamente rivolta agli espatriati italiani; è cresciuta costantemente in popolarità da allora, diventando una delle rubriche più lette del sito web del giornale.
Appassionato di calcio, ha anche scritto per il popolare quotidiano sportivo La Gazzetta dello Sportdal 2001 al 2011.
Appare regolarmente nei programmi radiofonici e televisivi su RAI, La7, NPR e BBC. È stato conduttore di un talk show su SKY TG24 dal 2004 al 2011 e per la RAI nel 2015 e nel 2016.
È autore di venti libri, tra cui i bestseller americani Ciao, America! Un italiano scopre gli Stati Uniti e La Bella Figura: una guida sul campo alla mente italiana. I suoi libri più recenti sono Off the rail - A train trip through life (Berkley, New York 2019) e Neoitaliani (Rizzoli, Milano 2020), pubblicato nel 2022 negli Stati Uniti come Italian Lessons: 50 Things We Know About Life Now (Viking Penguin Books USA).
Ha insegnato alla Scuola di Giornalismo di Walter Tobagi presso l'Università degli Studi di Milano (nel decennio tra il 2010 e il 2020). È stato ricercatore/scrittore presso il MIT - Massachusetts Institute of Technology (2009), Visiting Scholar di Isaiah Berlin presso l'Università di Oxford (2013) e visiting fellow presso Ca' Foscari Venezia (2013); ha insegnato anche al Middlebury College Vermont (2006), e presso le università di Milano-Bocconi (2003 e 2006), Parma (1998) e Pavia (2002), che lo ha eletto Alumnus of the Year nel 1998 e nel 2011.
È stato nominato Ufficiale dell'Ordine dell'Impero Britannico nel 2001 dalla Regina Elisabetta II. È stato anche nominato Commendatore dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana dal Presidente Giorgio Napolitano nel 2011; cattolico romano, ha però una posizione critica verso la Chiesa per la sua opposizione alle leggi anti-omofobia sulla violenza.
Si è laureato in Giurisprudenza presso l'Università di Pavia, ma la sua carriera nel giornalismo è iniziata quando fu assunto da Il Giornale, guidato dal famoso giornalista Indro Montanelli: si distinse come scrittore e divenne corrispondente londinese del giornale.
Per questa testata, nel periodo che ha portato alla caduta del comunismo, ha lavorato come corrispondente speciale da Russia, Cina e diversi paesi dell'Europa orientale. Quando Montanelli lasciò Il Giornale per fondare La Voce, Severgnini lo seguì. È stato anche distaccato all'Economist a Londra (1993) poi è stato corrispondente per La Voce da Washington.
È stato corrispondente dall'Italia per The Economist tra il 1996 e il 2003, per il quale scrive ancora occasionalmente. È stato uno scrittore opinionista per The New York Times dal 2013 al 2021.
A seguito del fallimento del progetto di Montanelli a La Voce, nel 1995 Severgnini si unì al Corriere della Sera, di cui è editorialista e redattore. Dal 1998, ospita una rubrica quotidiana per l'edizione online del Corrierechiamata Italians, originariamente rivolta agli espatriati italiani; è cresciuta costantemente in popolarità da allora, diventando una delle rubriche più lette del sito web del giornale.
Appassionato di calcio, ha anche scritto per il popolare quotidiano sportivo La Gazzetta dello Sportdal 2001 al 2011.
Appare regolarmente nei programmi radiofonici e televisivi su RAI, La7, NPR e BBC. È stato conduttore di un talk show su SKY TG24 dal 2004 al 2011 e per la RAI nel 2015 e nel 2016.
È autore di venti libri, tra cui i bestseller americani Ciao, America! Un italiano scopre gli Stati Uniti e La Bella Figura: una guida sul campo alla mente italiana. I suoi libri più recenti sono Off the rail - A train trip through life (Berkley, New York 2019) e Neoitaliani (Rizzoli, Milano 2020), pubblicato nel 2022 negli Stati Uniti come Italian Lessons: 50 Things We Know About Life Now (Viking Penguin Books USA).
Ha insegnato alla Scuola di Giornalismo di Walter Tobagi presso l'Università degli Studi di Milano (nel decennio tra il 2010 e il 2020). È stato ricercatore/scrittore presso il MIT - Massachusetts Institute of Technology (2009), Visiting Scholar di Isaiah Berlin presso l'Università di Oxford (2013) e visiting fellow presso Ca' Foscari Venezia (2013); ha insegnato anche al Middlebury College Vermont (2006), e presso le università di Milano-Bocconi (2003 e 2006), Parma (1998) e Pavia (2002), che lo ha eletto Alumnus of the Year nel 1998 e nel 2011.
È stato nominato Ufficiale dell'Ordine dell'Impero Britannico nel 2001 dalla Regina Elisabetta II. È stato anche nominato Commendatore dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana dal Presidente Giorgio Napolitano nel 2011; cattolico romano, ha però una posizione critica verso la Chiesa per la sua opposizione alle leggi anti-omofobia sulla violenza.
Frasi di Beppe Severgnini
Abbiamo un totale di 11 frasi.
Le abbiamo suddivise in pagine da 50 frasi ciascuna.
Intanto te ne inseriamo una qui come stuzzichino.
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Novanta italiani su cento preferiscono la cucina nazionale a tutte le altre: nessuno stomaco, in Europa, è altrettanto patriottico.
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